27.

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«Avery, per caso i tuoi amici sono i membri della mia famiglia?» sibila, fissandomi dritto negli occhi una volta aver parcheggiato l'auto davanti al palazzo dove abitano Paige e Caleb.
«Hanno detto che avrei potuto portare qualcuno» mi giustifico. «E chi meglio del mio nuovo amico di letto?» sbatto le ciglia, esibendo un sorriso esitante.
Apro lo sportello e sistemo l'orlo del vestito color senape che ho scelto questa mattina. È un monocolore a maniche lunghe che arriva a metà coscia. L'ho abbinato a un paio di stivaletti neri, bassi e un cappotto marrone, a quadretti, che sono riuscita a conficcare in valigia durante la fuga. In realtà, non mi sono accorta di averlo preso prima di qualche settimana fa, quando ho sistemato gli indumenti delle valigie nell'armadio e nella piccola credenza sotto alle scale. È bello sapere che adesso i miei vestiti non giacciono spiegazzati e rovinati dentro una valigia abbandonata sotto al letto. E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, è un Dior. Ecco, l'ho detto. Non sono affatto materialista, avrei potuto vivere benissimo senza, ma era davvero troppo bello ed evidentemente nove mesi fa devo aver pensato che non potevo andarmene senza.
Devon mi raggiunge davanti al portone, anche lui bello come il sole. Indossa un semplice paio di pantaloni neri e un maglione, sotto ad esso una camicia che fuoriesce dai bordi. Arriccio il naso alla vista ma non commento. Raggiungiamo la porta d'ingresso, ad accoglierci c'è proprio Vivienne che non appena si rende conto della presenza del figlio si ammutolisce.
«Devon? Che... hai cambiato idea?» domanda speranzosa dopo qualche minuto trascorso a fissare il moro al mio fianco.
«Avevate detto che potevo portare qualcuno, no?» prendo parola prima che Devon possa fare danni mentre mi disfo degli occhiali da sole. «Io ho portato il mio nuovo amico. L'ho trovato per strada, poveretto era affamato.»
«Parli di me come se fossi un randagio» il ghiacciolo vorrebbe davvero farmi qualcosa di vietato ai minori in questo momento, peccato che ce ne siano ancora parecchi. Pazienza, dovrà attendere di rimanere solo con me più tardi per... parlare.
Mi giro nella sua direzione. «Voglio dire, guarda come sei conciato. Di sicuro non ti avrebbe ucciso infilarti la camicia nei pantaloni» ribatto prima di lasciare la stanza e filare in cucina. La pizza posso anche prenderla per il mio compleanno, ma questo... mmh, ho l'acquolina in bocca.
«Ciao!» saluto Tom e Caleb che ricambiano il gesto e stampo un bacio sulle teste di Layla e Luke. «Come state voi due? È da un po' che non mi aggiornate. La senti ancora Melany?» mi rivolgo al biondino.
«Chi sarebbe questa Melany?» boccheggia Molly, entrando in cucina.
Luke arrossisce e scuote il capo. «Nessuno.»
«Dio, ha preso proprio da suo zio» ride Caleb avvicinandosi al nipote. Gli scuote i capelli e dopo aver baciato sua figlia in fronte esce dalla stanza.
«Melany è una mia... amica. Ha aiutato Luke con una roba di scuola qualche settimana fa» invento la prima scusa che trovo.
«Mmh» mormora scettica la bionda prima di allontanarsi.
«Non lo sa» bisbiglia Luke. «Non è niente di serio.»
«Non dargli retta, le sta sotto da mesi» ridacchia Layla.
«Anche tu hai un fidanzato!» ribatte il cugino.
«Okay, voi due» mi intrometto. «Chiudiamo il discorso prima che qualcuno senta. E tu, signorina, provvedi ad aggiornarmi. Voglio sapere tutto» mi rivolgo alla mini Paige.
«Chiedi a mamma, lei lo sa» sussurra, anche lei rossa in volto.
«Incredibile come una quattordicenne e un quindicenne abbiamo una vita sentimentale più attiva della mia» scuoto il capo e lascio la cucina.
I miei occhi osservano l'ambiente; vedo Vivienne e Delia parlottare in un angolo, Trevor, Caleb e Tom ridere di qualcosa che ha detto Danny mentre tengono in mano dei calici e Alec Morgan sfrecciare in direzione della cucina dove la sorella e il cugino si trovano. Spostandomi sul divano, noto Devon e Aurora parlare a bassa voce, come se non volessero essere sentiti. Fingo di non provare alcun interesse per le loro chiacchiere segrete e aggrotto la fronte, all'appello manca qualcuno, ne sono certa. Dove sono Luna, Lucas e Michael?
Mi avvicino alle gemelle, sedute al tavolo e prendo posto. «Non manca qualcuno all'appello?» domando.
«Michael è andato in baita con degli amici, Lucas è con lui» mi informa Molly.
Annuisco. «E Luna?»
«Luna è con il suo fidanzato del mese» risponde Delia avvicinandosi, con lei anche Vivienne.
«Fidanzato, eh?» ridacchio. «Trev, non sei felice?» richiamo l'attenzione dello spilorcio.
Il moro si scola tutto il vino rimanente nel calice che tiene in mano e si avvicina stravaccandosi su una delle sedie libere. «Ho iniziato a bere quando ha compiuto sedici anni e mi ha informato che stava con un tizio hipster» risponde. «Adesso sono negli alcolisti anonimi da due anni.»
Caleb ride, Danny gli lascia un paio di pacche sulle spalle.
«Mi dispiace amico, deve essere un incubo» sospira Tom.
«Già, non voglio nemmeno pensarci» gli dà man forte Caleb.
Sarebbe meglio Caleb.
«Val e Rie? Qual è la loro scusa quest'anno?» domanda Paige.
Vivienne abbassa lo sguardo, Danny le stringe la mano. «Al solito: compiti e studio» risponde il mio capo.
«Odio dover rompere questa fantasia ma Valentine aveva in programma una gita fuori porta con i suoi amici» si avvicina Aurora, al suo fianco Devon.
Certo che per non esserci niente stanno piuttosto vicini. Lancio un'occhiata discreta alle loro mani, solo per assicurarmi che non siano allacciate. Bene, non lo sono.
«E Valerie?» domanda Trevor.
«Penso...» lancia un'occhiata a Danny e Vivienne. «Credo stia vedendo qualcuno, ma non ne sono certa.»
«Dai, Rori, è inutile indorare la pillola» sospira infastidito Devon. «Valerie sta con qualcuno» conferma.
Rori.
È così intimo...
Danny si accascia sulla sedia, pallido in viso. «La mia bambina ha un fidanzato e noi non ne sappiamo nulla?» guarda sua moglie.
Il mio cuore si spezza ripetutamente. Detesto così tanto vedere questa gente così abbattuta. Non lo meritano affatto, a prescindere da qualunque cosa sia successa. E a essere sincera, mi sento anche un bel po' a disagio. Forse per la prima volta da quando condivido un po' del mio tempo con loro. Sono una famiglia, hanno un passato e ci sono cose a me oscure – com'è giusto che sia, ovvio, non mi aspetto che mi vengano a raccontare tutto ciò che accade nelle loro vite.
Mordicchio il labbro inferiore, agitata. Non me la sento più di stare qui, mi sembra quasi sbagliato inserirmi in dinamiche già aperte. E non è stato giusto nemmeno trascinare qui Devon con l'inganno. Se davvero avesse voluto stare con la sua famiglia si sarebbe presentato. È stato davvero ingiusto da parte mia forzarlo, solo... credevo di star facendo la cosa giusta spingendolo verso di loro ma in realtà ho solo forzato la mano in affari che non mi riguardano. Il Ringraziamento è una festività importante e nonostante Vivienne mi abbia invitata, nonostante io abbia trovato l'idea confortante... inizio a pensare di aver sbagliato tutto. È troppo presto per tutto questo. Un pranzo della domenica è innocuo ma il Ringraziamento è tutta un'altra cosa. È famiglia. Legame. Conoscenza. Per quanto mi riguarda, sono solo un'amica e il termine famiglia è troppo, non ho legami sentimentali con nessuno di loro e non li conosco da nemmeno un anno. Forse ad alcuni di loro neanche andava l'idea di avermi tra i piedi.
Oddio, ma che sto facendo qui?
Mi alzo mentre la conversazione prosegue e afferro la borsa che ho lasciato sul divano, tiro fuori il cellulare e imposto una sveglia tra cinque minuti. Utilizzerò la scusa di una telefonata per smammare. Rimetto il cellulare in borsa e avviso cautamente Molly che sto andando in bagno, lei annuisce con un breve sorriso.
Percorro il breve corridoio e mi chiudo la porta del bagno alle spalle dopo essere entrata. Poggio la schiena sulla superficie legnosa e chiudo gli occhi. Apprezzo ogni singola persona seduta a quel tavolo, ma non posso restare oltre... mi sento un'intrusa.
Conto i minuti e al quarto apro il getto d'acqua del lavandino, sciacquo le mani e le asciugo. Esco dal bagno proprio quando il cellulare inizia a suonare. Grazie al cielo.
«Bellezza, il tuo cellulare sta squillando» mi avverte Delia.
Le sorrido e mi avvicino alla borsa. Con discrezione, disattivo la sveglia e porto il cellulare all'orecchio. Fingo di ascoltare l'interlocutore e annuisco. «Sì, certo. Va bene» biascico. Blocco il cellulare e lo rimetto in borsa, poi metto quest'ultima in spalla.
«Avery?» Vivienne aggrotta la fronte. «Che stai facendo?»
«Io... devo andare, mi spiace» rispondo fiacca. «Nulla di grave ma non posso restare, ti spiego domani. Ciao a tutti!» esclamo sollevando la mano per un saluto generale. Filo dritta verso la porta e solo dopo essermela sbattuta alle spalle e aver raggiungo il marciapiede rilascio un sospiro profondo.
Immagino che l'idea della pizza non sia male dopotutto...
Riesco a ordinarne una nella pizzeria a un isolato da casa. Dopo averla presa mi rimetto in strada e zampetto verso il monolocale.
Quando arrivo, mollo il cartone sul bancone e mi disfo degli stivali. Calzo un paio di ciabatte pelose e indosso una giacca per tenermi al caldo. Niente Red Velvet per stavolta. Ignoro i messaggi di Vivienne che lampeggiano sullo schermo del cellulare e mordo l'interno guancia mentre fisso le notifiche. Ho fatto la cosa giusta. Almeno così potranno parlare liberamente, senza la preoccupazione di doversi trattenere a causa mia. È meglio così. Lancio uno sguardo alla pizza ma rimango seduta sul divano a fissare il pavimento.
L'improvviso rumore di qualcuno che bussa alla porta mi riscuote dai miei pensieri. Merda. Se è Vivienne non so davvero cosa inventare stavolta per uscirne. Mi avvicino e allungo il viso in direzione dello spioncino. Rimango di sasso quando vedo Devon Bradshaw dall'altro lato della porta. 

Outifts di Avery e Devon. Wattpad non vi va vedere le foto nei media, quindi, ecco la soluzione

 Wattpad non vi va vedere le foto nei media, quindi, ecco la soluzione

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𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora