12.

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Il compleanno era proseguito senza troppi intoppi – bottiglia di spumante scivolata dalle mani di Caleb a parte, certo. Grace e Greg mi avevano riportata a casa, una volta entrata mi ero liberata dei tacchi e il corpetto ed ero crollata sul materasso.
Il giorno successivo ero andata a lavoro e avevo trascorso la giornata a chiacchierare con Vivienne e Delia. Peccato che superata la soglia di casa il mio cellulare aveva ripreso a squillare e il suo nome a lampeggiare sullo schermo.
Quando ho cambiato cellulare, mesi fa, ho deciso di memorizzare i numeri dei miei genitori proprio per evitare che potessi rispondere. Non so come abbiano beccato il mio numero, so solo che dopo l'ansia di due giorni fa, ho appena acquistato una nuova sim e disattivato la precedente. Mi rendo conto che non posso cambiare numero ogni qualvolta mi chiamino ma non sono pronta a sentirli, a vederli, ad affrontare la loro ira funesta e tutto quello che ne consegue. Prego affinché questo giorno ritardi più che può. Rovinerebbero la vita che ho scelto di condurre, radendola al suolo come fosse la cosa meno importante di sempre.
Rilascio un sospiro profondo e avviso i pochi contatti che ho in rubrica del nuovo numero, poi mi accomodo sulla vecchia poltrona che mi sono premurata di lavare a fondo quando sono arrivata in questo buco. Ci ho messo giorni e sprecato tanta, tanta corrente, però ne è valsa la pena. La prima volta che l'ho vista ho pensato che fosse marrone, solo dopo l'ottavo lavaggio mi sono accorta che il vero colore era crema. Crema. In totale sono stati ventidue lavaggi – e non scherzo – ma almeno adesso posso sedermi o addormentarmi senza il terrore degli acari che fanno festa sulla mia faccia.
Il bip del cellulare mi distrae dal programma che danno in tv. Lo prendo e aggrotto la fronte leggendo il messaggio.

Da Sconosciuto: Chi sei? Come hai il mio numero?

Chi sono io? Un tizio mi scrive sul numero nuovo che posseggo letteralmente da un'ora e mezza e sono io che devo dare spiegazioni? Assurdo.
Leggo il messaggio più volte, decidendo come rispondere. Tamburello le dita sulle labbra per un paio di secondi, poi le sposto sullo schermo del cellulare.

A Sconosciuto: Chi sarai tu, semmai!

Wow.
Sul serio, che messaggio minaccioso e spaventoso, Avery. I miei più sentiti complimenti. Che impegno, che maestria. Adesso sono certa che lo sconosciuto tremerà dalla paura, il punto esclamativo rende tutto così intimidatorio.
Santo cielo... ho bisogno che Devon Bradshaw mi dia delle lezioni su come essere più cazzuta tramite messa- il flusso di pensieri si azzera nel momento in cui un dubbio si insinua fitto. Mi catapulto sullo schermo.

A Sconosciuto: Non dirmi che sei Devon Bradshaw.

Ti prego, non dirmelo.

Stringo il labbro inferiore tra i denti. Se dovesse trattarsi di lui, l'unica a memorizzare il suo numero tra i miei contatti può essere stata Vivienne. Chissà perché, c'è sempre il suo zampino.

Da Sconosciuto: Ripeto: come hai il mio numero?

A Sconosciuto: Merda. Sei tu.Sono Avery, credo sia stata tua madre a lasciarmi memorizzato il tuo numero.Ho cambiato il mio e stavo avvisando i contatti.

Da DB: Sei una persecuzione.

Accenno un sorriso soddisfatto e mollo il cellulare sul bracciolo. È in debito e stavolta un giro in moto non basterà.

Da DB: Presentati a questo indirizzo stasera, alle nove,
scrivimi quando sei davanti alla porta.

Aggrotto la fronte leggendo l'indirizzo. Non mi sembra di conoscere il posto. Pazienza, lo vedrò stasera. Lascio cadere il cellulare sulle gambe e sbadiglio, facendo zapping tra i canali. Domani Vivienne Bradshaw dovrà darmi una spiegazione degna di essere definita tale. Non ricordo nemmeno che avesse usato il mio cellulare, figuriamoci che avessi il contatto di suo figlio salvato. Sospiro, cercando di focalizzare l'attenzione sullo schermo del televisore ma il mio cervello mi riporta sempre da una parte, da una persona. Anche se di sottecchi, l'ho studiato un po' durante il compleanno di Molly e Paige. Lo ammetto, scoprire quel lato dolce mi ha scosso parecchio. Non sono abituata a vederlo lasciare baci sulla fronte della gente o ad accarezzare la mano, io conosco solo il lato più freddo, più crudo. L'ho visto rivolgere la totale attenzione nei confronti della sorella, Valerie e ho visto mutare gli angoli della bocca verso il basso quando Valentine non lo ha nemmeno guardato quando è passata per andare alla toilette. Onestamente, non so che problemi abbia quella stronza ma non mi piace. Non me ne importa un fico secco se è figlia della coppia più carina di sempre. Commento quello che vedo e lei... nella sua indifferenza, mi è parsa proprio una stronza. Che accidenti è accaduto ai figli dei Bradshaw per comportarsi in questo modo? Ci sarà pure una spiegazione valida, giusto? Voglio dire, la gente non può svegliarsi e diventare un pezzo di marmo da un giorno all'altro. In più, dagli scarsi racconti di Vivienne e Danny, mi sono sembrati bambini adorabili. Non ho mai approfondito la conoscenza, visto album fotografici e non mi sono mai soffermata sulle foto appese alle pareti ma anche Molly, Tom, Delia e Trevor le poche volte che hanno tirato in ballo i piccoli Bradshaw ne hanno sempre parlato bene. Non capisco. Non capisco davvero cos'è che non quadra, cos'è che è andato storto. Una cosa è certa: non chiederò mai spiegazioni a Vivienne, mai. Mi è bastato vedere lo sguardo colmo di speranza quando ha rivisto suo figlio per... credo la prima volta in parecchio tempo, per non parlare dell'espressione afflitta quando sono state menzionate le gemelle. Per quanto mi piacerebbe conoscere la ragione del loro cambiamento – è il cambiamento deve esserci stato, perché è impossibile diventare un ghiacciolo con una famiglia del genere – terrò le mie domande per me. Potrei chiedere a Devon, certo, ma sono certa che mi manderebbe a quel paese con una singola occhiata e in tutta onestà non sono pronta a chiudere qualcosa che non è nemmeno iniziata. I suoi silenzi mi intrigano, i segreti che nasconde dietro quello sguardo gelido mi fanno fremere sul posto. C'è molto di più in lui, c'è... vita, solo che la tiene al guinzaglio e non riesco ad immaginare proprio il perché.
Stiracchio le braccia e rilascio un altro sbadiglio, farò meglio a tirare qualcosa fuori dal freezer per la cena di stasera. Mi alzo e stiracchio le braccia nello stesso istante in cui il bip del cellulare mi informa di un messaggio. Che vuole ancora? Afferro l'apparecchio e lo sblocco, rimanendo spiazzata quando leggo il contenuto del messaggio.

Da mamma: Questa è la terza volta che cambi numero,
tanto vale smettere.
Farai meglio a pregare,
non ci vorrà tanto prima che ti trovi.

𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Where stories live. Discover now