36.

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Massaggio le spalle, strizzando gli occhi a causa del dolore. Godermi lo spettacolo messo su da Devon mentre si allena è stato strepitoso, ma eseguire i suoi stessi esercizi? Suicidio. Ieri è stata la seconda serata passata tra gli attrezzi e devo dirlo: è stato un incubo.
Preferisco di gran lunga gli esercizi sotto le coperte, quelli sono movimenti che faccio volentieri. Muscoli che si allungano, sospiri affannati, rivoli di sudore ovunque... sì, quello è decisamente lo sport che fa per me.
Vivienne mi osserva stranita, come se stessi facendo chissà che. Le rivolgo un'occhiata interrogativa e poi torno a focalizzarmi sul dolore che mi attanaglia a partire dalle cosce fino al collo. Sono quasi sul punto di pensare che il dolore alle costole fosse più sopportabile. Almeno si concentrava solo sulla parte superiore del corpo e non ovunque.
«Che hai fatto? Sembri più sofferente dell'incidente» ridacchia Vivienne avvicinandosi.
Emetto un lamento e mi siedo sulla sedia. «Ho ripreso a fare palestra con Devon, mi ha distrutta.»
«Palestra... palestra?» schiarisce la voce.
Sollevo il volto nella sua direzione. «Di quale altra palestra dovremmo parlare?»
«No, certo... pensavo- niente» balbetta allontanandosi.
Scuoto il capo lasciandola stare e mi focalizzo sul ricontrollare che sia tutto in ordine per il matrimonio ad Allerton. L'occorrente per i centritavola è arrivato, le composizioni floreali da posizionare sulle panchine anche. Manca solo il bouquet che comporremo due giorni prima della consegna e poi è fatta. «Ehi, Vivi» richiamo il boss.
«Dimmi» tira fuori dal vaso le peonie.
«Hai presente il matrimonio ad Allerton? Ecco, mi chiedevo se potessi consegnare io il materiale. Posso andare insieme a Jason, mi darà lui una mano a scaricare tutto» spiego.
«Come mai vuoi andare?»
«Il matrimonio è sabato, perciò, niente lavoro. E poi non sono mai stata fuori Boston. Ho sentito dire che la scogliera a Hull è stupenda.»
Vivienne si avvicina con il vaso in mano, posizionandolo sul bancone. «Ehi, sai cosa? Andiamo insieme. Ci vogliono all'incirca cinquanta minuti per arrivare, possiamo prendere una giornata per una gita fuori porta.»
«Adoro questa idea!» esclamo scattando in piedi. «Ahia» mi lagno, quando una scarica di dolore si ripercuote sulla schiena.
Vivienne ridacchia e porta il vaso nel suo studio.
Dovrei darle una mano e cambiare l'acqua al gelsomino invernale, le rose e le margherite. Mi trascino davanti ai vasi ed estraggo i fiori posizionandoli sulle panchine, poi, uno alla volta, porto i vasi nello studio e aiuto Vivienne a sciacquarli e successivamente riempirli d'acqua.
Il vociare di qualcuno ci distrae dai nostri compiti, così molliamo i vasi e ci dirigiamo in sala per capire cosa sta succedendo.
«E poi mi ha guardato negli occhi e mi ha detto che non potevo controllarla, ti rendi conto?» Caleb tira su col naso.
«Che ci fate qui voi due?» domanda Vivienne incrociando le braccia al petto.
«E perché Caleb piange?» aggiungo, trattenendo a stento una risata.
Danny sospira piano e poggia una mano sulla spalla del cognato. «Eravamo in pausa e abbiamo pensato di venirci ad ubriacare col profumo di fiori, visto che non possiamo consumare alcol sul posto di lavoro» spiega.
Caleb continua a scuotere il capo, afflitto da chissà quali pensieri. Ne approfitto per recuperare i vasi e finire il lavoro mentre mi godo lo show. Vivienne si avvicina al cognato e gli stringe il braccio, in attesa che lui dica qualcosa.
«Layla ha un fidanzato» bofonchia.
Quasi non mi strozzo con la stessa risata che tento di trattenere.
«Beh, prima o poi doveva succedere, no?» domanda Vivienne.
«Harper, santo cielo» sbuffa Danny. «Non infierire, donna.»
Le mie spalle vibrano a causa delle risate silenziose che sto emettendo mentre sistemo i fiori.
«È la vita, Denzel» gli ricorda la moglie.
«Allora è una vita di merda» ribatte Caleb.
Stringo le labbra per trattenermi il più possibile e fingo particolare attenzione nel sistemare gli steli.
«Tu ne sapevi qualcosa, Ry? So che vi siete scambiate messaggi da quando vi siete conosciute.»
La risata mi muore in gola, rimango gelata sul posto. Con estrema cautela mi alzo e mi giro, sibilando a causa del dolore al fondoschiena. «Sa... sapere cosa?»
Lo so che mi ha appena colta con le mani nel sacco. È palese. Stringe gli occhi in due fessure, osservando con attenzione ogni mio movimento. «Di Layla. Ha un... fidanzato» ripete la parola con esitazione, quasi ne fosse terrorizzato e disgustato allo stesso tempo.
«Ecco» il tono di voce sale di un'ottava. «Potrei... aver saputo la cosa... ilgiornodelRingraziamento» biascico velocemente.
«Come, tesoro? Non abbiamo capito l'ultima parte» finge un sorriso Danny.
È dalla parte di Caleb, stavolta non la passerò liscia. Lo sento. È la loro bambina, la piccola di casa insieme ad Alec. «Il giorno del Ringraziamento» mormoro.
«Non ho sentito» sibila il biondo.
«Il giorno del Ringraziamento! L'ho scoperto per caso! Me lo ha detto Luke e poi ho chiesto conferma a lei!» esclamo vuotando il sacco. Perdonami, Layla, ma tuo padre fa estrema paura quando ti fissa in quel modo.
«Mi sento male» Caleb si sventola una mano davanti al viso e Vivienne gli accarezza il braccio mentre trattiene a fatica una risata.
Recupero una bottiglietta d'acqua e svito il tappo per prenderne un sorso.
«Vedila così» prende parola Danny. «Io ho scoperto che entrambe le mie figlie hanno una relazione e che Devon a quanto pare si vede con questa qui» mi indica.
L'acqua che stavo sorseggiando mi va di traverso, facendomi sputacchiare ovunque. Tossisco, battendo una mano sul petto mentre Vivienne viene in mio soccorso. «Danny!» lo riprende.
«Ma che ho detto?» domanda il marito.
«Non ci credo, hai una tresca con mio nipote?» Caleb spalanca la bocca, alzandosi.
«Io non ho nessuna tresca! Siete impazziti?!» butto giù un altro sorso d'acqua per riprendermi. «E poi...» perdonami, Layla, ma devo salvarmi le chiappe. «Stavamo parlando del fidanzato di tua figlia. Mi pare si chiami Elia, che bel nome!»
«Si chiama Elia?!» strilla. «Oh, mio Dio. Devo assolutamente informare Paige, impazzirà» scuote il capo e tira fuori il cellulare dalla tasca dei jeans.
Mi avvicino a Vivienne e le sussurro all'orecchio: «Paige lo sa già.»
«Pronto, fatina? Non crederai mai a cosa ho scoperto!»
Vivienne scoppia in una sonora risata, Danny ci osserva sospetto e Caleb inizia a raccontare alla moglie di come ha scoperto di Layla. A quanto pare la figlia ha inviato per sbaglio un messaggio sul numero del padre.
«Lo ha chiamato amore! Ti rendi conto?!» Caleb gira in cerchio. «No- chi se ne frega della pressione!»
«Caleb soffre di pressione alta» mi informa Danny avvicinandosi.
Vivienne annuisce, il petto ancora scosso dalle risate. «Quindi dici che è un brutto momento per dirgli che Paige, l'amore della sua vita, lo sapeva già?»
«Cosa?!» urla Danny.
Il bip del mio cellulare mi distrae. Estraggo l'aggeggio dalla tasca dei jeans ed esamino il contenuto del messaggio con discrezione. Un'espressione di adorazione si dipinge sul mio viso quando studio la foto che Devon mi ha appena mandato. Furia si è ancora una volta appropriato delle sue scarpe. Questa volta, però, la parte inferiore si trova dentro la destra mentre il resto del corpicino giace sulla sinistra. Quelle scarpe gli appartengono. Ridacchio e rispondo scrivendo quello che ho appena pensato.
«Chi è?» indaga Caleb.
«Probabilmente quello con cui ha una tresca» ghigna Danny punzecchiandomi.
«Nessuno, spioni che non siete altro» stringo il cellulare al petto e giro i tacchi in direzione dello studio.
«Tu lo sapevi?!» urla Caleb sconvolto proprio mentre mi chiudo la porta alle spalle.
Ridacchio e prendo posto sulla sedia girevole.
Povera Paige... 

𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Where stories live. Discover now