11.

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Il locale che Paige e Molly hanno scelto per celebrare il loro quarantesimo compleanno è molto carino. I tavoli sono rettangolari, ricoperti da teli ricamati e centrotavola fioriti. Mi piacciono le luci soffuse e le candele sparse per la sala, donano quell'atmosfera intima e confortevole. Mesi fa non mi sarei affatto immaginata di partecipare al compleanno della mia vecchia insegnante di inglese, eppure... eccomi qui. Il mondo è strambo, ma anche sorprendente.
Quando sono arrivata, pochi minuti fa, ad accogliermi sono state proprio le festeggiate, belle come il sole. Osservandole non si direbbe mai che abbiano sfiorato la soglia dei quaranta, anzi, risultano ancora nel fior fiore della gioventù.
Guardandomi intorno ho trovato Vivienne e Danny intenti a conversare con Greg e Grace. Ho incontrato Grace solo una volta, ed è bastata a farmi innamorare di lei. Completamente. Nonostante abbia una certa età, è magnifica. Il modo in cui mi ha accolta, come fossi una di famiglia, mi ha riempito il cuore di gioia. È una nonna a tutti gli effetti.
«È qui la festa?!»
Mi volto, non avendo il tempo di salutare Tom e Caleb e ridacchio all'entrata in scena di Trevor. Delia alza gli occhi al cielo e lo supera, abbracciando le gemelle. Sto ancora sorridendo quando mi rendo conto che insieme a loro, è appena entrato lui.
Sposto gli occhi sulla mora mozzafiato che riconosco all'istante: la stessa che giorni fa parlava con lui sugli scalini di un palazzo. Aurora.
La figlia maggiore di Trevor e Delia.
Ma certo. Non poteva andare diversamente, del resto.
Vedo Lucas, il piccolo di sedici anni e copia identica del padre superarmi e avvicinarsi a Michael, Luke e Alec. Mi piazzo accanto a Grace, lei mi sorride e stringe la mia mano.
«Sono proprio belli, eh?»
Chi, suo nipote e la sua ragazza? Mi ha detto di non essere alla ricerca di una relazione e non si è mai mostrato propenso alle mie avances, forse ha solo voluto essere gentile con me per non ferire i miei sentimenti. Come ho già detto, ho solo grattato la punta, non ho idea di come sia realmente Devon Bradshaw.
«Sì» annuisco osservando la grande famiglia ridere e scherzare.
«Che dici di mio nipote?»
Abbasso lo sguardo – visto che è seduta – e aggrotto la fronte. «Non capisco.»
Lei scuote il capo con un sorriso sul volto. «Ah, siamo alla parte in cui facciamo tutti i finiti tonti, ho capito. Allora sto zitta.»
«Forse è meglio, tesoro» Greg, al suo fianco, mi fa sbuffare una risatina.
«Mi siedo qui» scosto la sedia.
«Sì, così possiamo aggiornarci. C'è stata una discussione colossale tra i vicini e si è sentito tutto» ghigna divertita.
Vorrei ribattere, ma la risposta si blocca in gola quando gli invitati iniziano a prendere posto e casualità delle casualità mi ritrovo di fronte la coppietta adorabile.
«Ciao, nonna!» Aurora allunga una mano e stringe quella di Grace.
«Ciao, tesoro. Come stai?»
«Meglio, il viaggio è stato noioso. Questo qui è una mummia» sbuffa indicando con il pollice il ragazzo al suo fianco.
«Sei tu che parli troppo» ribatte Devon, passandosi una mano tra i capelli.
«E tu devi essere Avery. Aurora, tanto piacere. Mi spiace che non ci sia stata occasione prima di questa per presentarci» sorride la mora.
Stringo la sua mano con un sorriso. «Non preoccuparti. Il piacere è tutto mio.»
«Lavori con zia Vivienne da tanto?» domanda.
«Otto mesi» rispondo.
«Allora saranno stati otto mesi super divertenti» ridacchia.
Annuisco in accordo. «Diciamo che anche la noia non è noiosa.»
«Già» un'altra risatina.
Il resto degli invitati prende posto; saluto Delia, Trevor e Luna - la diciottenne bella tanto quanto la madre e la sorella - e finalmente i camerieri iniziano a portare da bere.
«Okay, chi beve delle due?» mi guarda Grace.
«Io» mi prenoto subito.
Lei borbotta e annuisce di mala voglia. «Va bene.»
«E poi non ti fa bene tutto quest'alcol» aggiunge Greg.
«Non ho nemmeno iniziato» la donna solleva il calice vuoto facendomi ridere.
Il brusio che regna sovrano sembra spezzarsi all'improvviso. Due figure longilinee varcano la soglia del locale guardandosi intorno. Valentine e Valerie si avvicinano al tavolo, due sorrisi fintissimi sul viso.
«Non ci credo, sono venute» mormora Aurora, labbra pericolosamente vicine all'orecchio di Devon.
«Sono senza un graffio, fanno progressi» risponde lui.
Sento le gemelle salutare le zie e sposto lo sguardo sui loro genitori. Vivienne le guarda speranzosa di poterle abbracciare mentre Danny... trasuda tristezza da tutti i pori. Ma che accidenti è successo tra queste due? Quando le ho viste, è vero, non si parlavano più di tanto ma succede quando si ha qualcosa per la testa o è una giornata no. Credevo si trattasse di questo, ma da quello che vedo... mi sa che è sempre una giornata no per queste due.
Valerie, la gemella poco più bassa, sorride ai suoi genitori e li abbraccia. È Valentine che mi stupisce: rivolge loro un breve sorriso e si accomoda accanto a Layla e Alec, i figli quattordicenni di Paige e Caleb.
«Qualcuno deve averle ucciso il gatto per comportarsi così» bisbiglio, infastidita dal suo comportamento.
«Fa così con tutti» mormora Luna, seduta al mio fianco.
Mi volto per poterla guardare meglio e sospiro piano. «Peccato.»
«Ha la faccia da stronza» aggiunge lei.
«Luna!» strilla in un bisbiglio Aurora.
Le sorelle si guardano a vicenda. «Che c'è? È vero, e lo sappiamo tutti.»
Grace, al mio fianco, stringe la mano di suo marito ma non commenta la nostra conversazione segreta, così come Devon.
«Rie, vieni a sederti!» esclama Luna.
Valerie le sorride. È impossibile non notare le guance scarlatte mentre prende posto accanto a suo fratello. L'imbarazzo la sta mangiando viva, conosco bene quella sensazione.
«Ciao, bimba» Devon accoglie la sorella con una dolcezza estrema da scioccarmi fino alla punta dei capelli. Le accarezza la chioma bionda e lascia un breve bacio sulla sua fronte.
«Ehi. Siete venuti insieme?» domanda, guardando anche Aurora.
La mora annuisce. «Già. Tu ti sei goduta il viaggio insieme a Val?» domanda, ironica.
«No, ho preso il pullman» sospira Valerie, muovendosi a disagio sulla sedia.
È ora di intervenire, sta annegando nel disagio e non posso più stare a guardare. «Bel vestito» mi complimento.
Lei mi rivolge un sorriso timido. «Grazie, è di Zara.»
«Io non riesco mai a trovarci niente» borbotto, fingendomi infastidita.
Valerie ridacchia e afferra il calice vuoto di fronte a lei. «Era in saldo.»
«Che fortuna sfacciata, non posso crederci!» esclamo facendola ridere una seconda volta.
«Che c'è, qualcuno ha vinto la lotteria e non vuole dirmelo?» indaga Trevor, da cinque-sei posti di distanza.
«Se fossi stata io non mi avresti più visto, razza di spilorcio» butto giù un sorso di vino.
«Oh, mio Dio, avevo dimenticato il portafogli!» si difende. «Bambini, diteglielo che vi compro sempre tutto!»
«Ma certo...» sorrido. «Tirchio» fingo un colpo di tosse sollevando parecchie risate.
Lucas alza gli occhi al cielo. «Non ho ancora visto la nuova versione di Fifa, papà.»
«Non farò spendere a tuo padre sessanta dollari per uno stupido gioco dell'xbox, Lucas» ribatte Delia.
«Dai, zia» si lagna Michael. «Sono stufo di fare a turno con Luke.»
«Ehi! Fai sempre più partite e continui a perdere, non è colpa mia se sei una frana!» si difende il fratello.
«Papà, me lo ha comprato ieri» si pavoneggia Alec, fiero di possedere qualcosa che uno dei suoi cugini non ha.
«E io ho ricevuto sessanta dollari di paghetta. Ho intenzione di farmi una manicure» Layla informa nessuno in particolare mentre continua a digitare sullo schermo del suo cellulare.
«Che hai fatto tu?!» strabuzza gli occhi Paige.
Caleb deglutisce. «Non è come sembra.»
Osservo divertita come la discussione su uno stupido videogioco abbia alleggerito la tensione che si respirava fitta come la nebbia e porto ancora una volta il calice alle labbra.
Avrei tanto, tanto desiderato una famiglia del genere da piccola e non so se questo pensiero mi renda una persona terribile ma non posso mentire. C'è tanto amore tra questa gente e spero con tutta me stessa che alcuni elementi lo capiscano presto.

Outfit di Avery:

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Aurora Sullivan

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𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Where stories live. Discover now