10.

7.6K 295 16
                                    

Sbadiglio, annoiata dal proseguimento della giornata. Servo due clienti e ne aiuto un terzo, poi il negozio si svuota. Lancio uno sguardo all'orologio che avvolge il polso e sospiro, sollevata all'idea che è quasi finita. Non so, oggi va così.
Saluto Vivienne promettendole che la avviserò non appena metterò piede in casa e mi avvio. La fine di ottobre si avvicina e con essa, l'inverno. È ancora presto, lo so, ma a Boston il clima sembra prediligere due stagioni: estate e inverno, con l'intrusione di qualche bella giornata primaverile o autunnale, fine della storia. Stringo le mani in due pugni all'interno delle tasche e accelero il passo per sbrigarmi, non ho intenzione di congelarmi.
Arrivo a casa dopo qualche minuto e mando un messaggio a Vivi avvisandola che sono sana e salva, successivamente entro in bagno e aziono la manopola dell'acqua calda. Ho intenzione di fare una bella doccia calda prima di scaldare gli avanzi della cena di ieri.
Mi disfo degli abiti che indosso e salto in doccia. Una volta conclusa, mi approprio dell'accappatoio e avvolgo un telo attorno ai capelli bagnati. Sto prendendo il cellulare quando proprio quest'ultimo comincia a squillare. Molly.
«Pronto?»
«Ciao, Ry. Ti disturbo?»
Sorrido. «No, nient'affatto. Dimmi pure.»
Dall'altro capo del telefono Molly sbadiglia, facendomi ridacchiare. «Scusa, sono un po' stanca. Comunque, ti chiamavo per sapere che impegni avessi il ventisei.»
«Libera come una libellula» la informo.
«Congratulazioni, hai appena preso un impegno con la sottoscritta e la sua gemella!» esclama. «Io e Paige festeggiamo in un locale poco distante da casa mia. Ti scrivo per messaggio i dettagli, va bene?»
«Certo» rido. «Ci vediamo fra un paio di giorni allora.»
«Ciao, tesoro» attacca.
Sorrido, non potendone fare a meno ed esco dal bagno dopo aver calzato gli infradito. Bene, adesso il dilemma esistenziale di ogni ragazza: cosa mi metto? Controllo ancora una volta il calendario e borbotto, notando che mancano quattro giorni. Domani farò un giro per negozi e adesso vedrò di cercare qualcosa nello pseudo armadio che posseggo. Entro in camera e apro le ante, mordicchio il labbro inferiore mentre rovisto tra i vestiti. «Mmh, questa giacca non è niente male» mormoro tirando fuori una delle uniche due camicie che ho. È nera, sagomata, molto semplice. Ho intenzione di adottare un look total black per questo compleanno. Cerco nei cassetti, frugando tra i diversi capi e urlo vittoriosa quando trovo quello che stavo cercando: un corpetto magnifico dalla scollatura ampia ma non troppo. Tiro fuori un paio di pantaloni neri e mi accomodo sul letto, chinandomi verso il pavimento per tirare fuori la valigia che sta al di sotto.
Ho comprato un paio di tacchi in occasione del primo pranzo domenicale dai Bradshaw qualche mese qua e da allora, ne ho acquistati altri due paia. Apro la valigia, esaminando il contenuto e stringo le labbra tra i denti annuendo quando sollevo un paio di tacchi rosso fuoco, da abbinare a una handbag dello stesso colore. «Pensavo sarebbe stato più complicato, e invece...» sorrido soddisfatta e sistemo nuovamente l'outfit nell'armadio. «E adesso la pappa» mormoro.

Il giorno seguente sembra una copia di quello precedente: una noia mortale. Per fortuna, grazie alle chiacchiere con Vivienne, riusciamo a tirare avanti senza addormentarci sul posto.
«Hai da fare dopo?» chiedo, giocherellando con il nastro blu sul bancone.
«Non credo, perché?»
«Devo cercare qualcosa per il compleanno delle gemelle. Se non hai da fare possiamo fare un giro, magari mi dai una mano» spiego.
Vivienne sorride elettrizzata. «Certo! Mi preparo e andiamo.»
«C'è un cliente. Se ci pensi tu io porto la mia giacca di qua e ti do il cambio.»
«Hm-hm» annuisce prima di avvicinarsi all'uomo intento a guardarsi intorno spaesato.
Raggiungo lo studio e mi avvicino all'attaccapanni per recuperare il cappotto e la borsa, poi torno di là. Poggio tutto sullo sgabello nascosto dal bancone in legno e sorrido all'uomo che si avvicina alla cassa mentre Vivienne sparisce al di là della porta. Porgo il resto al cliente e lo saluto, invitandolo anche a venirci a trovare presto.
«Comunque», Vivi finge un colpo di tosse. «prima ti ha chiamata tua madre.»
«C-cosa?» balbetto, colta alla sprovvista dalle sue parole.
«Non volevo sbirciare, è solo che il cellulare era sul bancone e si è illuminato. Ce l'avevo sotto agli occhi» spiega, nervosa.
«Ehm... grazie di avermelo detto. La richiamo più tardi» mento, contorcendomi le mani a causa dell'ansia.
Vivienne posa una mano sul mio braccio. «Tutto bene, Avery?»
Annuisco. «Hm-hm. Sì. Certo. Andiamo a fare questo giro o hai cambiato idea?» domando per sviare l'attenzione dall'argomento principale. Vivi non è affatto una stupida, sa benissimo che c'è qualcosa sotto e che la mia reazione non è stata normale, ma è anche un'ottima amica... e lo dimostra il fatto che non faccia ulteriori domande.
«Assolutamente no. Giro di shopping assicurato!»
Sorrido, più calma. Peccato che quella sensazione di gelo permanga lungo la spina dorsale e dentro al cuore.
Giriamo per negozi almeno per un'oretta abbondante, lungo il tragitto riesco a trovare due semplici bracciali – uno azzurro e l'altro blu – per le festeggiate. È un giro di brillantini colorati, dal taglio fine che li fanno sembrare eleganti ma anche casual. Insomma, qualcosa che possono indossare per un evento più importante o per una banale giornata lavorativa. Il peso sullo stomaco si alleggerisce, almeno non dovrò cercare all'ultimo minuto qualcosa di orrendo.
«Sai già che mettere?» chiede Vivi sulla strada di ritorno.
Lecco il pollice unto di patatine al formaggio e annuisco. «Hm-hm. Pensavo che non avrei trovato nulla, invece il completo non è niente male.»
«Mmh, niente vestito quindi?» alza e abbassa le sopracciglia ripetutamente.
«Nah. In verità non ne ho nemmeno poi così tanti. Ho passato questi mesi a comprare più roba per casa che per la sottoscritta» sbuffo.
Prende un sorso di frappè dalla cannuccia. «Dovresti passare da me. Le gemelle hanno lasciato un sacco di vestiti che non mettono più. Meglio donarli che buttarli via. Magari trovi qualcosa che ti piace.»
«Valentine e Valerie, giusto?» chiedo, sperando di non ricordare male.
«Già» annuisce, abbozza un sorriso che di felice non ha proprio nulla.
«Tutto bene? Mi spiace se-»
«Non scusarti, non è colpa tua se menzioni il nome delle figlie» accenna un altro sorriso.
Poso una mano sulla schiena. «Le cose non... vanno bene?»
«Più o meno. È una situazione strana quella che si è creata e anni fa, quando i ragazzi erano solo dei bambini, io e Danny non ci saremmo mai aspettati una svolta del genere.»
Arriccio il naso. Come si può far rattristire una donna come Vivienne Bradshaw? È sensazionale e a volte, nonostante non sia un pensiero molto carino da fare nei confronti di Luise Miller, avrei tanto voluto una donna come lei come mamma. «Le cose si sistemeranno prima o poi, lo sai questo?» continuo ad accarezzare la sua schiena mentre camminiamo.
«Lo spero tanto. Odio vedere i miei bambini così... distanti.»
«D'accordo, niente più tristezza. Va a casa da tuo marito e organizzatevi una bella cenetta romantica, okay?» spingo scherzosamente la sua spalla.
Vivienne emette una risata, questa volta genuina, e ne sono grata. «Sarà fatto. Avvisami quando arrivi e passa a trovarci qualche volta, sai che non è un problema.»
Sarà fatto» ripeto le sue stesse parole.
Ci salutiamo davanti al Velia's e poi ci separiamo.
Avevo intuito che la situazione con Devon non fosse delle migliori, dunque, scoprire che anche con le gemelle non va poi chissà quanto bene mi rattrista parecchio. Le ho conosciute all'incirca quattro mesi fa, durante un pranzo della domenica, bellissime entrambe e con un viso particolare.
Ho scoperto che abbiamo la stessa età. Peccato io abbia già preso la laurea ancor prima che loro entrassero alla NYU, sarebbe stato divertente commentare insieme le feste, gli esami, lo stress... tutto quanto. A ventuno anni avrei quasi finito il college e poi avrei pensato a cosa fare dopo, invece no, mi è stata tolta anche questa possibilità di scelta.
Magnifico, eh?

𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora