21.

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Trascorre una fantastica settimana da quando ho ripreso a lavorare. Nonostante alcuni sforzi che devo evitare di fare, le cose vanno a meraviglia. Penso di essermi perfino innamorata del mio monolocale. E, ciliegina sulla torta, proprio ieri sono riuscita recuperare i miei nuovi documenti. L'aspetto positivo di questo furto è stato poter rifare la foto del passaporto. Ero un piccolo sgorbio quando ho fatto la precedente, adesso sono molto più decente per fortuna.
Ho concluso le mie composizioni e da giorni lavoriamo su quelle per il tanto atteso Ringraziamento. Devo ammetterlo, le mie preferite sono quelle dove predominano i mirtilli ma adoro anche quelle con piccole mollette decorate da tacchini in miniatura. All'inizio pensavo che fosse assurdo organizzare bouquet o ghirlande del genere ma mi sono parecchio ricreduta a lavoro completo. La genialità di Vivienne Bradshaw è quella che rende originale ogni lavoro che lascia il Velia's. I clienti sono entusiasti, soddisfatti e gongolano parecchio quando vengono a ringraziarci per aver ottenuto successo ai vari eventi che organizzano. Ho un paio di idee per le composizioni Natale di cui voglio discutere con Vivienne ma ci vorrà un po' e non so se saranno fattibili per quest'anno. Pazienza, farò un tentativo.
Porto il pollice unto d'olio tra le labbra succhiando. Mi beo del sapore salato che si espande in bocca e parto all'attacco dell'ennesima patatina. Ero partita con una banalissima insalata per tentare di mangiare un po' sano ma al quinto boccone ho scosso il capo e mi sono arresa ordinando anche una porzione di patatine fritte.
«Non vedo l'ora che arrivi il fine settimana» Vivienne porta una mano sul collo, muovendolo piano a destra e sinistra.
Annuisco, leccandomi le labbra. «Anche io, ma rassegnati: è solo mercoledì» ridacchio.
«Tu vuoi che arrivi il fine settimana solo perché ti sei innamorata del divano e di quella serie vecchissima sull'aereo che scompare» borbotta.
Rido, portando una mano sull'addome per placare il pizzicore fastidioso che – per fortuna – diventa sempre più lieve. Oggi sono allegra, e non guasta che sia una bellissima giornata soleggiata. Dio solo sa che abbiamo bisogno di quanta più vitamina D possibile. «Si chiama Manifest e per tua informazione, continua a essere molto apprezzata anche adesso» afferro il bicchiere e poggio la cannuccia tra le labbra. Ho già detto che venero i succhi di questo posto? Sono strepitosi. Mi piacciono un sacco anche i frullati, quelli sono fenomenali, soprattutto d'estate.
«Hm-hm» annuisce prima di addentare una patatina anche lei. «Mi manca Delia» sbuffa.
«Non mi piacciono molto i giochi di ruolo, quella roba non fa per me, ma se serve a renderti meno scontrosa...» la stuzzico.
Vivienne mi lancia la mezza patatina che teneva in mano facendomi ridere più di prima. Oh, che male! Non vedo l'ora che questa tortura sia finita. Vengo torturata dal mio stesso corpo. «Muoviti piuttosto, c'è l'inventario che aspetta solo te» ghigna soddisfatta.
Incredibile la somiglianza con suo figlio... ogni volta che li guardo, apprendo un nuovo dettaglio in più. Avevo scartato la teoria dell'adozione settimane fa ma è ormai un mese che lo conosco e le somiglianze sono talmente evidenti da dover per forza escludere una castroneria del genere. Dunque, Devon Bradshaw non si è allontanato dalla sua famiglia perché è stato adottato. Scartare.
Non è stato rapito dagli alieni. Scartare.
Non ho scorto cicatrici che evidenziassero una lobotomia. Scartare.
Al momento la lista è ferma a questi punti, però le indagini proseguono discretamente. Come ho già detto, sono questioni private ma nessuno mi vieta di scervellarmi sui possibili quesiti.

Quando torniamo al Velia's sono contenta di vedere Molly in attesa davanti alla porta. Indossa un abito rosso, maniche lunghe e ad altezza cosce, ai piedi calza dei tacchi neri da capogiro. I capelli biondi le ricadono in morbide onde su spalle e schiena, facendola apparire come una super modella senza fare il minimo sforzo. Se non arrivo con un aspetto del genere a quarant'anni, protesto di brutto. Onestamente, non so chi sia il più fortunato della coppia: se Molly perché ha accanto un uomo magnifico come Tom o Tom perché al posto di una donna qualsiasi si è ritrovato a letto con una sventola galattica. In effetti, è una domanda che mi pongo per ogni singola coppia. Sfornano bambini fotomodelli che adesso fanno mordere le mani a chiunque li guardi. Se ci fosse una serie televisiva tutta per loro dovrebbero assolutamente denominarla: Famiglia da copertina. Per forza.
«Ehi, aspetti da molto?» Vivienne abbraccia la bionda.
Io faccio lo stello l'attimo dopo. «Abbiamo ripulito due porzioni di patatine. Erano divine» la informo.
«Che fortuna, io sto evitando i carboidrati come la peste. Ho un firma copie in tre librerie diverse nell'arco di due giorni e ho scelto degli outfit precisi» ci segue dentro il negozio. «In più, si avvicinano il Ringraziamento e Natale. Hai idea di quanto cibo ingurgiterò?» sbuffa.
Ridacchio e mi piazzo dietro al bancone. «Parecchio. Io avevo ordinato un'insalata... però non è finita molto bene.»
«E ha coinvolto pure me!» esclama oltraggiata il mio capo.
«Non mi sembra che tu abbia opposto tutta questa resistenza» incrocio le braccia al petto.
Molly ridacchia scuotendo il capo e poi fila nell'ufficio della cognata. «Volete un caffè?!»
«Sì, grazie!» risponde Vivienne. «E non ho opposto resistenza perché erano patatine fritte, Ry» si lagna, sprofondando sullo sgabello al mio fianco.
«Lo so, lo so» lascio piccole pacche sulla sua mano. «È una vita estremamente crudele.»
Il bip che segna l'arrivo di un messaggio mi distrae da Vivi. Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e trattengo con tutta la forza che posseggo un sorriso quando noto il mittente.

Da DB: Mamma mi ha detto del lavandino.
Sono libero nel pomeriggio.

Già, ho un piccolo problema con il lavandino del bagno ma a quanto pare è una caratteristica della mia dimora. Ho chiesto a Vivienne di consigliarmi un qualunque idraulico, lei mi ha fissata a lungo e poi ha fatto il nome di suo figlio. Danny è impegnato, Tom e Caleb pieni di lavoro e l'unico disponibile si è rivelato Devon. Adesso, non che io me ne lamenti, anzi, ma è chiaramente una stupidaggine, soprattutto per Caleb e Tom che hanno passato un sacco di tempo nel monolocale. Ci sarebbero voluti pochi minuti... beh, pazienza, mi farò bella per un certo moro dagli occhi azzurri. O verdi. Peccato che non possa ancora muovermi come si deve, sarebbe stata l'occasione adatta per testare la sua di resistenza. A prescindere dalle frecciatine e dal modo in cui ci stuzzichiamo ci giriamo intorno da un mese, quello che i nostri corpi desiderano è fin troppo chiaro.

A DB: Non mi chiedi nemmeno

a che ora sono disponibile?

Da DB: Finisci alle cinque, non ho bisogno
di sapere a che ora venire.

A DB: Cinque e mezza.

Da DB: Passo a prenderti.

A DB: Non fare tardi, odio aspettare.

Reprimo un risolino entusiasta e rimetto a posto il cellulare. Trovo lo sguardo di Vivienne già sulla sottoscritta. «Che c'è?» chiedo.
«Niente.»
Assottiglio gli occhi, scrutandola per bene. «Allora perché mi guardi in quel modo?»
«Non ti guardo in nessun modo» ribatte, alzandosi.
Molly torna con i caffè, ignara del nostro scambio di battute. La ringrazio e ne prendo un sorso. «Ti prendo quello che ti serve» mollo il caffè sul bancone.
«Dai, possono benissimo aspettare» gesticola la bionda.
«Tra poco si riempirà di gente. Ci metto un attimo» la rassicuro prima di avvicinarmi al mazzo di viole del pensiero.
«Lo sai, ci sono un sacco di altre belle storie dietro a tutti questi fiori» Vivienne informa sua cognata.
Alzo lo sguardo dal mazzo e sorrido. La storia a cui il mio capo si riferisce è quella di Persefone, la moglie del dio degli Inferi. Si narra che quando all'inizio della primavera Persefone tornò per la prima volta nel mondo dei vivi, la terra l'accolse creando per lei dei piccoli fiori mai visti prima, delicati e vellutati come i suoi occhi, dei veri "pensieri d'amore", ovvero le prime viole del pensiero.
«Beh, questa è la mia preferita» ribatte la cognata.
Sento lo scampanellio della piccola campana al di sopra della porta ma lascio che ci pensi Vivi a questo cliente. Incarto per bene il mazzo di viole e sorrido soddisfatti.
«Salve, mi dica pure» Vivienne supera il bancone.
Raccolgo un rametto da terra e mi alzo, rimanendo pietrificata sul posto quando i miei occhi si riflettono su un paio della stessa identica tonalità. Non riesco ad aprire bocca, sono troppo sconvolta dalla sua presenza. Lei ignora Vivienne e si piazza davanti alla sottoscritta, solleva la mano destra adornata da due anelli e mi schiaffeggia talmente formi da farmi girare la testa.
«Ma che accidenti sta facendo?!» esclama Vivienne.
«È impazzita?!» strilla Molly raggiungendomi.
Piano, porto lo sguardo su di lei. La guancia pulsa e sono certa abbia lasciato uno dei suoi soliti segni. Scosto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sotto il suo sguardo gelido scuoto piano il capo. «Non cambi mai, eh, mamma?»

𝐀𝐕𝐄𝐑𝐘 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟏]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora