Capitolo 40.2

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Raggiunta da soli alti picchi emotivi, mi lasciavo indugiare nella chiara visione che lui mi stava dando, nei dettagli di ciò che Elias stava facendo accadere a noi nella sua immaginazione.

Non ero preparata a scoprire quanto avrebbe voluto rifare meglio con me quello che aveva in precedenza disfatto, quanto io lo avrei voluto, nonostante fossi stata piantata in asso da lui in quella casa.

Nel mio restare muta, ogni più piccolo movimento degli steli d'erba alla frescura notturna, e delle sue scarpe, ricamava il benessere che sentivo nell'essergli tanto dentro da potermi confondere in lui.

Perpetuo.

Ciò che ci lasciano le persone.

Nella probabile nullità del futuro, l'adesso era tutto ciò che contava, facendosi magia con il suo collo un po' più flesso su di me, e le sue sopracciglia corvine.

Era il Rih che avrei dovuto temere, a fissarmi come nessuna ragazza ero certa fosse mai stata fissata, con centrata e riguardosa burrasca.

Erano le sue mani a sembrare sempre piene delle mie, anche se non ci sfioravamo nemmeno più.

Era il suo modo di dirmi che la lontananza incideva, ma come ci era stato insegnato alla lezione dei fiori di carta, in questa, non saremmo mai stati soli.

«Vuoi portare via lei, adesso?» insinuò una voce alle mie spalle, arrivando a distrarre Elias con un tono poco consono alla sua intromissione.

Fu un colpo sapere che era venuto, ormai non ero certa neanche che fino a poco prima non fosse stato nei paraggi a Fiesole, senza farsi trovare da me.

Mi girai, e quando lo vidi, in tutta la sua fierezza, le iridi bicolori a separare il buio, di uno splendore d'altri mondi, i tratti anneriti come dal carboncino di un artista, vacillai.

Si era incamminato verso di noi, sfilando nel cerchio aperto disegnato dagli alberi, sotto quella costellazione che lo stava rivolendo per sé, e non sembrava avere alcun buonsenso mentre fissava il Rih che lo aveva chiamato.

Una scintilla, accesasi con prepotenza dalla sua mano, si era alzata rapida lungo il suo braccio destro, infuocando la sua muscolatura nera e illuminando il suo viso sempre bellissimo, in uno spettacolo che era insieme mozzafiato e spaventoso.

Non ero in grado di togliere lo sguardo da lui e dalla sua aggressività, da quanta forza stava mostrando per me, da quanto ogni contrasto d'aspetto attirasse ancora di più a un grezzo preludio di desideri.

Era diventato tutto fuorchè un ragazzo adatto a quelli che erano i canoni sul mio pianeta per una ragazza, nonostante ciò, la sua mascolinità era tanto accentuata da non poter essere resistita.

Non aveva perso niente della sua sfrontatezza, lo diceva la competizione nei suoi scintillanti occhi, mentre puntava assiduamente colui che aveva il dovere di portarlo a spegnersi.

«Se fossi in te, cercherei di conservare le energie», ribattè Elias, in tono pacato, senza farsi scomporre dal modo con cui eravamo stati approcciati.

Zeno sembrò irritarsi al solo sentire la sua voce, e io mi domandai se avesse potuto avvertire tramite il suo tatuaggio, o intuire vedendoci insieme, che qualcosa tra me e il Rih era accaduto.

«Io, invece, preferisco consumarle qui.»

I guizzi di fuoco vorticarono intorno al suo avambraccio, parvero far salire ulteriormente la fiammata che lo accompagnava, mi dedicò una sola diretta occhiata che bastò a farmi sentire un certo stringimento allo stomaco.

«Sai che non conviene», commentò Elias, dandomi cenno di allontanarmi da entrambi, suggerimento che accolsi a piccoli passi, senza avere idea di come essere di aiuto ad almeno uno di loro. «Ma se lo vuoi fare comunque...»

Zeno scattò di fronte a lui, emanava un gran calore che avvertii fin dove mi ero spostata, il suo braccio ardeva in contrattura, conferendo di riflesso alle iridi del Rih una luminosità che non gli apparteneva.

Non diede speranza di cambiare idea, la sua minaccia si perpetrava, come se potesse autorigenerarsi alla sola vista di quel ragazzo di un Territorio superiore al suo, che aveva avuto un qualche potere su di me, e io su di lui.

Si mosse veloce, arrivando a trovarsi dietro di lui, e lo tirò per primo a sé, serrandogli il busto con i suoi muscoli scottanti per le fiamme che faceva crepitare.

La maglia di Elias prese a bruciare, così come la sua giacca, soffocai un urlo, il cuore picchiava con furia, un inquietante odore si stava diffondendo nella Terrazza.

Il ragazzo si dissolse nella sua stretta, Zeno rimase con quello che rimaneva di una giacca che non era sua, e un maglione rovente che cadeva ai suoi piedi sul terriccio.

Fruscii nell'aria, sentii che lo stava aggirando, il Lie lo cercò, la fronte aggrottata per la concentrazione.

Un dito mi sfiorò il labbro, rabbrividii sapendo che doveva essere lui, che era un suo gesto per tranquillizzarmi che stava bene, me lo godetti fino in fondo.

Quando un Elias rimasto in canottiera smanicata si rifece vedere, Zeno era appena stato atterrato da una inaspettata pedata della sua scarpa, che lo teneva ancora fermo sul pavimento.

Il Lie si curvò in avanti come potè, sembrava non riuscire a trovare spazio di manovra, il suo braccio si tendeva per aiutarsi, le fiamme serpeggiavano nel buio, avvicinandosi sempre più alla gamba del Rih.

«Mi brucerai anche i pantaloni?» chiese Elias, guardandomi un istante di sottecchi, cercando nel mio atteggiamento una reazione a lui senza, inferendomi nuovi colpi nel petto.

Gli addominali di Zeno forzarono, modellando la sua maglia aderente, mostrando un fisico capace di resistere, i suoi capelli biondi erano un groviglio di ciuffi che scendevano sui suoi occhi chiari.

«Puoi tenerteli, quelli», ribattè lui, digrignando i denti, e lo afferrò per la caviglia con l'altro braccio, che era privo di splendori infuocati, arrivando a sbilanciarlo per la distrazione di aver condiviso il mio sguardo.

Mancò poco che Elias gli rovinasse accanto, riuscì a stabilizzarsi prima, indietreggiando da lui e lasciandolo libero, ma subì lo scompenso della manesca spinta che gli aveva dato.

Zeno ebbe la possibilità di rialzarsi, tornò in piedi soltanto per flettersi e slanciarsi, raggiungendo circa due metri in altezza, lanciando il messaggio che lui non era fatto per essere messo al suolo.

Buonasera! Ritorno di poche parole e taanti fatti per Zeno, questa volta ♥ La parte, lo ammetto, è stata ispirata dalle molte richieste che ho ricevuto negli anni su un possibile scontro Zeno/Elias, lo avete voluto e suggerito da più fonti, e io h...

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Buonasera! Ritorno di poche parole e taanti fatti per Zeno, questa volta La parte, lo ammetto, è stata ispirata dalle molte richieste che ho ricevuto negli anni su un possibile scontro Zeno/Elias, lo avete voluto e suggerito da più fonti, e io ho ascoltato chissà se vi è piaciuto come l'ho interpretato fino a qui... il capitolo prosegue, ho dovuto dividerlo ancora perchè troppo lungo, perciò a giorni arrivo con la parte 40.3. Fatemi sapere le vostre impressioni nei commenti e/o messaggi privati, e se vi va, lasciatemi un voto a supporto. Mi fa sempre piacere sentirvi. A presto!

Saiph - La mia stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora