Capitolo 25.1

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                                                     Belle di Notte


Assenza di te, Petunie del Cielo Notturno tra le mani, il vuoto si incunea nella baia oscura dei pensieri, che non rivelo a nessuno.

«I Fiori della Galassia.» nominai alla bambina che li aveva voluti vedere da vicino e che ero sicura, li avrebbe anche acquistati. «Hanno la notte stellata sui loro petali, l'universo con i suoi astri bianchi nella loro corolla.»

La piccola prese un gambo con le sue dita di vaniglia, i suoi occhioni come candelabri accesi, erano suggestionati dal colore viola della Petunia, arcuato da circoli chiari come luce di stelle.

«Possono sentire i desideri?» mi domandò, speranzosa, rialzando lo sguardo.

«Ma certo.» le risposi con un sorriso, notando quanto tenesse a quella risposta. «Il cielo ha scelto loro per raccoglierli tutti.»

La bimba mi porse i soldi, in modo ingenuo e spontaneo, mentre la Signora Berti, con cui non avevo ancora parlato quella mattina, ci osservava da lontano.

«Li vuoi già pagare?»

«Mamma ha un demone nero nei polmoni.» mi disse, con semplicità, e io avvertii spille arrugginite chiudermi le labbra, la malinconia, il cuore. «Mi ha chiesto di acquistarle un fiore per la sua stanza in ospedale, ma grazie al vostro negozio, io non le porterò solo quello, le porterò anche l'universo, il cielo e le stelle.»

Impreparata, guardai lo sgabello vuoto dove era solito riposare Elias ogni tanto, quando era presente. Se fosse stato al mio posto, ero sicura non avrebbe detto alcuna parola.

I tuoi silenzi sono graffiti trasparenti sulle pareti di ogni luogo, di quello in cui ci siamo conosciuti, di quello che si trova nella mia testa.

Posai una mano sulla guancia della bambina, immaginandomi Elias mentre le parlava con quel gesto, in seguito andai a fasciare i fiori che aveva scelto.

Emma mi osservò con un'espressione incuriosita, poi mi passò un nastro lucido e dorato che stavo cercando senza trovare.

«Ho un'amica nuova, a quanto pare.» esternò, facendomi sapere di aver colto qualcosa di diverso in me. 

Incartai le Petunie, e tornata dalla piccola, mostrai quello che avrei voluto fosse il mio miglior sorriso, per lei e per la sua mamma malata.

«Desidera, desidera più forte che puoi, mentre lo porti a lei.» dissi, porgendole il mazzo. «La magia che si origina dal cuore attira le stelle

«Grazie.»

La bimba lasciò il negozio, con gli occhi che le brillavano più degli astri su quei petali, e io mi girai di nuovo a cercare qualcuno che non c'era, che non poteva vedermi, ma che io non avevo smesso di vedere.

«Ottimo lavoro, Ester.» giunse alle mie spalle la voce soddisfatta della Signora Berti, una campana che distoglieva dall'oblio dei silenzi perduti, ma non scomparsi. «Bentornata alla Bottega.»

                                                                        ✴

Il respiro di un incontro, un palpito soltanto, un nuovo incrocio di vie, può essere tramontana chiara nelle segrete dei nostri castelli.

«Vorrei rivedere il Principe.» ripeté mia nonna, mentre mia madre la aiutava a sedersi sulla sedia a rotelle, posizionandole un morbido cuscino dietro la schiena.

«Allora dobbiamo mandare un messaggio a corte.» rispose lei, con dolcezza e tristezza, ma solo io capii a chi si stava riferendo Iside, e mi agitai.

«Lo manderai, vero?» si rivolse a me la nonna, con una serietà e una fermezza che mi fece accelerare i battiti, sotto lo sguardo rassegnato di mia madre.

«Proverò.»

Era una sera stellata, di quelle senza una nuvola in cielo, l'orario delle visite era quasi terminato, i corridoi della struttura erano liberi e tranquilli, filtrati dalle finestre da candida luce di luna.

Avevo salutato mia madre, rimanendo sola con Iside e con la sua richiesta imprevista di trovarsi ancora davanti a Zeno, a quegli occhi diversi che erano stati in grado di riportarla alla sua epoca, alla magnificenza opulente di Siro.

Guidavo la sedia a rotelle dell'anziana con lentezza, pensando a come dovesse essere sentirsi assediare i ricordi dal male, a ogni passo udivo rimbombare nel cuore la sua attesa per il nulla.

Spinsi la porta sul giardino, da cui proveniva un profumo intenso e dolce, di fioritura e notte calante, e avvertii il fresco dell'autunno buio sul viso.

«Si sono aperte.» si meravigliò Iside, inarcando la schiena in avanti, in un tentativo di alzarsi e passeggiare da sé nel prato illuminato.

«Ferma, nonna.»

La trattenni, posando entrambe le mani sulle sue spalle, sentendo, nella fragilità delle sue ossa, una ferrea volontà di avvicinarsi alla siepe di Mirabilis Jalapa, la quale sembrava poter colorare di fucsia l'intera zolla di terra, chiazzando perfino la luna.

«I fiori di mamma Agata.» insisté, facendomi resistenza, e spingendosi per uscire fuori.

Sospirai e dopo aver avuto un sorriso di incoraggiamento da parte di una infermiera che passava di lì, accompagnai la sedia a rotelle giù per una discesa, entrando nel giardino.

Iside sembrava assorta, pareva essere richiamata dal profumo di quei fiori notturni, voler a tutti i costi affondare il naso tra i loro petali, per sentirsi ancora come un tempo, a casa con sua madre.

«Le Belle di Notte sanno.» parlò al vuoto, in un tono più stridulo, e a me sembrò potesse iniziare a delirare da un momento all'altro. «Loro lo sentono. Di sicuro c'è. Non si fa vedere, ma c'è.»

«Abbassa la voce, per favore.» Le diedi una carezza sui capelli, sperando avesse un effetto calmante su di lei. «Non c'è nessuno oltre a noi due, qui.»

«Due, due!» esclamò, ripetendo una delle mie parole come se si fosse incantata nella frase che avevo pronunciato, quasi fosse magica.

«Adesso rientriamo, nonna.» dissi, addolcendo la voce, ma girando indietro la sua sedia. 

«Assicurati che il Principe venga a trovarmi, Ester. Mamma Agata non ha mai saputo, ma io sì, io l'ho visto, io l'ho conosciuto, è venuto davanti alle sue Belle di Notte, era lì.»

«Non capisco. Siro era dalle vostre Mirabilis?»

«No, Emar.»

Era lì.

Sono tornata, dopo lunghe vacanze estive, e con me sono arrivati i misteri nel passato di Iside, e un nuovo personaggio, di cui capiremo qualcosa in più nella seconda parte di questo capitolo

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Sono tornata, dopo lunghe vacanze estive, e con me sono arrivati i misteri nel passato di Iside, e un nuovo personaggio, di cui capiremo qualcosa in più nella seconda parte di questo capitolo. Benvenuto Emar! *__* I pensieri più sentimentali di Ester li sento molto vicini a me, riflettono infatti me stessa in un modo intimo e reale. Spero vi sia piaciuta la componente enigmatica che sto riportando nella storia grazie a un fiore notturno, fatemi sapere nei commenti le prime sensazioni che vi ha lasciato. A presto!

Saiph - La mia stellaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora