Capitolo 16.1

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                                                        Il tempo contro


Misi una mano sulla sua.

Poi la allontanai dal mio viso.

Ingiusto.

«Sono io che ti sto facendo diventare nero.» presi coscienza.

Io, io, io.

Zeno mi guardò afflitto, e mi rovesciò di nuovo sul letto, con prepotenza.

In un attimo, il ragazzo aveva ribaltato la situazione, e ora stava proprio sopra di me.

Un contrasto forte, netto.

Luce e buio, in quel corpo che non poteva ribellarsi ai tre desideri che avevo formulato.

Implacabile come un condottiero astrale, le dita chiuse a pugno intorno alle lenzuola, mi teneva in ostaggio tra le sue braccia, come Saiph faceva con lui.

«Ti avevo detto che il cielo può essere insidioso.» ricordò, i suoi occhi che mi sommergevano come l'onda alta di una marea. Sempre più verde. Sempre più blu. Andai a fondo, giù con loro.

«Ma quello che non sapevo.» ribattei, senza più fiato, annaspando come se potessero farmi sul serio annegare. «Era che eri tu a esserne insidiato.»

Lui non negò, e il suo silenzio mi fece sentire il peso dell'universo su di noi.

Segnati.

Piegò il viso, e abbassandosi, mi lasciò un bacio sul petto che sentii al pari di un marchio di fuoco.

I suoi effetti caldi mi arrivarono perfino tra le gambe.

Sospirai, al limite.

Ne lasciò un altro sull'addome, e dentro di me divampò il bisogno di essere nuda per quel provocatore biondo, di consegnarmi a lui.

Completa.

Afferrai i lembi dell'abito da sotto e tirai fino a sollevarlo oltre la pancia. Zeno capì la mia intenzione, e mi favorì, spostandosi.

Lo sfilai dalla testa, e lui lo sottrasse dalle mie mani, lanciandolo su una sedia come a punirlo per essergli stato d'intralcio.

Ripiombò su di me, la velocità di una stella, in tutta la sua mascolina bellezza.

Maledetti desideri che oscurano.

Maledetta Saiph!

Mi liberò i seni con gesti sicuri e intransigenti, posseduto da una voglia che ci stava piegando insieme, nonostante tutto.

Titillò con la sua umida lingua l'areola di uno e dell'altro, mentre con la sua protuberanza strusciava tra le mie cosce, e a quel punto persi il senno.

Le labbra si schiusero istintivamente, dolci affanni si alzarono per lui, rapidi, ravvicinati.

Lui girò gli occhi limpidi verso la mia bocca ansante, parve voler catturare ognuno di quelli, imprimersi nella memoria che erano suoi, solo suoi.

Inarcai la schiena, e sollevai il bacino, allo stesso tempo Zeno premette con il suo, e le sottili stoffe della biancheria intima si tesero.

Tra di noi, solo le mutande e le calze già bucate al centro. Dal suo sorriso sghembo ero certa che presto nemmeno quelle avrebbero potuto fermarlo.

Era pronto.

«Io sono questo, Ester.» ammise. «Insidiato fin dal principio, perfetto per te, ma imperfetto per il resto del mondo.»

«Tu...lo accetti.» capii, il cuore stretto in una morsa di dolore per la rassegnazione che percepivo dalla sua voce. «Accogli il nero che ti assale senza opporti.»

«Che cosa dovrei fare?» ribatté, il sorriso rientrato, la serietà che gli corrugava la fronte. «Dimmi, che cosa pensi che dovrei fare? Volare fino alla tua stella, la mia creatrice, e protestare? Mi ha dato l'opportunità di conoscerti!»

Le sue labbra si chiusero sulle mie prima che potessi rispondere qualcosa, e con foga disperata mi baciarono, mi inglobarono, lasciandomi completamente annientata sotto di lui.

L'opportunità di conoscermi.

Zeno è felice già solo per quella.

Per un poco che forse per lui è...tanto?

«Mi hai detto che anche tu avevi un desiderio.» riuscii a parlare, quando si staccò da me per stuzzicarmi il collo con la lingua, mentre entrambe le sue mani si chiudevano sui miei seni, burbere.

«Vuoi sapere che cosa ho scritto sul foglio che ho gettato nel falò?» intuì.

Rigirò i miei capezzoli tra i pollici e gli indici, e io gemetti un sì alle sue orecchie, che risuonava nella mia mente da quando lo avevo visto alla festa.

«Voglio saperlo.»

Il ragazzo si ritirò da me, fuso con la penombra della sua camera.

La sua semi nudità di tenebre rischiarata solo dalle candele, sembianza di demone potente che nascondeva il suo destino di stella oscurata, fasci di muscoli divorati da un tatuaggio che non si sarebbe pentito. Fino all'ultimo.

«Essere visto da te per quello che sono, e non per quello che non sarò mai.» sussurrò, facendomi rabbrividire e poi mandandomi in frantumi il cuore. «Contro il tempo.»


Mi pare di sentirvi mentre esclamate "e ora!!?"

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Mi pare di sentirvi mentre esclamate "e ora!!?". Parte più corta questa, sono stata sulla scoperta che Ester ha fatto da poco, per farle entrare in testa che le cose non resteranno uguali per sempre per Zeno, e il tempo scorre inesorabile. Lui è consapevole di non essere il ragazzo giusto da presentare alla società, ma lei riuscirà a passarci sopra, oppure si lascerà sopraffare dai timori? Spero vi sia piaciuta anche questa breve scena, pur senza azione. Fatemi sapere le vostre impressioni :-*

Saiph - La mia stellaWhere stories live. Discover now