Capitolo 17.1

5.1K 131 129
                                    

                                                            Solo vita

Mi contrassi sull'indice e il medio della sua mano, mentre un nubifragio si abbatteva dentro di me, prolungato, violento.

Mi afflosciai sul ragazzo, le orecchie che mi fischiavano, i suoi sussurri incoraggianti che mi giungevano lontani, ovattati.

A penzoloni sul vuoto, sorretta da un corpo nudo dalle striature di vapore nero e bruma, il paradiso e l'inferno si toccarono.

Ebbi le vertigini, senza controllo sull'altezza a cui ero, il piacere si intensificò in un unico attimo di vita che mi scosse tutta.

Boccheggiai sulla sua spalla, liberata, le sue generose dita ora ferme, a sentirsi scivolare tra le mie pareti, ad assistere al miracolo.

Pulsavo come se fossi solo cuore, i pensieri messi a tacere da una nuova pace, il mio respiro via via più calmo e regolare.

Ero in uno stato di grazia, una intima spossatezza che mi rilassava nonostante fossi ancora sollevata dal suo fisico prestante.

«Potrei guardarti venire per me tutta la notte, sai?» disse, accarezzandomi i capelli, una accortezza che mi trasmise protezione, e al tempo stesso accese un'altra miccia per la mia voglia di lui.

Quel ragazzo portava con sé l'infinito, uno spazio così grande da non poterlo neanche immaginare, un luogo in cui il mio mondo era solo un insignificante polo disperso. Eppure, chiuso in una piccola camera di un minuscolo paese in un altrettanto ristretto pianeta, lui riusciva a vedere l'infinito in me.

«E io potrei lasciarmi venire per te tutta la notte.»

Sorrise, trionfante e mi strinse di più a sé, il suo petto scuro che mi inglobava, il suo naso che mi solleticava il collo, e risaliva fino a una guancia.

Avvertii il suo bacino premere, il suo bisogno di spingersi tra le mie gambe e vedermi ansimare più forte di prima era idilliaco e...rischioso.

Dava dipendenza, e io non sapevo se sarei stata abbastanza forte da uscirne.

Illesa.

                                                                         ✴

La sua bocca arrivò a un soffio dalla mia, il cielo di Orione nel suo sguardo, un cielo che doveva avergli regalato colori diversi negli occhi perché non sapeva decidersi.

Nemmeno io avrei potuto scegliere tra quel verde e quel blu, da soli erano opere d'arte, ma insieme...erano un capolavoro.

Percorse le labbra con quelle stesse dita su cui ero esplosa, facendomi godere solo a quella immonda vista, poi divorò le mie di baci, e i nostri infiniti si spalancarono l'uno per l'altra.

Mi spostò dal muro, e volteggiò con me nell'oro, un duetto di gioia e di desideri, che non seguiva altra musica che quella della vita.

Ci baciammo così tanto da non capire più quanta polvere avevamo sulla nostra pelle, quanto brillanti fossimo diventati insieme.

Anche dopo essere scesi fino a sdraiarci sul letto, non ci concedemmo alcuna pausa, il tempo era inclemente, ma noi volevamo esserlo di più.

Salii istintiva sul suo corpo tatuato di magia, e lui mi lasciò fare, aprendomi le gambe per guardarmi ogni centimetro di pelle, perfino quello più nascosto.

«Attenta, Ester.»

Sentii le vene riempirsi di fuoco, non appena allungò il viso sorridente e mi morse leggermente l'interno di una coscia e poi l'altro.

Così non vale.

Sembrava divertirlo quella posizione, ma non bastargli. Poco dopo, cercò di farmi muovere per arrivare a chiudermi su di lui, a invitarlo nella mia fessura di donna.

Le mani sul mio sedere scesero a massaggiarmi più in basso, entrarono tra le mie pieghe da dietro, sfiorando di nuovo il punto di non ritorno, mentre il mio cuore riprendeva a battere il mio sì.

Indietreggiai sulle ginocchia, e quando un dito entrò di nuovo dentro per fermarmi, gemetti il suo nome, dichiarando quanto lo volessi.

Riuscii a spostarmi da lui, e a sopravvivere al suo tocco distruttivo, respirando a fatica.

Zeno era sotto di me, parte lucente e oscura della mia vita, meteora di piacere e di dolore, e io per la prima volta sentii che mi apparteneva.

«Attento, tu.»

Mi piegai velocemente sul ragazzo, e presi la sua erezione nella mia bocca, più che potei.

Lui mugolò di piacere, buttando la testa sul cuscino, e io avanzai e retrocessi un paio di volte sulla sua carne sensibile.

«Basta così.» mi ordinò, il tono di voce trasformato dalla voglia, e io seppi che nel momento esatto in cui avrei allontanato la mia bocca, niente avrebbe più potuto essere come prima.

                                                           ✴

Entrambi nudi, eravamo terra ed eravamo cielo, eravamo emozione che vibrava alla stessa frequenza pur essendo così diversi.

Lui portava sul suo corpo la pena di tre miei desideri, un compito che sembrava potergli costare più di quanto volesse, io il rammarico di non poter fare niente per lui.

Tantomeno fermare quello che provavo.

Lo lasciai libero e il ragazzo mi ribaltò sul letto, fece alzare con la sua irruenza una scia di oro dalle coperte che ricadde a lato, incrociò le mani alle mie, e mi dedicò una occhiata penetrante.

Eravamo all'ultimo atto, avevo i brividi lungo la schiena, e li sentii ancora di più quando la camera sembrò svanire, i muri diventati evanescenti in un rannuvolamento che non veniva da fuori.

E poi il soffitto parve aprirsi, e le candele spostarsi ordinate in una figura che conoscevo bene e che aveva le coordinate della casa di Zeno.

Bellatrix, Betelgeuse, Rigel, Mintaka, Alnilam, Alnitak e...Saiph.

Non potevo credere ai miei occhi, erano tutte lì, a illuminarci dall'alto di quella stanza, in una riproduzione che Zeno aveva fatto solo per me, per la nostra prima volta.

Grazie.

Mi sentii salire le lacrime agli occhi: un semplice biglietto scritto e abbandonato con mia nonna molti anni prima aveva cambiato il corso della mia esistenza.

Il ragazzo mi baciò il petto, proprio dal cuore, mi fece tremare forte; poi rialzò gli occhi ardenti e si spinse in profondità.

Sua.

Mio.

Non so valutare questa parte, avevo molte aspettative, ma siete voi che dovete farmi sapere se sono riuscita a rispettare almeno un po' le vostre

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non so valutare questa parte, avevo molte aspettative, ma siete voi che dovete farmi sapere se sono riuscita a rispettare almeno un po' le vostre. Ho iniziato il capitolo 17 con l'intenzione di renderlo il più sensuale possibile, e con questa stessa intenzione proseguirò con la sua seconda parte, domenica prossima. Le sorprese, tuttavia, non sono finite e presto...lo vedremo.


Saiph - La mia stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora