Capitolo 9.2

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Dell'acqua doveva essere stata rovesciata sulla pagina, perché l'inchiostro era deforme, non formava più frasi leggibili.

Passai alla quinta busta, con un'emozione che non sapevo definire. Era meraviglia? Era paura? Siro aveva un segreto, e anche Agata.

Dovevo capire quale fosse, mi sentivo così vicina a mia nonna in questo momento, e allo stesso tempo così lontana da lei.

Ero convinta di conoscerla, invece non la conoscevo affatto, e questa verità era un terremoto che spaccava il mio cuore in tanti pezzi.

Posai lo sguardo su mia madre, e mi chiesi se almeno lei, che era sua figlia, sapesse.

Passava l'aspirapolvere girata di spalle, canticchiando un motivetto che andava di moda ultimamente, ignara di quello che stavo leggendo.

Di lei, Iside si era fidata?

Presi la nuova lettera, residuo di un altro tempo, di altre vite, e tornai ancora una volta a guardare attraverso gli occhi di mia nonna.

Siro è malato. Me lo ha detto la mamma, quando le ho fatto notare che lui si fa vedere sempre meno da noi. Mi chiedo quale male abbia per sparire così. Le volte in cui lo vediamo per le vie sono rare ormai. Da un mese sembra stia evitando non soltanto noi, ma gli abitanti di tutta la città.

Le frasi seguenti erano tutte cancellate, linee dritte erano state tirate sulle parole, quasi a voler estirpare pensieri inappropriati.

Agata è un oceano di emozioni contrastanti, non riesco a capire dove inizi la sua felicità e dove finisca la sua tristezza. Dario ha chiesto ufficialmente la mia mano, diventeremo marito e moglie il prossimo anno. Quello con lui era davvero il ballo del mio destino, dopotutto. La mamma si è messa a piangere.

Tanti paragrafi dedicati ai momenti in cui la nonna si era giurata fedeltà con il nonno, ma nessun accenno più al male di Siro.

A quanto pareva, i contatti con l'uomo si erano drasticamente ridotti nel tempo. Agata era un enigma per la stessa figlia.

Aprii altre due buste, ma non trovai niente di rilevante. Sembrava che Siro avesse perso di importanza agli occhi di mia nonna.

Forse sapeva che la mamma non le avrebbe detto facilmente la verità su di lui. O forse attendeva il giorno giusto per parlargliene.

Solo nell'ultima lettera, Iside scrisse di qualcosa che conoscevo bene, qualcosa che non mi apparteneva ma che avevo io da un po'.

I tasselli del suo passato e del mio presente iniziarono a vorticare nei pensieri, sempre più veloci, ognuno incastrandosi a un altro.

Ci siamo fatti scattare una foto da un professionista, io e Dario, per il compleanno di Agata. "Dì grazie alla tua stella anche per me, mamma" ci ho scarabocchiato sopra. Lei era commossa, talmente tanto che ho pensato di averle riaperto quella ferita. Io e Dario dobbiamo tutto a loro. La nostra storia d'amore è fatta soprattutto di carta, inchiostro, e un desiderio rivolto al cielo.

Spalancai la bocca, completamente invasa dai brividi. Un potente tuono mi fece trasalire. Non riuscivo a staccarmi da quelle righe.

Entrambi abbiamo iniziato ad appassionarci all'astronomia, vogliamo sapere il più possibile delle costellazioni, soprattutto della sua, il Cane Maggiore. Siro è un nome così straordinariamente simile a Sirio. Il giorno in cui, settimane fa, la mamma mi ha aperto il suo cuore, il mio si è schiantato al suolo. Una stella!

Non c'era più altro da leggere, il resto delle frasi era sbiadito con il trascorrere degli anni, assottigliato tanto da non essere più comprensibile.

Legai di nuovo le buste con il loro spago, senza riuscire a pensare ad altro che a Siro. Avrei voluto sapere quando era entrato nella vita di Agata, e se davvero l'assenza per lavoro del marito l'avesse fatta innamorare di quel bellissimo e magico forestiero, ma purtroppo potevo solo immaginarmelo.

Siro era guarito dalla sua malattia, se di malattia davvero si trattava? Era stato presente in chiesa il giorno del matrimonio dei miei nonni? Nessuno aveva mai parlato di lui, e io non lo avevo visto in alcuna fotografia dello sposalizio.

Approfittando della disattenzione di mia madre, mi allontanai con le lettere sottobraccio, e tornai nella mia stanza.

Nascosi le buste in un cassetto, sotto i miei numerosi diari con lucchetto.

Dario e Iside. Il desiderio di Agata. Siro.

La nonna sapeva! Aveva sempre saputo.

Mi aveva portata alla Terrazza di Fiesole quindici anni prima, perché...

Voleva farmi esprimere i miei desideri su carta, affinché si potesse attivare la magia, come era accaduto per quelli di sua mamma Agata.

Perché io potessi incontrare qualcuno come Siro.

Marchiato di nero e scintillante.

Okay, forse avrete capito che quello che scrivo ha sempre un collegamento da qualche parte! Infatti, anche se mi sono ripromessa di avere una storyline il più semplice possibile per questo mio terzo libro, alla fine il troppo semplice pare mi ries...

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Okay, forse avrete capito che quello che scrivo ha sempre un collegamento da qualche parte! Infatti, anche se mi sono ripromessa di avere una storyline il più semplice possibile per questo mio terzo libro, alla fine il troppo semplice pare mi riesca difficile. Come sempre, vi ricordo di lasciarmi voti e commenti a supporto. Se vi piace questa storia, aiutatemi a farla conoscere come potete. A presto!

Saiph - La mia stellaWhere stories live. Discover now