6. Partenze

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A ottobre David e Matilde invitarono tutti i loro amici all'Old Fashion. Rosa non vedeva David da quasi due mesi, sebbene lui le scrivesse almeno un sms al giorno. Così si vestì e si truccò meglio che poté, decisa a fare colpo una volta per tutte su di lui o toglierselo per sempre dalla testa. Non poteva continuare a vivere con quel dubbio sui suoi sentimenti.

Si presentò al locale con i capelli sciolti sulle spalle e un tubino nero piuttosto aderente che valorizzava le sue forme; quando incontrò lo sguardo di David, notò il suo smarrimento. Stava parlando con alcuni amici ma lasciò il discorso in sospeso per andare ad accoglierla.

«Ciao, Rosa» gemette, con il suo solito sorriso luminoso ma due occhi da cielo di novembre.

Fu proprio quella disarmonia tra sguardo e sorriso a suggerirle che l'invito di quella sera nascondeva qualcosa che non le sarebbe piaciuto; si preparò al peggio.

Come un pugile che per non ricevere il colpo della sconfitta abbraccia il suo avversario, sperando di neutralizzarlo, così Rosa si aggrappò a lui stringendolo forte a sé.

«Mi sei mancato tanto. Dov'eri sparito?»

Doveva giocarsi tutte le sue carte.

«Sai, i preparativi...» tentennò lui.

«Quali preparativi?» ribatté stupita.

Era giunto il momento di mettere a nudo i suoi sentimenti.

«Non... non sapevi nulla? Sabrina non ti ha detto che... non ti ha detto niente?»

David si guardò bene intorno, e continuò sottovoce: «Perché non mi hai detto che venivi da sola?»

«Quali preparativi?» lo incalzò ansiosa.

Allora, senza risponderle, David si schiarì la voce, chiamò accanto a sé Matilde e con espressione grave si rivolse ai suoi amici.

«So che ciò che stiamo per annunciare sorprenderà molti di voi. Io e Matilde non lo abbiamo detto a tutti, forse per scaramanzia... o forse perché qualcuno avrebbe potuto farci cambiare idea» dichiarò in tono mesto, posando il suo sguardo su di lei. «Non è stata una scelta semplice» riprese Matilde con la sua voce nasale, sorvolando su quell'ultima frase. «Abbiamo dovuto lasciare il lavoro...»

In quel momento Rosa si rallegrò di non trovarsi nei panni di Matilde. David si stava comportando da perfetto bastardo. Stavano per compiere un passo così importante e lui si ostinava a fare il cascamorto con le altre, davanti a tutti, come se niente fosse. Non si sarebbe stupita se Matilde, in quel momento, con uno scatto felino gli avesse cavato gli occhi.

«... Abbiamo disdetto il nostro contratto d'affitto. La motivazione che ci porta a fare questa scelta è molto forte» proseguì David, stringendo tra le sue la mano tremante di Matilde.

A Rosa triplicarono i battiti cardiaci. Le parole 'scaramanzia', 'lasciare il lavoro', 'scelta difficile', presero a rimbombarle nella testa. Intuì che sarebbe stato meglio per lei sedersi. Non era mai stata molto stabile sui tacchi, tantomeno lo sarebbe stata a seguito di certe dichiarazioni.

E lei che era andata a quella festa con l'intenzione di prendersi ciò che le spettava! David non poteva... non doveva più stare con quella brutta strega.

«Tra una settimana io e Matilde inizieremo una nuova vita.»

Rosa socchiuse gli occhi per prepararsi a ricevere il colpo finale.

«Ci trasferiremo a Los Angeles, amici.»

A quelle parole seguì un brusio di sorpresa. La maggior parte degli ospiti non ne sapeva nulla, proprio come lei.

«Non vogliamo perdere i contatti con nessuno di voi!» esclamò David, riportando a fatica l'attenzione su di sé. «Ognuno di voi ha un posto molto importante nel nostro cuore» sospirò supplichevole, mentre con gli occhi cercava di riafferrare lo sguardo di lei. «Quindi vi prego, nonostante la distanza che ci separerà... restiamo in contatto.»

A Rosa venne un'improvvisa voglia di piangere, sebbene in quel momento non avrebbe saputo dire dove si trovasse Los Angeles. Fece in modo che quella smorfia di dolore somigliasse a un sorriso, e giustificò le lacrime fingendosi commossa per il grande passo che stavano per compiere i suoi amici. Li abbracciò entrambi; lui tentò di trattenerla qualche istante.

«Ti accompagno a casa» si lasciò sfuggire davanti a Matilde, ma lei si divincolò in fretta.

«Dormo da Lucio» rispose gelida. Poi osservò Matilde con disprezzo. Possibile che gli permettesse di offenderla in quel modo? «Non sta bene, ha la febbre alta da ieri.»

Era stufa degli atteggiamenti ambigui di David, la maggior parte dei quali sotto gli occhi della sua fidanzata. L'apparente indifferenza di Matilde la portava a pensare che quello poteva essere il suo modo di fare con tutte, ma lei non voleva essere messa al pari delle altre.

«Allora vado. Buon viaggio amici. Vi auguro ogni bene» mentì convinta, giurando a se stessa che si sarebbe strappata dalla mente quell'uomo.

Appena arrivò in auto, lontana da occhi indiscreti, sciolse il suo pianto.

Perché David non ha mai accennato a questa partenza? Perché neanche Sabrina... maledetta stronza!

A quanto pareva, il progetto di trasferirsi all'altro capo del mondo esisteva da parecchio tempo. Forse David non era la persona trasparente che lei aveva percepito all'inizio. No, non lo era! Anche se... In fondo, pensò, sono poco più che una conoscente per lui; abbiamo condiviso solo feste e vacanze, conosce solo il mio lato più frivolo. Non è tenuto a rendermi conto.

Era proprio innamorata.

Così accettò quell'ultimo saluto e tornò rassegnata alla vita di sempre.

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