14. Mondo capovolto

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Rosa non si era mai spinta oltre il confine dello stato italiano se non per qualche manciata di chilometri; quelle parole la sconvolsero. Non aveva mai pensato a una simile evenienza, né l'aveva mai desiderata.

L'idea di lasciare tutto per seguirlo in un posto che aveva soltanto sentito nominare, la attraeva e terrorizzava allo stesso tempo. Un turbinio di emozioni si impadronì di lei, tanto che per qualche giorno non riuscì a capire se fosse sveglia o stesse sognando. Tutto intorno a lei appariva ovattato, rallentato e anche i colori avevano assunto delle sfumature inaspettate.

Se solo gli avesse risposto 'sì', la sua vita avrebbe preso una nuova direzione, imprevista e molto diversa da quella che si era sempre prospettata.

Solo allora si rese conto che nella sua vita non aveva fatto altro che seguire impassibile la strada che qualcun altro aveva stabilito per lei. Una strada identica a quella percorsa da sua madre e prima ancora da sua nonna, e di sicuro anche dalla sua bisnonna. Che tutto sommato, fino ad allora, non le era sembrata neanche male. Ma accorgersi, con un simile ritardo, che non l'avesse scelta lei e che non avesse mai non solo desiderato ma neanche pensato a un'alternativa, ecco, questo la turbò più di tutto. In quello stato confusionale, si accorse che fino ad allora aveva vissuto dentro a uno schema prestabilito, molto simile a una gabbia, deciso da altri e non certo da lei.

Per la prima volta si trovò davanti a una scelta. Avrebbe potuto vivere una vita nuova dall'altra parte del mondo, oppure sarebbe potuta restare. Ciò le aprì gli occhi. Quella nuova, inattesa possibilità, le diede come l'illusione che David le stesse offrendo un seconda vita.

Non conosceva nulla di Los Angeles, non aveva mai visto alcuna immagine di quella città benché i film e i telefilm ne fossero pieni zeppi. Non era sua abitudine guardare la tv, né andare al cinema, a causa dei suoi mille impegni e in balia delle continue riflessioni che preferiva accompagnare con la musica; dunque di Los Angeles non aveva alcuna idea. Tutto ciò che sapeva si rifaceva alle descrizioni di David, che le parlava di questa città immensa - quattro volte più grande di Milano - affacciata sull'oceano Pacifico, sulle cui spiagge si estendevano campi da beach volley a perdita d'occhio e piste ciclabili senza fine. Un paese dei balocchi che sembrava creato per Rosa, così in contrasto con i racconti di Sabrina che a differenza dell'amica guardava molta tv e descriveva tutt'altro scenario.

Secondo David, Rosa avrebbe lavorato come cameriera in un ristorante italiano. Le sarebbero bastate quattro ore di lavoro al giorno per mantenersi e poter trascorrere la restante parte della giornata come se fosse in vacanza, in un luogo dove la primavera non finiva mai, nemmeno in inverno. David un'occupazione l'aveva assicurata nel ristorante in cui lavorava Matilde, che nel frattempo si era stabilita a casa del suo nuovo fidanzato californiano. Rosa non aveva ben capito in che modo si fossero lasciati e soprattutto il motivo di quella rottura, ma a quel punto gliene importava poco, presa com'era da quella tentazione americana...

Quando si soffermava a pensare a tutto ciò che aveva costruito in ventisette anni, e che avrebbe lasciato se avesse accettato la proposta di David, tremava. L'idea di lasciare tutto la eccitava, ma anche la turbava. Chi le assicurava che al suo ritorno avrebbe trovato tutto al proprio posto? Aveva un lavoro stabile e ben retribuito, le mancavano appena cinque esami per l'agognata laurea in psicologia. E poi c'era la scuola di italiano, la pallavolo e la sua famiglia. I suoi genitori le erano legatissimi, non avrebbero digerito un simile comportamento. Cosa avrebbe potuto dire loro? «Mi trasferisco in un luogo lontano senza alcun progetto ma solo per seguire l'uomo che amo» ...?

Be', non suonava male. Avrebbe potuto far leva su un argomento a loro molto caro, che era ciò che li univa da oltre trent'anni.

Così l'idea di abbandonare la routine per una vita che le veniva presentata come 'la più bella possibile' vinse su tutto.

A maggio informò i suoi genitori.

A giugno partì.

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