12. Incomprensioni

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A Capodanno tornarono ad Alassio, e lei e David erano una coppia. Sebbene lui non avesse ben chiarito come stessero le cose con Matilde, ballavano insieme, sospesi a qualche centimetro da terra, e dormivamo nello stesso letto.

Trascorsero dei giorni emozionanti, erano le prime volte che si mostravano agli amici in quella veste, e questo riempiva di orgoglio soprattutto Rosa. A quella gioia veniva sottratta qualche gradazione di serenità dallo strano atteggiamento di lui. Diceva di amarla, ma spesso sembrava più attratto dalle altre che da lei. La compagnia stava in piedi fino a tardi, ma mentre Rosa non vedeva l'ora di andare a letto per ritrovarlo tra le lenzuola, lui rimaneva alzato fino a quando l'ultimo degli amici rimasti svegli non dichiarava che si era fatto tardi, e questo non avveniva mai prima dell'alba. Dalla sua camera da letto, lo sentiva ridere con Sabrina o prendere in giro Annabella. E quando la raggiungeva, nemmeno la svegliava.

Pensò di non avere il diritto di sentirsi trascurata, stavano insieme da così poco tempo... che lo volesse o no, era così che si sentiva. Si comportavano come una coppia stagionata. In effetti si conoscevano ormai da un paio d'anni, ma avevano iniziato a baciarsi da poco più di un mese.

Cercò di non fargli pesare il suo malcontento per non farlo sentire prigioniero di quella relazione, sempre che lo fosse. Non voleva risultare soffocante, anche se il comportamento di David, da quando avevano esposto il loro amore alla luce del sole - un sole tutto europeo, perché negli Stati Uniti non era certa che si sapesse di loro - cominciò a turbarla. Ripensò ai lunghi silenzi di Matilde in Calabria, al suo continuo tentativo di isolarsi dal mondo, dagli amici. Controvoglia, iniziò a capirla.

Cercava di fargli meno domande possibili, per non opprimerlo, ma avrebbe voluto sapere molto di più su di lui. Sperava che si aprisse sua sponte, ma non le parlava dei progetti futuri e le raccontava poco del suo presente. Qualche volta Rosa si azzardò a chiedergli perché fosse tornato a Milano senza Matilde, ma lui, quando lo faceva, restava sul vago o cambiava discorso.

Avrebbe dovuto pazientare ancora quasi due mesi prima di conoscere il vero motivo del suo ritorno.

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