31. Un po' di pace

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A dispetto di quanto previsto, Rosa si ambientò molto bene in quell'appartamento. Misero le cose in chiaro con i coinquilini che spesso rincasavano a tarda notte e organizzavano dei party in salotto. A un certo punto smisero di rovinare il loro sonno. Non avevano un grande dialogo, ma si rispettavano. Condividevano la cucina, che dopo la prima pulizia profonda data da Rosa si sforzarono di mantenere in uno stato più che decoroso e questo le bastò per sentirsi considerata. Erano anch'essi stranieri; uno dei tre, l'affittuario, era di origini argentine e gli altri due erano armeni. Rosa e David avevano l'esclusiva della loro camera da letto, con annesso bagnetto, che lei teneva pulitissimi. Per il resto condividevano tutto.

Aveva fatto amicizia con i vicini degli altri appartamenti che spesso incontrava sul terrazzo quando andava a prendere il sole. Qualcuno le confessò di aver deciso di trasferirsi a Los Angeles per assistere di persona al Big One, il mega terremoto che si aspettava da un momento all'altro da una cinquantina d'anni... Dicevano che avrebbe aperto in due la terra e ridotto la California a un'isola, e lo ripetevano con convinzione.

Tutto ciò la metteva di ottimo umore: l'allegria che si respirava nell'aria insieme al profumo perenne di marijuana, l'ambiente così giovanile, altro che la casa isolata di Paul a West Hollywood.

Ciò le permise di sopportare di essere avvicinata da qualche bavoso ogni volta che usciva a telefonare a sua madre. E dire che si abbigliava sempre in quella maniera semplice che a David dava al cervello: struccata, con le scarpe da ginnastica e il suo caschetto raccolto a fatica con delle mollette. Anche con quell'aspetto dimesso non scoraggiava i suoi aspiranti clienti.

Quanto a David, in quello stesso periodo ebbe un ulteriore tracollo. Si era fatto taciturno da quando Rosa non gli dava più motivo di litigare, e quando non lavorava trascorreva molte ore al computer. Sembrava che cercasse sempre qualcosa, ma di cosa si trattasse restava un mistero. Rosa non gli fece domande, prima o poi si sarebbe deciso lui a parlare. E intanto si godeva quella quiete apparente, fatta di ore leggere e piccoli passi avanti; un piede dopo l'altro e camminare.

Di lì a poco decise che avrebbe iniziato a frequentare la scuola di inglese.

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