7. Lasciatemi il silenzio.

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"Avresti dovuto vederla, era completamente ubriaca"
Sghignazzò Dylan. Chloe, indispettita, gli diede una leggera gomitata allo stomaco.

"Una sbronza ogni tanto...può capitare." Scossi la testa divertita.
Dylan, nel frattempo, si allontanò qualche istante per raggiungere un gruppo di amici.

Quando mi girai, vidi Jenna avventarsi sulla bocca di Caleb. Trovavo inopportuni i loro atteggiamenti all'interno dell'ambiente scolastico, ma forse ero io quella un po' all'antica.

"Oh non farci caso, avresti dovuto vederla ieri! Era senza limiti, si strusciava su e giù su di lui come una gatta morta"
Scostai lo sguardo, imbarazzata dall' essere stata colta in flagrante.
"Ehm, io veramente..." Cercai invano di giustificarmi, ma Chloe mi interruppe.
"Kylie, ti prego. Non facevi altro che fissarli!"

Mi mordicchiai un labbro, non sapendo cosa dire, ma fortunatamente la campanella suonò, mettendo fine al mio imbarazzo.

***

"Allora ragazzi, se gli anni passati, avevate libera facoltà di scelta, quest'anno dovrete partecipare ad almeno una attività extra scolastica. Servirà per la fine dei cinque anni"  Sbuffai, l'ultima cosa che volevo, era passare ulteriore tempo a scuola, a maggior ragione, se si trattava di sport, per i quali ero sempre stata negata.

"Per vostra fortuna, non si terranno solamente attività sportive"
Continuò la professoressa, rasserenandomi.
"Ma saranno proposti i seguenti corsi: Robotica, Fumetto, Teatro, Fotografia e scultura" Sospirai, decisamente più serena. Alla fine non mi era andata così male.

***

"Avete saputo delle attività extra scolastiche?" Domandò Dylan, accomodandosi ad uno dei tavoli della mensa.
"Oh si, ho deciso di fare teatro! Mi è sempre piaciuta come idea!"
Esclamò Chloe entusiasta.
"Io ho scelto robotica, e tu, Kylie?"

"Io credo che opterò per fotografia"
Non me ne intendevo molto, ma mia madre ne era appassionata, ed anche io condividevo quella passione.
"Wow, non credevo ti piacesse la fotografia"
"È quella che mi attrae di più" risposi soltanto.

"Ragazzi, date il benvenuto al nuovo attore" Esordì Bret, raggiungendoci e sedendosi al mio fianco.
"Allora sarai insieme a Chloe!" Notai.
La ragazza di fronte abbassò il capo, sembrava quasi imbarazzata.

Ero sempre stata convinta che provasse dell'interesse nascosto nei confronti di Bret.

"Oggi hai abbandonato Caleb?"
Domandò Dylan, sembrava quasi infastidito dal loro rapporto.
"Diciamo che è occupato con...altro"
Non ci volle molto per capire a cosa, o meglio a chi si stesse riferendo.

"Stronza" Borbottò Chloe, quando Jenna sculettò nella nostra direzione, affiancata da Caleb. Le lanciai un'occhiata sconcertata.
Non mi sembrava il caso di affibbiarle certi appellativi davanti agli altri che, fortunatamente, non avevano sentito.

"Non capisco come permettiate ancora a questa ragazzina di sedere al vostro tavolo" Squittì, Jenna, in vena di polemizzare come sempre.

"Quello che fanno non ti riguarda" Intervenne qualcuno al suo fianco. Realizzai solo qualche istante dopo che si trattasse proprio di lui, Caleb.

Mi feci coraggio.
"Si può sapere cosa ti ho fatto? Continui ad infastidirmi senza che io abbia fatto nulla per meritarlo!"
Iniziò a ridere. Cominciai a pensare che fosse l'unica cosa che sapesse fare oltre al parlare a sproposito.

"Incredibile, ma allora la piccola Kylie sa parlare!" Mi schernì ancora.
Scossi la testa, sconsolata.
Gran parte della mensa, stava ormai ascoltando quella conversazione.

Cercai di impedire alle risate di giungere alle mie orecchie. Dylan, Bret, nel frattempo, erano intervenuti in mia difesa, ma io non stavo già più ascoltando.

Mi alzai, ma quella volta non sarei corsa via. Presi le mie cose ed uscii dalla mensa, ignorando le voci alle mie spalle.
Salii le scale e raggiunsi anche l'ultimo gradino, lì dove gli studenti non potevano arrivare. Aprii la prima porta che trovai, fortunatamente aperta, e mi ritrovai dinanzi la terrazza dell'edificio.

Mi appoggiai per terra, esausta, con le ginocchia tra le mani e gli occhi chiusi. Una leggera brezza mi accarezzava le braccia scoperte.
Era il silenzio ad accompagnare quei minuti.

Avevo trovato quello che cercavo: un attimo di pace, anche se di breve durata.

Sobbalzai, vedendo la porta della terrazza aprirsi rapidamente.

"C-che cosa ci f-fai q-qui?" Biascicai, quando la sua imponente figura mi sovrastò, in piedi difronte a me.
"Potrei farti la stessa domanda"
Rispose, estraendo una sigaretta dalla tasca.

Mi voltai dall'altro lato, per evitare che, come la sera prima, il fumo colpisse in pieno il mio volto.

Per qualche minuto, nessuno dei due parlò. Era come se, in qualche modo, salendo lassù, i problemi sembrassero più distanti.

"Così non risolverai niente" disse d'un tratto. Inarcai le sopracciglia confusa.

"Scappando, non otterrai nulla"

Alzai lo sguardo verso di lui.
Aveva i gomiti appoggiati sul muretto della terrazza, e gli occhi puntati verso l'orizzonte.

"Mi odierebbe lo stesso, anche se rimanessi lì. I-io non capisco che cosa ho fatto di male..." Si voltò verso di me, raggelandomi con i suoi occhi blu.

"Sei debole" aggrottai la fronte.
"Tu non mi conosci" Ribattei, stizzita.
Lui si strinse nelle spalle.

"Non serve conoscerti, per capire certe cose"

La tempesta che mi ha travolto.Where stories live. Discover now