49. Porta il nome di amore.

14.5K 471 199
                                    



"Hai tre secondi per levarti dal cazzo"

Caleb. Solo la sua voce era capace di tuonare in quel modo.

Derek lasciò la presa sul mio braccio.
"Si può sapere perché ti intrometti sempre?"

Mi ritrovai a pregare tutti i santi affinché nessuno finisse all'ospedale, quando vidi come Caleb lo guardava.

"Si può sapere perché hai ancora tutte le ossa intere?"

E quest'ultima domanda bastò a rendere paonazzo il viso di Derek ed annullare qualsiasi sua forma di coraggio.
"Adesso vattene" ringhiò ancora Cal, convincendolo alla ritirata.

Sparì dalla nostra vista in un istante ed io mi ritrovai sola con quel ragazzaccio ed incapace di proferire parola.

"Grazie" i suoi occhi inchiodarono i miei per poi percorrere il mio corpo centimetro per centimetro, facendomi rabbrividire. "Continui a farmi uscire pazzo"
Inarcai un sopracciglio.
"Cos'hai da dire adesso?"
Si passò la lingua sul labbro superiore.

"Sei capace di metterti nei guai non appena qualcuno ti lascia sola" le sue parole non fecero altro che incrementare il mio fastidio.
"Anche se fosse non è affar tuo"
Risposi piccata.
"Non ho voglia di litigare ancora" Annuii. "Già neanch'io"

Mi allontanai, decisa ad andarmene ma ancora una volta me lo impedì avvolgendo le dita attorno al mio polso.

"Non andare via" ignorai il fuoco che quella mano accendeva e che ardeva la mia pelle.

"Domani mi rinfaccerai che madornale errore hai commesso chiedendomi di restare" roteò gli occhi ed io lo squadrai dalla testa ai piedi.

Forse non era il momento ma pensai a quanto bello fosse con indosso quella camicia nera.

"Smetti di comportarti come una bambina" sbuffai.
"Non lo sto facendo"

"Che ci facevi con lui?" Domando d'un tratto con aria quasi schifata. "Prendevamo un po' d'aria"
risposi freddamente.
"Un po' d'aria...ti stava mettendo le mani addosso" Sentenziò serio.

"E adesso è colpa mia?" Alzai a mia volta tono.
"Sì se vai in giro conciata in questo modo" mi accigliai, infastidita dalla sua risposta.
"Io mi vesto come voglio e voi uomini..."
Non ebbi il tempo di terminare la frase.

"Non hai neanche idea di quanto difficile possa essere resisterti"
Mi si bloccò il respiro.

Il cuore scalpitava nel petto ed ero convinta che il mio viso avesse assunto il colore di un pomodoro.

"C-credo che tu stia esagerando"
farfugliai imbarazzata.
"No Kylie, non sto esagerando"
deglutii faticosamente.
"Con questo vestito..." il suo sguardo si posò con lussuria sulla pelle scoperta dal tessuto nero.

"Sei fottutamente bella"

Accorciò le distanze, finché non mi ritrovai ad un soffio dal suo viso.
"Se mi sono incazzato in quel modo è perché non voglio che ti accada qualcosa" disse, con gli occhi incollati ai miei.

"Se mi sento ferita non è per il tuo urlarmi contro, ma per il definire tutto questo un errore" sospirò.
"Pensavo che questo sarebbe servito a prendere le distanze, ma ho capito che sono poi così bravo a starti lontano" ammise.

"Eri sparito questi tre giorni" gli ricordai. "Volevo staccare un po' la spina"
"Che ci facevi qui? Non c'è un'anima"
fece le spallucce. "Un po' d'aria"
mi scappò una risata.

"Quel tipo ti piace?" Scossi la testa.
"No, non mi piace"
"Ma tu piaci a lui" feci una smorfia.
"Forse, era mezzo ubriaco" le sue mani strinsero i miei fianchi, facendo scontrare i nostri bacini.

"Non deve più sfiorarti" le sue dita si posarono sulla mia schiena nuda provocandomi una scia di brividi.
"Tu lo stai facendo e senza nessun permesso" biascicai. Ero completamente andata.
"Io non ho bisogno di permessi, quel che voglio lo ottengo e basta"
Sussurrò al mio orecchio.

"E adesso basta con le stronzate"

In men che non si dica, afferrò il mio viso con prepotenza e premette le sue labbra sulle mie.

Forse pazzi lo eravamo entrambi.

Mi lasciai trascinare dalle sue labbra esperte, come se la mia vita dipendesse da quello. Ogni più piccola particella del mio corpo si era arresa alla furia passionale di quel bacio. L'orgoglio non esisteva più.
Lo desideravo più di ogni altra cosa.

Posò la fronte contro la mia e mi afferrò per i fianchi.
Le mani stringevano le natiche con forza. "Attento!" Ridacchiai tra un bacio e l'altro quando si abbandonò al suolo con il mio corpo tra le braccia.

"Mi dispiace per il tuo rossetto" fui sul punto di rispondere, ma le parole mi morirono in gola quando la bocca si posò sul mio collo e i baci divennero morsi. Trattenni un gemito.

"Dannato vampiro" una scarica elettrica mi attraversò la spina dorsale.
"Fermami o non ti prometto che lo farò io" un ringhio animalesco scappò alla sua bocca al termine della frase.
Qualcosa tra le mie gambe si faceva sempre più invadente.

"Non ci riesco" Ed era vero. Non ero capace di opporre resistenza, non più.

Le sue mani raggiunsero la zip del vestito. Rabbrividii quando la sentii abbassare dalle sue dita calde.

Cosa stavamo facendo?

Ansimai e lui calò il vestito fino al bacino. "Mi farai impazzire, Cal" slacciò il reggiseno.
"Tu lo stai già facendo" le mie guance si tinsero di rosso.

Forse tutto quello era sbagliato per me, ma con lui avveniva tutto in modo così naturale, che pensare agli errori era quasi impossibile.

"Potrebbe arrivare qualcuno" mugolai. "Non permetterei a nessuno di guardarti in questo momento, neanche a costo di cavare qualche occhio" e se possibile divenni ancora più rossa.

Non capivo più niente. Tutta quella situazione mi faceva girare la testa.

Le sue labbra raggiunsero i miei seni, assaporarono avide i miei capezzoli turgidi, senza alcun tipo di pudore. Quello lo avevo perso anch'io.

E tremai ancora quando mi guardò, trapassandomi la pelle, il cuore e l'anima. Mai avrei creduto che dentro un paio di occhi potesse racchiudersi così tanta e misteriosa bellezza.

Bé quelle iridi blu, fredde come il ghiaccio e al tempo stesso calde come il fuoco mi toglievano il respiro.

E mentre la sua bocca esplorava il mio corpo, mentre avevo la certezza che quella sera non ci saremmo spinti oltre, mentre i suoi occhi mi guardavano ed io mi sentivo morire, lo capii.

Quel sentimento che mi riempiva di brividi, che nel mio stomaco scatenava tempeste, scaricava adrenalina, elettricità e passione, portava il nome di amore.

La tempesta che mi ha travolto.Where stories live. Discover now