22. Come una foglia d'autunno.

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"Muoviti, la partita inizierà a momenti" Sospirai, aumentando la velocità dei miei passi, con notevole difficoltà.
"Cos'è tutta questa fretta?" Sbottai.
"Non voglio perdermi Br...l'inizio del primo tempo" si corresse all'istante.

"O mio Dio, qualcuna è in fissa!" Sghignazzai, allegramente.
"Non è divertente" Mi ammonì seria. "D'accordo" Trattenni qualche risata, e varcai in fretta la porta della palestra.

"È pieno di gente" Affermai, guardandomi intorno.
"Che ti aspettavi? È la prima partita del campionato" rispose lei, con tono ovvio.

Ci sedemmo sugli spalti, in un paio di posti esattamente accanto all'uscita.
Gli unici rimasti liberi, praticamente.
"Ecco, sta iniziando" Rivolsi lo sguardo verso il campo, dove in quel momento fecero ingresso le cheerleader.

Avevo sempre creduto che certe cose esistessero solo nei film, e non ero più sicura del fatto che quella fosse la scuola che avevo frequentato per mesi, il precedente anno.

"Ma guardala, è ridicola" Sputò acida Chloe, nella direzione della caposquadra: Jenna.

La divisa metteva in risalto le sue forme, ancor più di quanto già non stesse facendo lei, muovendosi in modo provocante. Alzai gli occhi al cielo.

"Eccoli!" Esclamò Chloe entusiasta, indicando i giocatori che iniziarono ad entrare in campo.
"Ma c'è anche Dylan" Realizzai poco dopo, vedendolo lanciare palloni qua e là. "Certo! Ha iniziato quest'anno! Non te l'ha detto?" domandò sorpresa.
"A dire il vero no. Forse non la riteneva una cosa così importante" feci le spallucce. Infondo neanche a me interessava più di tanto.

O almeno non quanto il ragazzo emblematico che come sempre stringeva una sigaretta tra le dita, osservando le curve delle cheerleader che si muovevano a ritmo davanti a lui.

Possibile che non riuscisse proprio a guardare altrove?

La partita iniziò e per tutto il tempo Chloe non fece altro che fissare Bret correre da una parte all'altra della palestra.

Sospirai annoiata, lasciando che il mio sguardo cadesse su altro, e più precisamente sulla ragazza rossa che sedeva tra le gambe di Caleb.

Strano, pensai ironica.
Ogni volta che lo incontravo era sempre in ottima compagnia.

Sbuffai, per qualche motivo la cosa mi infastidita, e dal lato opposto della gradinata, proprio il soggetto in questione sembrò accorgersene.

Le sue labbra si incresparono in un sorriso beffardo, ed io sentii un'ondata di calore diffondersi in fretta nel mio corpo.

Perché continuavo a fare figuracce del genere?

Distolsi lo sguardo, costringendomi a pensare ad altro.

***

La partita si concluse, fortunatamente, dopo non molto. La squadra di casa aveva vinto, ed il pubblico si era completamente riversato nel campo.

"Dai andiamo anche noi!" Squittì Chloe. "No, ti prego. Tu vai, ti aspetto" Sospirò. "Sicura?" mi chiese ancora.
"Sicurissima" Non volevo condizionarla in alcun modo. E poi, qualche minuto da sola non mi avrebbe uccisa.

O almeno questo era quello che credevo.

"Allora ti piace davvero tanto guardarmi in azione" Trasalii, quando udii la sua voce alle spalle.

"Non volevo spiarti, mi ci è soltanto cascato l'occhio" Farfugliai, fornendogli su un piatto d'argento l'occasione per ridacchiare ancora.

"Sei qui per Bret?" domandai poi.
"Sono qui per la rossa" Roteai gli occhi.

"Non vai a festeggiare con il tuo coglione?" Chiese lui.
"Non ne ho voglia" Risposi, sorvolando il modo con cui lo aveva chiamato.
"Giusto"

Si voltò, probabilmente intenzionato ad andarsene, ma non fece in tempo a fare un solo passo.

"Dove vai?"

Dannazione! Quelle due parole non erano riuscite a restare soltanto uno stupito pensiero!

"A prendere una boccata d'aria, vuoi venire?" Mi domandò, con il suo solito tono strafottente.

Eppure per qualche maledettissimo motivo in quel momento credetti che stesse dicendo sul serio, e le mie gambe non poterono trattenersi dal muoversi.

Mi guardò meravigliato, facendomi pentire immediatamente di ciò che avevo fatto.

"Scusa, non so cosa mi sia saltato in mente" Mi portai una mano alla fronte, imbarazzata come mai.

La frustrazione stava prendendo drasticamente il sopravvento sulle mie decisioni.

Si avvicinò - troppo per il mio respiro, che si faceva sempre più pesante - e strinse le dita attorno alla ringhiera posta alle mie spalle, incastrandomi tra lui ed essa.

"Hai paura di restare sola con me, foglia d'autunno?" La sua voce calda e roca, rese ancora più veritiera la metafora.

Tremavo, tremavo come una foglia, e come se non bastasse i miei occhi non riuscivano a staccarsi dalle sue labbra carnose troppo vicine, per non esserne ipnotizzata.

"I-io..."

Si rabbuiò, come se improvvisamente qualcosa lo avesse riportato alla realtà, imponendogli di sottrarsi ad una situazione che iniziava a farsi scomoda.

"Dovresti averne"

"Che cazzo stai facendo, Moore?"
Sobbalzai, quando vidi la figura di Dylan, marciare nella nostra direzione.

Il ragazzo, a pochi centimetri da me, serrò la mascella, allontanandosi bruscamente.

Ed io, come una pazza mi ritrovai a pensare che avrei voluto che quello che doveva essere il mio fidanzato non fosse mai arrivato.

"Lasciala stare"
Ringhiò Dylan, facendosi coraggio.
"Tranquillo, non ho intenzione di intromettermi nella storiella d'amore di due ragazzini"

Lanciò a entrambi un'occhiata sprezzante, per poi varcare l'uscita, con le mani nelle tasche dei jeans.

La tempesta che mi ha travolto.Where stories live. Discover now