Due

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[Katherine's Pov]

Due Giorni Dopo

Le mie orecchie captano un rumore di passi che si avvicinano, ma io rimango rannicchiata in un angolo a tremare per la paura, mentre nella mia mente si susseguono tutte le immagini di quelle creature mostruose che ho visto e tutte le torture a cui sono stata sottoposta, in particolare quella dove venivo mangiata viva da quei mostri e a ripensarci sento ancora quel dolore allucinante ovunque.

"Principessa Katherine" mi chiama la voce di Daisy. Alzo la testa e la vedo davanti a me, oltre le sbarre, che mi guarda scioccata.

Subito corre verso il muro dietro di lei e prende una chiave.

"Per le tenebre, principessa, cosa le hanno fatto?" domanda sconcertata aprendo la cella e correndo da me, inginocchiandosi alla mia sinistra e mettendomi una mano sulla spalla.

Ora deve essere giorno, visto che gli Incubi non ci sono e loro compaiono solo di notte.

Io non riesco a risponderle, essendo ancora troppo scossa per come ho passato le ultime due notti e inoltre sono quasi 48 ore che non mi nutro e anche il solo respirare mi provoca un bruciore alla gola e ai polmoni. Per non parlare dell'aspetto da vampiro affamato che ho di sicuro, quindi pelle fredda e bianca cadaverica, iridi rosse accese e canini fuori.

"Venga, ha bisogno di un bagno e di risposare" mi dice aiutandomi ad alzarmi e a reggermi in piedi con un braccio che mi cinge i fianchi.

Tuttavia, sul ciglio della cella compare mio padre, che fa bloccare Daisy sul posto.

"Che sta succedendo qui?" domanda con una tranquillità inquietante guardando prima me e poi puntando i suoi occhi sulla mia serva.

"Sire, sua figlia ha bisogno di cure" risponde preoccupata per la mia salute. Peccato che non sappia che è stato proprio mio padre a buttarmi qua dentro.

Lui si avvicina a me, prendendomi il viso con la mano da sotto il mento e guardandomi con finta attenzione.

"A mio parere sta benissimo" risponde guardando di nuovo Daisy, intanto che si allontana di un paio di passi.

"Ora vattene e lascia qui Katherine, oppure subirai una punizione peggiore della sua" la minaccia assottigliando lo sguardo verso di lei e quando guardo la mia serva, la vedo esitare, probabilmente perché vorrebbe prendere le mie difese e questa è una cosa che mi è sempre piaciuta di lei: la cieca fedeltà nei miei confronti.

Probabilmente reputa più importante me che i miei genitori.

"Daisy" la chiamo sentendo la gola andarmi a fuoco e lo dimostra la mia voce debole.

La ragazza si gira verso di me.

"Vai. Me la....caverò" aggiungo facendo una grande fatica a dire queste poche parole.

La mia serva, sebbene le si legga in faccia che non voglia, mi fa appoggiare contro la parete, lungo la quale scivolo fino a sedermi e infine se ne va dopo aver rivolto un veloce inchino a mio padre, che non perde tempo a chiudere la cella a chiave.

"Scommetto....che ti stai facendo....delle belle....risate" affermo con un sorriso di scherno, cercando di ignorare i dolori dovuti al parlare.

Mio padre incrocia le braccia e mi guarda impassibile.

"Non fare la vittima. Queste sono solo le conseguenze delle tue azioni" risponde e io mi faccio sfuggire una leggera sbuffata divertita.

"Le mie....azioni da....sgualdrina, vorrai dire" rispondo sentendo persino i polmoni che mi vanno a fuoco, così come ogni singola vena del mio corpo.

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