Ottantotto

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[Katherine's Pov]

"Sono ore che cerchi negli stessi punti. Non c'è una via d'uscita" afferma Erik con un tono annoiato che non fa altro che infastidirmi, mentre io continuo imperterrita ad illuminare le pareti della cella e a tastarle per cercare qualche punto debole da poter usare per scappare.

Tuttavia, per quanto odi ammetterlo, Erik ha ragione. Non ho ancora trovato qualcosa di utile e come ha detto il pezzo di sterco saranno passate delle ore.

"Se tu facessi qualcosa, invece che startene lì seduto a guardare il nulla cosmico come l'idiota che sei, faremmo più in fretta a uscire da qui. Io potrei tornare a casa mia e tu potresti sparire per sempre dalla mia vista" rispondo con la rabbia che viene incrementata dalla frustrazione e subito dopo Erik mi guarda con stupore.

"Finalmente un complimento da parte tua" afferma con evidente sarcasmo, cosa che mi costringe a contare fino a 10 per non rompergli la faccia....e forse anche qualcos'altro.

Mi guardo intorno, alla ricerca di un punto che non ho controllato, ma ho setacciato l'intera cella senza trovare niente e questo mi sta portando sempre di più a credere che Erik abbia ragione anche sul fatto che non ci sia una via di fuga da qui.

"Intanto che tu realizzi che non possiamo scappare, che ne dici di aggiornarci sugli ultimi 3 mesi circa?" domanda con tono amichevole, però io lo ignoro palesemente, sentendolo sospirare.

"Okay, inizierò io: sono stato rinchiuso in una cella finché Amdis non è venuto a liberarmi per sbattermi dentro un'altra. Ecco, finito, tocca a te" continua, ma anche adesso, con un po' più di fatica, lo ignoro, sentendo però i miei nervi che stanno cedendo ad ogni parola che esce dalla sua bocca.

"Le celle di Atlantis sono davvero piccole e umide e inoltre-"

"ORA BASTA!!!" sbotto all'improvviso girandomi verso di lui.

"NON HO INTENZIONE DI ASSECONDARTI. NON ME NE FREGA UN CAZZO DI COME HAI PASSATO GLI ULTIMI MESI. OGNI SOFFERENZA TE LA SEI PIÙ CHE MERITATA!!!" continuo non riuscendo più a trattenermi e sfogando tutto ciò che ho dentro.

"Il fatto che ti abbia risparmiato la vita, non significa che ora siamo di nuovo amici. Non lo saremo mai più. TU ERI MIO AMICO....e mi hai ferita come nessun altro è mai riuscito a fare" Erik, in risposta, alza gli occhi al soffitto.

"Perché continui a farne un dramma?" mi domanda con la fronte corrugata riuscendo a farmi perdere sempre di più la pazienza.

"PERCHÉ TU NON MI HAI TIRATO UNA SBERLA, NON MI HAI TRADITO CON QUALCUNO....TU MI HAI STUPRATA PEZZO DI MERDA!!!" gli urlo in faccia e vederlo così calmo e impassibile mi fa imbestialire ancora di più.

"Hai una vaga idea di quello che ho provato la notte di Halloween?!? CE L'HAI?!? NO! QUINDI CHIUDI....QUELLA....CAZZO....DI BOCCA!!!" concludo e questa volta finalmente Erik sta zitto, così mi giro, chiudo gli occhi e inizio a respirare a pieni polmoni per cercare di calmarmi almeno in parte.

Dopo il terzo respiro, riapro gli occhi e ricomincio a cercare, questa volta sulla parete in cui c'è la porta. Provo a smuoverla, ma essendo fatta di questo ferro particolarmente resistente i miei sforzi risultano vani.

"Katherine" mi chiama Erik facendomi fermare. Mi giro con la testa verso di lui e lo vedo con lo sguardo perso nel vuoto, ma dopo qualche secondo di silenzio alza gli occhi su di me.

"Mi dispiace" mi dice spiazzandomi, dato che non avrei mai creduto di sentire queste parole dalla sua bocca. Non che cambi le cose ovviamente.

"Lascia stare" rispondo tornando alla mia ricerca.

Love BitesWhere stories live. Discover now