Ottantanove

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[Isabel's Pov]

Apro la porta di casa mia ed entro, chiudendomela alle spalle e appoggiandomi ad essa.

All'interno, vedo mia madre in cucina che si gira verso di me e dallo sguardo preoccupato che assume, capisco che il mio sconvolgimento sia parecchio evidente.

"Isabel, cos'è successo?" mi domanda avvicinandosi, ma io non le rispondo e abbasso la testa, vedendo la mia mano destra che non smette di tremare, nonostante cerchi di farla stare ferma.

"Qualche ora fa, Katherine è fuggita dalla sua cella. Cercava di scappare, ma io sono riuscita a fermarla. Tuttavia lei mi ha detto delle cose orribili su Amdis, ma non le volevo credere, però ho chiesto al prigioniero arrivato questa notte, Erik, di dirmi la verità....e lui mi ha confermato tutto" le spiego evitando il suo sguardo, perché al momento sono troppo sconvolta per reggerlo.

"Cosa ti ha detto?" mi chiede mettendomi una mano sulla spalla per condurmi fino ad una sedia al tavolo da pranzo su cui mi siedo e mi passo una mano sul viso, cercando di riacquistare un po' di autocontrollo.

"Amdis gli ha ordinato di maledire l'amica di Katherine solo per tenere occupata Amelia Von Crowd e gli ha ordinato anche di spezzare mia cugina per renderla più manipolabile. Katherine è stata violentata per colpa di Amdis" dico visibilmente sottoshock per tutta questa storia.

Non avevo mai creduto che mio zio fosse una persona buona, ma arrivare addirittura a fare questo a Katherine, a sua figlia, è....disumano.

"Ha anche ordinato a Caronte di uccidere Rebecca Rost. Il pugnale che hai trovato era il suo" mi informa mia madre confermando le parole di Katherine, ma io sono più concentrata su un particolare, infatti mi giro verso di lei.

"Perché non mi sembri sconvolta quanto me?" domando vedendo come mia madre sia rimasta quasi impassibile di fronte a ciò che le ho detto e questo mi fa sorgere anche una teoria.

"Tu lo sapevi già" mia madre abbassa gli occhi in un chiaro segno di colpevolezza e questo mi lascia più sconvolta di quanto già non lo sia.

"Non sapevo ogni cosa, ma tutte queste azioni sono coerenti con il comportamento di Amdis" mi rivela e subito distolgo lo sguardo, guardando davanti a me e cercando di metabolizzare il fatto che lo zio a cui sono sempre stata fedele altro non è che un mostro.

"Come puoi essere ancora dalla sua parte dopo tutto quello che ha fatto?" domando alzandomi in piedi e guardando di nuovo mia madre, che si alza a sua volta.

"Noi abbiamo giurato di mantenere la sicurezza e difendere la legge, ma se è lo stesso re a infrangerla e noi lo difendiamo, siamo suoi complici e io non voglio essere complice in tutto questo!" esclamo sentendo tutto ciò in cui ho sempre creduto infrangersi ogni secondo che passa.

"Tu sei il capo della sicurezza! Saresti dovuta essere la prima a fare qualcosa!" continuo incredula che, dopo tutte le ramanzine che mi ha fatto sul seguire la legge e sul farla rispettare, lei sia stata la prima a guardare dall'altra parte mentre Amdis la infrangeva più e più volte.

"Non potevo!" risponde prima di avvicinarsi a me e di prendermi per le spalle.

"Amdis ha minacciato di far del male a te e a Owen se non gli avessi obbedito e non potevo perdere anche voi per colpa sua" mi spiega aggiungendo un altro motivo per cui odiare Amdis, ma una parola che ha usato attira la mia attenzione.

"Anche noi?" domando calcando la parola che mi ha incuriosita e gli occhi di mia madre si fanno improvvisamente cupi.

"Ti ricordi di tuo padre, vero?" mi domanda e appena quest'argomento salta fuori, ricordo il perché serbassi tanta rabbia verso i licantropi.

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