Ottantadue

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[Allyson's Pov]

"Posso entrare?" chiedo a mia madre, che è ancora immobile sul ciglio della porta, come se si fosse pietrificata.

"Dipende chi lo chiede: la mia Allyson o quella che se n'è andata senza guardarsi indietro?" domanda e dalla sua voce capisco che sia ferita da tutti ciò che ho fatto, a partire da quella notte in cui sono scappata di casa lasciando soltanto un biglietto di addio.

"Tua figlia. Ti basta come risposta?" domando non volendo dilungarmi in abbracci o cose sdolcinate, dato che in questa famiglia non sono mai esistite.

Non ricordo neanche di aver mai visto i miei genitori baciarsi o dirsi qualcosa di carino.

Mia madre si fa da parte lasciandomi entrare, perciò varco l'ingresso di una delle tante case in cui sono stata, ma essendo che ero piccola la ricordo a malapena.

Davanti a me si presentano subito le scale che conducono di sopra, a sinistra la cucina, mentre a destra il salotto con i divani, la televisione e ovviamente neanche una foto ricordo di qualche tipo.

"Perché sei tornata? I tuoi pseudo-amici ti hanno abbandonata?" domanda con tono dispregiativo. Ormai non si considera neanche più una strega dopo ciò che le è successo.

"Al contrario. Ho delle amiche meravigliose e sono felice come non lo sono mai stata con voi" rispondo senza badare troppo al fatto se le mie parole possano ferire o meno mia madre.

Lei non si è mai preoccupata che le sue parole potessero ferirmi, quindi non vedo perché dovrei farlo io.

"Allora cosa ci fai qui?" domanda usando il suo tono diffidente, come se stesse parlando ad una sconosciuta.

"Devo parlare con mio padre, è in casa?" domando cercando in giro nella speranza di trovarlo, ma a quanto pare non c'è.

"È a caccia" risponde solamente non volendo darmi altri dettagli.

"Okay, lo cercherò in giro" decido voltandomi per uscire, ma mia madre mi si piazza davanti, sovrastandomi in altezza solo grazie ai tacchi che ha indosso forse perché è rientrata da poco.

"Tu non vai da nessuna parte. Hai molto di cui rispondere ad entrambi" mi avvisa puntandomi il dito contro, ma io, infastidita, le tiro una sberla alla mano.

"Quand'è che voi rispondete per la merda che mi avete fatto passare?" domando alzando la voce.

"Modera i toni Allyson. Io sono tua madre!" ribatte superando il mio tono di voce e diventando leggermente rossa in faccia per la rabbia.

"Già....e questo è uno dei due motivi per cui me ne sono andata. L'altro è l'uomo di cui sfortunatamente porto il cognome" rispondo cercando di superarla per uscire, ma anche questa volta mi blocca la via.

"Niente da fare Allyson. Tu resti qui finché tuo padre non tornerà" mi ordina e purtroppo il mio lato razionale e con una decente moralità mi impedisce di stendere mia madre e andarmene.

Faccio un profodo respiro e concludo con uno sbuffo di disapprovazione.

"Bene. Che io vada o resti, mi serve comunque incontrarlo" accetto malvolentieri voltandomi e mettendomi comoda sul divano in attesa che mio padre torni dalla caccia.

Prendo il telecomando e accendo la televisione, cercando qualche programma che mi aiuti a passare il tempo e vedendo con la coda dell'occhio mia madre sedersi su una poltrona.

"Allyson" mi chiama con un tono più calmo e pacato.

"Mh?" rispondo con un semplice verso disinteressato e senza neanche guardarla, trovando uno di quei fantastici film che duranto 2 ore durante le quali, per almeno 1 ora e 59 minuti si spara.

Love BitesWhere stories live. Discover now