Bucky Barnes [Marvel]

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Busso alla porta e Sarah mi apre quasi subito

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Busso alla porta e Sarah mi apre quasi subito.

-T/n!- mi abbraccia.

-Ciao Sarah- sorrido, mi era mancata la mia amica. Poi si allontana e guarda alle mie spalle -E i ragazzi?-

-Si sono fermati alla barca, Sam voleva accertarsi fosse ancora lì-

Sarah alza gli occhi al cielo e bofonchia qualcosa che alle mie orecchie suona come un insulto rivolto al fratello.

Entro in casa. La tavola è apparecchiata per quattro, i bambini sono da degli amici.

Aiuto la donna a cucinare e appena vedo gli spaghetti nella pentola non posso non sorridere -Spaghetti?-

-Sam ha detto che non fai altro che lamentarti del cibo americano, ho pensato che qualcosa in onore delle tuo origini ti avrebbe fatto piacere-, poi si ferma e segue il mio sguardo rivolto alla finestra -Allora? Come va?-

-Come va cosa? La missione?- domando rivolgendo la mia attenzione a lei.

-Con Bucky, glielo hai detto?- insiste

-Dire cosa?- faccio la finta tonta.

-D'accordo, come vuoi... Passami il sugo- chiede.

Apro il frigo e cerco dei pomodori, non li trovo -Non c'è-

-É nel vasetto blu, c'è scritto Tomato sopra-, lo prendo, lo annuso e faccio una smorfia: -Cos'è questa roba? Ha un aspetto orribile-

-C'era solo quello al supermercato- dice in difesa sua

-Servono dei pomodori veri Sarah- dico convinta svuotando quell'intruglio nel cestino dell'immondizia.

-Dovrebbero essercene un paio nell'orto, vai tu?-

-Certo-

Esco, il sole mi scalda la faccia.

Rimango così per un po', con gli occhi chiusi e il volto rivolto verso l'alto.

Poi qualcosa oscura la luce, forse una nuvola.

Apro gli occhi.

Bucky é in piedi davanti a me, Sam è poco più distante. Scuoto la testa.

-Cosa stavi facendo?- domanda cercando di trattenere un sorriso.

-Qui c'è sempre un bel sole, non trovi?-

È da un po' di tempo che lavoro con i due ragazzi e non mi ero mai sentita così strana a parlare con Bucky.

I miei sentimenti nei suoi confronti erano cambiati dopo una delle ultime missioni, lui era stato ferito e la prima cosa che mi aveva detto era stata "sono felice di vederti"

Probabilmente l'aveva detto senza pensare, con il cervello spossato dall'anestesia però aveva cambiato qualcosa in me.

Sarah lo sapeva.

Sam lo sapeva.

L'unico che doveva saperlo no e non avrebbe mai dovuto scoprirlo.

-Dove vai?- domanda mentre mi stavo già allontanando.

-Servono dei pomodori per la pasta-

-Vengo con te- Lo guardo di sottecchi, la sua figura alta e muscolosa scivola agile e silenziosa al mio fianco.

Tiene le mani in tasca e lo sguardo basso.

Sorride.

Chissà a cosa pensa. Magari ad una ragazza.

Non so se ne ha una ma di sicuro si, basta guardalo per innamorarsene.

Come se mi avesse letto nel pensiero dice -Sai, stavo pensando a te-

Inutile negarlo. Il mio cuore perde un battito e per poco non inciampo nello scalino che segna il confine dell'orto.

-E a cosa pensavi di me?- domando impacciata, cercando di fargli credere che la cosa non mi fa né caldo né freddo.

Fa spallucce poi tira fuori le mani dalle tasche e mi si avvicina, chinandosi per raccogliere qualche pomodoro, -Il sole crea dei bei riflessi sui tuoi capelli...- mi passa un'ortaggio, come se non mi avesse appena detto che ho dei bei capelli.

Cavolo. Bucky mi stava facendo un complimento.

Ok, non era la prima volta ma... Ora è diverso.

-Grazie Sergente- scoppio in un risolino isterico.

Raccogliamo i pomodori restanti nel silenzio più assoluto e ci incamminiamo verso la porta.

-Devo dirti una cosa- diciamo all'unisono, dopo pochi metri.

Ridiamo entrambi.

-Dimmi- pronunciamo le parole contemporaneamente, di nuovo.

-Prima tu- dico.

Lui si passa una mano tra i capelli e mi guarda con quegli occhi blu in cui mi perdo ogni volta.

Si schiarisce la voce -Sam dice che avrei dovuto parlartene prima ma pensavo non avresti apprezzato-

-Cosa- lo interrompo.

-Quello che sto per dirti-

Ovviamente la domanda che gli ho fatto era completamente inutile.

-Allora- mi prende la mano libera dal sacchetto di pomodori, poi sospira -Non so da dove partire perché sono anni che non lo dico a nessuno. Sono anni che nessuno si fida di me o che passi del tempo con me e... Da quando abbiamo iniziato a passare del tempo insieme, anche al di fuori del lavoro... Io... Cazzo perché deve essere così difficile-

Lo interrompo di nuovo, stringendo la sua mano più forte -Anche tu-

Mi guarda confuso -Anche io cosa?-

-Anche tu mi piaci- dico tutto d'un fiato. Orami l'ho detto, non si torna più indietro.

-Oh- dice deluso.

Oh? Non era quello che voleva dirmi?

Abbasso lo sguardo e cerco di lasciare la sua mano -Scusa- sussurro.

Lui non lascia la mia mano però, anzi, mi prede anche l'altra. -T/n. Non era di delusione, scusa... Era solo che... Non trovi sia strano che sia la donna a dichiararsi per prima? Voglio dire, so che i tempi sono cambiati e tutto però... Volevo essere io a dirtelo per primo, tutto qui-

Era così carino in questo momento, mentre cercava di giustificare il suo 'oh' che io avevo mal interpretato.

-No no, scusami tu, credevo fosse un oh di delusione, non devi giustificarti davvero, non c'è bisogno, e so che sto parlando troppo ma sono agitata e non riesco a fermarmi quindi scusa se te l'ho detto per prima io ma eri così carino mentre cercavi le parole giuste e non...- le mie parole si interrompono perché Bucky mi bacia.

Bucky mi sta baciando.

Mi passa una mano tra i capelli, tirandomi verso di sè.

Sento il suo cuore battere contro il mio.

-Scusa- sbiascica contro le mie labbra.

Apro gli occhi e incontro i suoi blu -Mi piacciono i tuoi occhi Buck-

Non dice niente, si limita a lasciarmi una serie di baci sul viso, tempestandomi i contorni delle labbra.

Mi stringe tra le braccia, piano, come se avesse paura di farmi male.

Io lo stringo a mia volta, passandogli una mano sulla schiena che trema al contatto con le mie dita.

Rimaniamo così per quella che mi pare un'eternità.

Sento Sam gridare alla finestra -Sarah! Corri vieni a vedere!-

Tolgo una mano dal corpo di Bucky, alzando il terzo dito e rivolgendolo al mio migliore amico.

Immagina multifandom - Richieste AperteWhere stories live. Discover now