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Sono seduta fuori dall'appartamento di Matt.
Per terra con la schiena poggiata al muro.
Dovevamo finire di compilare i documenti per un caso ma non si è presentato in ufficio così è da circa due ore che sono accovacciata qui.
Forse mi assopisco perché sobbalzo non appena sento dei passi veloci per le scale.
-Chi c'è?- domanda una voce dal pianerottolo del piano di sotto.
-Io- sbadiglio alzandomi e aspettando che salga.
-T/n? Che ci fai qui?-
-Dove sei stato?- domandiamo all'unisono.
-Come ti sei vestito? Hai rapinato una banca Murdock?-
La lampadina tremante illumina solo metà del suo volto ma riesco comunque a notare i lividi viola.
-Che ti è successo?- domando sfiorandogli la guancia con le punte delle dita, poi ritraggono subito la mano e mi ricompongo.
-Ho preso un albero- dice infilando la chiave nella serratura e socchiudendo la porta.
Entro spalancandola e facendo un verso contrariato -Non credevo gli alberi sapessero tirare pungi-
Chiude la porta alle sue spalle e mi blocca la mano quando sto per accendere la luce.
-No- dice.
-No? Solo perché tu non ne hai bisogno non significa che agli altri non serva Matt- sbuffo allontanandomi dall'interruttore e lasciando cadre sul tavolino i fascicoli.
-Cos'è?-
-Io e Foggy ti aspettavamo allo studio- spiego -Ma tu non sei arrivato, il processo è tra due giorni e tu non sai nemmeno di cosa si tratta-
-Certo che so di cosa si tratta- si siede sul divano e passa le dita sulle copie del caso scritte in braille.
Guardo affascinata il modo in cui le sue mani scorrono veloci sulla carta mentre la sua espressione cambia in base a cosa legge.
-Mi stai fissando t/n?-
Do un colpo di tosse per mascherare l'imbarazzo e distolgo lo sguardo.
La luce è spenta ma l'insegna luminosa di fronte illumina quasi completamente l'appartamento.
Guardo meglio Matt, si è tolto gli occhiali scuri e i suoi occhi marroni sono fissi nella mia direzione.
Ha il labbro inferiore tagliato e sullo zigomo destro si sta formando un alone violaceo.
Come prima non riesco a trattenermi e gli sfioro la guancia stavolta però invece di lasciarmi ritrarre la mano me la afferra e se la tiene sul viso.
Deglutisco mentre le farfalle nello stomaco impazziscono.
-Che cosa hai fatto stasera? Non è la prima volta che hai queste ferite Matt-
-Nulla- mi bacia le nocche e posa i fogli.
-Matt- insisto.
Si avvicina sul divano e cattura le mie labbra in un dolce e veloce bacio.
Lo fisso incredula.
Matt mi ha appena baciato?
Sorrido come una scema felice che lui non possa vedermi.
Allunga una mano sul mio viso e ne percorre il profilo poi un sorriso affiora sulla sue labbra.
Freno l'impulso di baciarlo di nuovo e chiudo gli occhi -Che cosa fai quando non ti trovo da nessuna parte?-
-Non ha importanza- le sue mani scendono sulle mie spalle, poi si fermano sui fianchi e rimangono lì.
-Ha importanza per me Matt- sussurro ad un soffio dal suo viso.
-Non mi crederesti-
-Ti credo- affermo convinta.
-Poi non mi vedresti più come adesso-
-Matt se non me lo dici non puoi saperlo-
Riporta le sue mani al mio viso e gioca con le ciocche dei miei capelli.
Nel frattempo la mia mano è scivolata sul suo petto, il suo cuore martella a velocità esorbitanti, forse più del mio.
-Poi avresti paura di me-
-Dimmelo e basta Matt-
Sospira, inumidisce le labbra con la lingua e abbassa il volto -Sono io quello dei giornali, vado in giro e ammazzo la gente- ammette.
-Ammazzi i criminali- lo correggo.
-Sono comunque persone-
-Sono dei mostri-
-Io sono un mostro, faccio l'avvocato e vado in giro a giustiziare la gente senza nemmeno un processo-
-Tu sei un eroe- gli rubo un bacio.
-Sono un assassino- insiste.
-No- affermo convinta.
Scuote la testa meravigliandosi della mia reazione -Perché non ne sei sorpresa?-
Sorrido -Sono io quella che ti riporta a casa quando sei ubriaco Matt... Forse dovresti trovare un nascondiglio migliore per la tua tuta-
Sorride a sua volta.
Lo abbraccio -Ti amo Matt- sussurro contro la sua spalla.
