Capitolo 4

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Anche questa sera il locale è pieno e siamo costretti a mandare via dei clienti che non hanno prenotato. Su ordine di Isa, prima di mandarli via gli offriamo un bicchiere di vino per scusarci dell'inconveniente.
In realtà questa è stata una mia idea: ogni volta che dicevo a mia sorella che avevamo rimbalzato dei clienti, lei si rattristava e non per la perdita economica. "Poverini, speriamo di non avergli rovinato la serata", diceva sempre terribilmente dispiaciuta. Così mi ero messa a pensare ed il mio geniale cervellino aveva elaborato questa brillante idea per fidelizzare i clienti e non far più preoccupare Isabella.

<<Mi dispiace signore. Purtroppo è tutto pieno>>, dico ad una coppia con un figlio piccolo di circa 5 anni.

<<Ci possiamo stringere e stare a quel tavolo?>>, mi domanda gentilmente la signora indicando l'unico tavolo ancora libero.

<<Purtroppo è prenotato. Posso offrirvi un bicchiere di vino per scusarmi del disagio? Al piccolo, cosa possiamo offrire?>>, rispondo sorridendogli.

Marco, il nostro barista, si occupa subito di loro.

Una cosa che non sono ancora riuscita a risolvere è il problema dei ritardatari. Odio queste persone che prenotano il tavolo e poi non si presentano per l'orario stabilito! Se ritardano più di 45 minuti, possiamo dare via il loro tavolo, altrimenti no. Isa non vuole. E nel frattempo continuiamo a rimbalzare persone, è un'ingiustizia.

Per fortuna, questa volta si tratta di una prenotazione per solo due persone, una coppietta probabilmente.

Vado a controllare la situazione in cucina e trovo mia sorella indaffarata, ma con lo sguardo felice.

<<Va tutto bene di là?>>, mi domanda.

<<Perfettamente, don't worry>>. Ci scambiamo un sorriso e torno al mio posto, giusto in tempo per accogliere i due giovanotti che sono appena entrati nel locale.

Uno dei due, guarda attentamente con i suoi occhi a mandorla tutta la sala.

L'altro invece, un uomo affascinante dall'aria principesca, mi rivolge un sorriso smagliante e mi saluta: <<Buonasera, scusateci, ma purtroppo abbiamo fatto tardi>>.

<<Tu hai fatto tardi>>, lo interrompe secco il suo amico.

Il biondo gli risponde con una semplice risata e continua: <<Io ho fatto tardi, ma per un buon motivo. Mi dica, c'è ancora il tavolo che ho prenotato? A nome Villa>>.

<<Certo. Signori seguitemi pure>>, gli rispondo facendogli strada.

Non posso fare a meno di sorridere al giovanotto dai capelli biondi. E' così gentile che basta guardarlo per sentirsi di buonumore.

Certo non si può dire lo stesso del suo amico che continua a guardarsi attorno con quei suoi occhi a mandorla.

Appena c'è un momento calmo, mi avvicino alla cassa, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla sala pronta ad intervenire per ogni eventuale richiesta di qualche cliente.

<<Mio Dio, ma hai visto che bello il biondo? E' così affascinante>>, bisbiglia Serena non appena le sono accanto.

<<Quanti anni avrà? 30 o 35?>>.

<<Io dico 32. O forse di più, ma li porta benissimo. E l'altro? Per te di dov'è?>>.

<<Non so, sarà giapponese>>, mi limito a dire. Onestamente non ne ho proprio idea.

<<Ho un'amica innamorata degli asiatici. Lei saprebbe subito dirci di dov'è. Se coreano, cinese, giapponese o qualche altra nazionalità. Se potessi gli farei una foto e gliela manderei>>, mi risponde Serena.

<<Non so, ma sicuramente è un tipo molto antipatico. Lo vedi come si guarda attorno? Fra un attimo tirerà fuori un taccuino e inizierà a darci i voti, vedrai>>, borbotto inacidita.

Serena si limita a sorridere, mentre io ritorno nella sala per controllare che nessuno abbia bisogno di niente.

<<Tutto bene signora Visconti?>>, domando a Carla, la presidentessa del club del libro che ogni settimana si riunisce nel nostro locale per il famoso Tè delle Cinque. Oggi è qui a cena con il suo adorato marito, un signore elegante e taciturno.

<<Suvvia Emma cara, quanta formalità. CI conosciamo da anni>>, mi risponde continuando a parlare. Io però vengo distratta dai commenti del piccolo principe che continua a ripetere al suo amico dagli occhi a mandorla quanto questo posto sia meraviglioso.

<<Anche le cameriere sono piuttosto affascinanti>>, bisbiglia a voce bassissima. Sorrido alla signora Carla e, quando mi avvicino al loro tavolo, lo snob asiatico incrocia il mio sguardo e risponde: <<Mah, non direi>>.

<<Desiderate altro?>>, dico gentilmente cercando di non cedere al nervosismo. Una parte di me avrebbe voglia di portargli una fetta di torta solo per spiaccicargliela in faccia, ma è pur sempre un cliente.

<<Ehm, potrebbe gentilmente portarci ancora il menù? Era tutto così delizioso che mangerei ancora>>, mi chiede imbarazzato il principino dai favolosi capelli biondi.

Io gli sorrido e chiedo a Claudio, il mio collega in sala, di seguire quel tavolo. 

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