Capitolo 12

5.2K 257 17
                                    

Mi guardo attorno smarrita sperando di trovare una via di fuga, ma ormai è troppo tardi.

Lui è davanti a me e, se dovessi cambiare improvvisamente direzione, capirebbe subito che lo sto evitando, che mi ha ferita e che dopo questi mesi ancora non l'ho superata del tutto. In realtà credo ci voglia molto più tempo per superare la fine di una storia durata così a lungo... e forse, non si supera mai. Ci sarà sempre qualcosa di strano e imbarazzante nell'incontrare una persona con cui si sono condivisi baci e tanto altro. Mio Dio. Proprio oggi che mi sentivo finalmente felice come non mi succedeva da tempo.

La cosa assurda è che non voglio nemmeno piangere, solo scappare.

Ma è troppo tardi.

Quando due braccia mi avvolgono improvvisamente in un abbraccio, sono ancora troppo spiazzata per accorgermi che ho accanto a me la mia fonte salvezza.

<<Eccomi!>>, mi urla Michela nell'orecchio continuando a tenermi stretta. Io la guardo smarrita. Credo di avere lo stesso sguardo confuso che avrebbe un cerbiatto perso nel centro di una città.

<<Sono arrivata giusto in tempo. Hai visto chi c'è?>>, mi bisbiglia seria. Io annuisco, come potrei non averlo notato? 

<<Ciao, come stai?>>, mi domanda imbarazzato Francesco non appena ci ritroviamo l'uno di fronte all'altro. Mi consola pensare che sia strano anche per lui.
Accanto a lui una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi e mossi. Cavolo, potrebbe essere scappata dalla pubblicità della Pantene.

<<Tutto bene. E tu? Non pensavo ti piacesse la musica latina>>, gli rispondo con un sorriso. Spero di fargli capire che è tutto a posto, che non sono a disagio e che non mi turba per niente vederlo stringere la mano di un'altra. Una mano dalle unghie perfettamente smaltate di un bel rosso fuoco che mi fa pensare che probabilmente anch'io dovrei andare a farmi fare una bella manicure. 

<<Oh beh, a lei piace molto>>, continua indicando la sua ragazza, <<A proposito, Emma lei è Ginevra>>. Punta su di me i suoi occhi azzurri, belli come sempre. E in due secondi mi ritrovo a stringere la mano della ragazza con cui mi tradiva da mesi. Non posso fare a meno di chiedermi perché sono io che voglio scappare quando questi due non si vergognano nemmeno? Forse sono proprio una stupida. Dovrei mettermi ad urlare, prendermela con questa ragazza, insultare Francesco. Ma non mi viene nulla di tutto ciò. 

<<Oh, come Ginevra e Lancillotto>>, si intromette mia sorella con un tono di finta innocenza. Francesco, che per anni è stato come un fratello maggiore per Michela, coglie immediatamente l'ironia della sua frase. Lo capisco perché il suo sopracciglio fa uno strano movimento, come un guizzo, e io so bene che gli succede sempre quando è irritato e cerca di trattenersi.

<<E Re Artù>>, risponde Andrew sovrastando la musica e ricordando uno dei tradimenti più celebri della storia della letteratura. Mi sfugge un sorriso. Mai nome fu più azzeccato.

La mia sorellina stringe la mano di Ginevra e fulmina Francesco.

<<Beh Em, come sei maleducata>>, dice rivolgendosi a me, prima di indirizzare lo sguardo verso Andrew, <<Presentagli il tuo ragazzo>>. Intuisco subito cosa le passa per la testa, ma non ho il coraggio di montare un cinema che coinvolga l'odioso coreano. Anche perché, a che pro mentire così? Tra me e Francesco è talmente finita che non sarebbe nemmeno geloso. Sì, forse renderebbe il tutto un po' meno triste per me, ma stiamo comunque parlando del coreano. 

Andrew è spiazzato quanto me, ma ritorna prontamente padrone di sé stesso e si presenta a Francesco.

<<Oh... state insieme da tanto?>>, domanda il mio ex stringendo la mano al mio finto fidanzato.

No OtherWhere stories live. Discover now