Capitolo 15

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Quando la signora Carla mi telefona per finalizzare l'organizzazione del mio appuntamento al buio, non esito nemmeno per un istante e accetto immediatamente. 

Solo perché qualche giorno fa, ho fatto l'errore madornale di accennare a Michela di questa possibile uscita e, da quel momento, ho dovuto subire per giorni un'insensata pressione psicologica. Reggo bene lo stress lavorativo perché, quando lavoravo nel marketing sopportavo di tutto...dagli orari indecenti alle richieste assurde dei clienti, ma a quanto pare non reggo affatto le continue occhiatacce della mia sorellina che mi punzecchia continuamente e non la smette mai di fare commenti.

Non è stato tanto il sentirle ripetere per la millesima volta che ho bisogno di uscire con un uomo, che mi si formano le ragnatele là dove non batte il sole e bla bla bla...quanto il suo insistere su Andrew Choi. La sua teoria è che io abbia una cotta latente per lui e per questo non abbia voglia di uscire con nessuno. Non so da dove le sia uscita questa idea, ma la cosa che mi fa più paura è che ho pensato anch'io che potesse essere sul serio così!

Non mi definirei cotta, ma ogni tanto, quando ripenso al suo sguardo, sento la solita fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco. Qualcuno direbbe che sono le famose farfalle, io sono più convinta che si tratti di qualcosa di oscuro, tipo dei pipistrelli. 

Andrew Choi è la persona più odiosa che io abbia mai incontrato fino ad ora e, per qualche assurdo scherzo del destino, le nostre strade continuano ad incrociarsi. Incontri nefasti oserei dire.

Non è il classico tipo stronzetto che ti stuzzica a suon di battutine; lui è solo freddo, distaccato, superiore. Eppure gli esserini nel mio stomaco gli fanno la ola.

Ecco perché, per mettere fine a questa insensata sensazione, devo impegnarmi ed uscire sul serio con qualcun altro per distrarmi e dimenticare completamente mr. Antipatia.
E pensare che fino ad un mesetto fa credevo di poter puntare tutto su Gianluca... ma, come dice la mia sorellina, non è il caso di fissarsi su uno a cui non interesso.

In più, come se tutto ciò non bastasse, la signora Carla ha insistito talmente tanto che mi pareva brutto rifiutare senza un valido motivo.

Per questo, anche se avrei fatto volentieri a meno di un appuntamento al buio, alla fine ho deciso di accettare.

Infilo dei banali jeans e una maglietta nera, mi trucco leggermente giusto per rendermi presentabile, e mi dirigo verso il Decimo. Conoscendo la famiglia Visconti, il nipote non potrà essere tanto male.

Saluto i miei colleghi e mi siedo al tavolo dopo aver detto a Serena che sono in attesa di un certo Davide. Gianluca si è limitato a farmi un cenno con la testa, come se anche solo dirmi due parole fosse diventato faticoso. Tiro fuori il telefono in cerca di compagnia ed evito di guardarmi troppo attorno.

<<Ciao sono Alex, sei Emma, vero?>>, mi dice un ragazzo avvicinandosi al mio tavolo. Ha gli occhi chiari, verdi per essere precisi. Talmente verdi da farmi dimenticare che io aspettavo un certo Davide.

<<Sono il nipote di Carla>>, aggiunge con un sorriso mettendo in mostra dei perfetti denti bianchi.

<<Piacere, Emma>>, replico confusa, <<non vorrei sembrarti pazza, ma credevo ti chiamassi Davide>>.

<<Sì, mi chiamo così. Ma preferisco essere conosciuto come Alex. Dj Alex, per essere precisi>>, risponde continuando a sorridere e toccandosi i capelli ricoperti di gel e tirati all'indietro. Perlomeno, spero che sia gel perché potrebbero anche essere unti.

<<Allora, Alex, fai ciclismo?>>, gli domando dopo un breve scambio di convenevoli.
E' impossibile non notare la sua tutina aderente da ciclista. E io che pensavo di essere vestita in maniera troppo basic per un appuntamento.

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