Capitolo 6

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Oggi è il gran giorno. No, non sto per sposarmi.

Oggi è il giorno della festa di compleanno organizzata per la sorella di Lorenzo, Valeria. Sono emozionata perché finalmente mi è sembrato di aver sfruttato le mie capacità: Isabella mi ha dato carta bianca e ho potuto organizzare tutto.

Ok, in effetti, definirlo "il gran giorno" è un po' troppo, ma dato che ultimamente nella mia vita succedono ben poche cose interessanti, mi accontento di poco. 

L'ultima volta che abbiamo sentito Lorenzo al telefono ci ha detto che sua sorella è una fan sfegatata di drama coreani. Non sapendo nemmeno cosa fossero, ho deciso di documentarmi per cercare qualche idea interessante per la festa.
Mi ero promessa di non guardare più nulla di romantico, lo so, ma in mia difesa devo dire che non pensavo di certo che qualcosa chiamato drama potesse essere romantico. Insomma, mi aspettavo qualcosa di drammatico, e invece... Alla fine ho passato nottate a guardarmi tutti gli episodi di un drama scelto a caso su Google. Una volta abituata ai sottotitoli, devo dire che sono entrata nella storia: una combinazione perfetta di momenti divertenti e di momenti romantici ricchi di pathos. Posso capire perché le piacciono tanto. Dato che è un'amante di queste cose coreane, ho pensato che potrebbe farle piacere un cartellone di auguri scritto in coreano. Ovviamente ho copiato ogni piccolo geroglifico da Internet...che, tra l'altro, mi ha insegnato che l'alfabeto coreano si chiama hangul, quindi potrei anche smetterla di definirli geroglifici.

Lorenzo ha insistito per pagarci più del previsto in modo che ci occupassimo di tutto e dopo essermi consultata con lui ho scelto di arredare la sala con richiami al rosa. Abbina perfettamente con le nostre tovaglie rosso scuro ricoperte da tovaglie bianche. Ho comprato palloncini e fiori degli stessi colori: rosa, rossi e bianchi. Il tocco di classe però è il palloncino argentato con l'età della festeggiata.

Quando finisco di preparare la sala, attorno alle 15, mia sorella mi suggerisce di tornare a casa e riposarmi fino a sera, ma io ho in mente tutt'altro.

Decido di farmi una passeggiata per le vie del centro perché, in fondo, non c'è niente di più rilassante del passeggiare durante una grigia giornata di Ottobre. Mi fermo a guardare sognante ogni vetrina, entro in libreria, annuso qualche libro. Sarebbe tutto perfetto se non fosse per questa pioggia inaspettata. O almeno, inaspettata per me visto che non ho guardato le previsioni e non sono pronta ad affrontare un diluvio. Disperata, rimango bloccata sotto un porticato per almeno un quarto d'ora. Mi sono venute in mente solo due brillanti alternative: o correre sotto la pioggia come una pazza oppure rubare un ombrello a qualcuno. Lo so, non si fa, ma rischio di tornare tardi al lavoro. O di arrivarci in modo impresentabile. 

All'improvviso, come un miraggio, appare un venditore ambulante. Alleluja! Corro subito da lui e, senza neanche contrattare, compro un piccolo ombrellino da 5 euro. 

Mentre torno verso il ristorante una folata di vento particolarmente aggressiva fa ribaltare il mio ultimo acquisto. Praticamente, in un secondo, mi ritrovo a stringere solo il manico di quello che fu il mio ombrello. È l'unica cosa che è sopravvissuta.

Certo che rientrare al lavoro oggi è proprio una sfida. Ero già bagnata fradicia quando, saltando giù da un marciapiede per attraversare la strada, sono finita in una pozzanghera. Infida pozzanghera. Ha attaccato il mio piede e ora sento l'acqua dentro lo stivaletto.

Galleggio nell'acqua e credo anche di essermi smagliata una calza. Io che metto sempre i jeans. Ma che ho fatto di male! Mi verrebbe voglia di mettermi a urlare. Forse è il karma che mi punisce perché ho pensato di fregare l'ombrello di qualcun altro. Non so se l'avrei mai fatto quindi non serve essere così aggressivi e infierire in questo modo. 

Credo che neanche il mascara waterproof abbia resistito a quest'attacco. 

Per fortuna al locale indosserò la divisa asciutta. 

No OtherWhere stories live. Discover now