Capitolo 24

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Mi osservo allo specchio e non posso fare a meno di notare i soliti brufoletti che spuntano saltuariamente. Quando mi vedo così, coi capelli legati in stile lottatore di sumo, e il mio pigiama di Star Wars, capisco bene perché Andrew non mi ha mai presa in considerazione.

<<Caro Yoda, dammi un consiglio. Cosa dovrei fare?>>, borbotto a bassa voce guardando il poster del mio mentore immaginario.

<<Alle foto tu parlare non devi>>, interviene la mia sorellina, <<Per l'amore del cielo, è ovvio che non riesci a farti notare da Andrew! Devi essere più femminile>>.

<<Miki, non posso cambiare quella che sono! A me piace Star Wars, è una cultura, uno stile di vita!>>, ribatto esaltata.

<<Non ho più parole>>, risponde andandosene.

E' vero, non ho la minima intenzione di rinnegare questa parte di me: insomma, se un film mi piace perché dovrei smettere? Solo perché per alcuni è una "cosa da maschi". Beh che si arrangino! E per la cronaca, al di là della storia, Star Wars ha tanti personaggi maschili affascinanti e donne esemplari. 

Quando arrivo al lavoro, Claudio mi informa che Gianluca è malato. Speravo di iniziare l'anno nuovo riallacciando il nostro rapporto e tornando alla cordialità che l'aveva caratterizzato per mesi. Al suo ritorno mi impegnerò per riportare un po' di civiltà tra colleghi.

Il tono di voce delle due eleganti signore, che, quando non sono impegnate a fissarmi da dietro i loro eleganti occhiali da sole, chiacchierano ad alta voce, continua a distrarmi. Parlano della nuora di una di loro e alternativamente, per l'appunto, la paragonano a me. La cosa peggiore è che una di quelle due signore è proprio la madre di Andrew Choi! L'ultima persona a cui vorrei pensare in questo momento. Avrei tante altre cose a cui pensare: la ricerca di un lavoro, la ricerca di un corso divertente da fare, convincere Ross che partecipare a corsi di duelli con spade laser potrebbe essere divertente, eccetera eccetera.

Nel momento in cui lo sguardo della madre di Andrew e della sua amica diventa sempre più insistente, mi avvicino a loro con l'intento di fargli capire che è ormai inutile nascondersi dietro i loro occhialoni. Che comunque le fanno saltare ancora di più all'occhio.

<<Buongiorno signora Choi. Come sta?>>, esclamo cordiale. Lei cerca di nascondere la sua identità dietro al menù, ma davanti al mio sguardo concentrato e fisso su di lei, l'amica non può fare a meno di darle una gomitata.

<<Cara! Tutto benissimo e tu? Non avevo notato che stavi lavorando>>, dice con una risata finta e imbarazzata, <<Comunque chiamami pure Valentina>>.

<<Mi fa piacere rivederla. Come sta suo figlio?>>. Chiedo per pura cortesia, non per interesse. O almeno è questo che continuo a ripetermi come un mantra. 

<<Benissimo! Sempre tutto impegnato con quel suo stupido lavoro>>, borbotta, <<Ma cara, questo vuol dire che voi due non vi state vedendo? Credevo aveste passato il capodanno insieme>>.

<<Sì, infatti, ma non lo vedo da Capodanno. Sa, come diceva Andrew, Lorenzo frequenta mia sorella quindi mi sono aggregata anch'io>>.

<<Te l'avevo detto che non erano lì come coppia! C'erano troppe altre persone nelle foto di Facebook>>, bofonchia l'amica.

La signora Choi ride imbarazzata e si sente in dovere di giustificarsi: <<Mio figlio mi racconta così poco che mi tocca scoprire le cose da FacebooK!>>.

Io le sorrido gentilmente. In effetti Andrew non sembra proprio un gran chiacchierone.

<<Quindi tra voi due non c'è niente?>>, mi domanda senza troppi giri di parole. Io non posso fare a meno di arrossire al pensiero di quanto vorrei che ci fosse qualcosa tra noi. Incredibile come le cose possano cambiare.

No OtherWhere stories live. Discover now