Epilogo

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Dicembre

Faccio scattare le chiavi nella serratura e, non appena metto piede dentro casa, mi accorgo che c'è qualcosa di strano. In sottofondo sento frasi in coreano. Mi sembra di essere tornato alla mia infanzia, ai tempi in cui mia nonna si lamentava continuamente del mio nome così poco coreano.

<<Tesoro?>>, provo a domandare guardandomi intorno circospetto. L'albero di Natale è acceso cosi come il mio televisore. Sul divano immacolato, da sotto un groviglio di coperte, appare lei. 
<<Emma! Cos'è successo?>>, le chiedo preoccupato osservando i suoi occhioni lucidi. 
<<Non guarderò mai più un drama storico>>, bofonchia risentita, <<mi rendono troppo triste e sensibile. Ho appena finito Rooftop Prince>>.

Io scuoto la testa divertito: <<Francamente, non capisco nemmeno perché hai iniziato a guardarli>>. 

<<Perché ho scoperto il fascino asiatico>>, mi risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Potrei essere geloso della concorrenza.
<<Mi piace trovarti qui>>, le sussurro avvicinandomi per baciarla.
<<Sì, scusa. Miki rompeva e ho sentito il richiamo del tuo megatelevisore>>. 

Quando le ho consegnato le chiavi di casa mia, mi aspettavo che sarebbe successo. So benissimo che è troppo presto per vivere insieme e, infatti, non avevo intenzione di farle nessuna pressione. Così, a volte, quando torno a casa mi ritrovo qui questa bellissima sorpresa. Solitamente ronfa sul mio divano, ma a volte la trovo anche immersa in qualche serie tv o impegnata a ballare. Se proprio devo dirla tutta, a volte mi chiedo se viene qua per me o per il televisore.
L'altro giorno, quando sono tornato stava cercando di imparare la coreografia di un video K-pop. A quanto pare, al momento, questa No Other dei Super Junior è la sua canzone preferita. Io, invece, quando guardo il video mi rendo conto di essere proprio innamorato di lei. E la cosa mi spaventa un po'. La prima volta che l'avevo visto, ero nauseato e schifato. Tutto quell'amore e quella sdolcinatezza. Ma ora, ora penso che farei di peggio per lei.
Se penso che sono stato così stupido da rischiare di perderla...mi prenderei a calci da solo!  All'inizio non potevo sopportarla, quel suo modo di guardarmi come se mi stesse giudicando continuamente. Le si leggeva in faccia che non erano giudizi positivi, da quando ho messo piede per la prima volta in quel ristorante. Mi sono chiesto spesso e volentieri quando sono cambiato e sono passato dal trovarla insopportabile ad interessante, ma non lo so. Ogni volta che mi rispondeva a tono e rideva di me, mi conquistava un po'. Assurdo. Forse me ne sono accorto solo quando l'ho vista con Gianluca. Abbiamo poco in comune, a parte Star Wars, ma mi sembra che insieme ci completiamo.
Sono così preso da lei che, quando mi ha chiesto di andare al pranzo di Natale dai suoi nonni, non ho esitato un istante. I miei, dopotutto sono in Corea, e mia madre ha costretto Emma ad andare a trovarla il prossimo Gennaio. Diciamo che ricambio il favore. E poi sono certo che la sua famiglia non possa essere peggio della mia. 

Quando, il giorno di Natale, raggiungiamo quel piccolo paese fuori Milano, mi sento stranamente agitato. E io non sono mai agitato. È come se fossi io ad essere chiamato al banco degli imputati.
<<La vedo teso, Mr. Choi>>, mi prende in giro Emma, talmente divertita da non riuscire a nasconderlo.
<<Ti sbagli, sono solo curioso>>, ribatto cercando di camuffare il mio momento di debolezza. Per fortuna conosco bene le sue sorelle e sua madre! E sono così fortunato che Lorenzo ci raggiungerà più tardi, dopo il pranzo dai suoi.
Quando sua nonna ci apre la porta, mi valuta discretamente da dietro i suoi occhiali, ma poi mi accoglie con un sorriso che mi fa capire che ho passato il test. È stato facile.
<<Nanin, che fidanzato alto>>, dice bisbigliando ad Emma prima di rivolgersi a me, <<Che bello che tu sia qui, è un piacere. Sai, anche la Sofia Loren viene qui più spesso di Emma>>.
<<Non intende a casa sua, ma in città>>, mi dice la mia bellissima ragazza col suo vestitino rosso che mi fa impazzire. Non è aderente o scollato. Sono io che sono diventato un pervertito, ma è solo lei che mi fa questo effetto.
Cerco di blindare i miei pensieri sconci in un angolo della mente perché so che mi aspetta un test molto più difficile. Suo nonno. L'unica figura paterna della vita di Emma. E con lui sono certo che non basterà un sorriso.
Quando mi stringe la mano è serissimo. Perfino più serio di me.
Mentre Emma viene abbracciata dai suoi cuginetti che la circondano amorevoli, lui mi richiama in un angolo e mi dice minaccioso: <<Stai attento. Non tollererò un altro barlafüss in famiglia, basta mio figlio. Se fai qualcosa alla mia piccola Emma...>>.
<<Signore, mi creda, sono innamorato di sua nipote>>, ribatto senza esitare. Fortuna che sono glaciale anch'io. Lui rimane in silenzio a guardarmi, cercando di intimorirmi con il suo sguardo, ma io non indietreggio.
<<Bene, allora chiamami Ambrogio>>, replica freddamente stringendomi la mano, <<Ma sappi che ti tengo d'occhio>>.

Il pranzo è delirante. Caterina, una delle sue cugine, prova a mettermi in difficoltà con una raffica di domande, ma la poverina non sa con chi ha a che fare e dopo poco è costretta ad arrendersi. Dopodiché, dopo l'arrivo delle lasagne, scoppia un litigio senza senso tra Lidia e il rispettivo fidanzato, un tipo che io manderei immediatamente ai lavori forzati.
La parte peggiore però sono le domande scomode dei più piccoli della famiglia. Devo ancora capire perché non intimorisco i bambini tanto quanto faccio con gli adulti. 
Il ragazzino, Mattia, si mette tra me ed Emma, mentre Elisabetta, la più piccola si siede sulle gambe della mia ragazza. 

<<Quindi, Andrew, tu sei il fidanzato? Di dove sei?>>, mi domanda con un tono da adulto. 
<<Milano. Ma sono mezzo coreano e mezzo italiano>>. 
<<Coreano di dove?>>, continua. 
<<Corea del Sud, Seul>>. 
<<Perché?>>, mi chiede Elisabetta. 
<<Perché cosa?>>. 
<<Perché Corea?>>. 
<<Mio padre è coreano>>. 
<<E perché?>>
<<Perché è nato lì>>.
<<E perché?>>.
Michela ride divertita, ma io la fulmino con lo sguardo.

Emma si sente in dovere di intervenire anche se so che, in fondo, si sta divertendo anche lei nel vedermi in difficoltà.
<<Ehi, lo sai che Sofia Loren viene qui a trovare la nonna?>>, mi chiede la piccoletta.
<<Ma che dici! Viene a trovare il suo innamorato>>, esclama l'altro.
<<Siete innamorati?>>, mi chiede subito dopo Elisabetta. 
<<E vi baciate?>>, aggiunge il ragazzino. 
<<Avrete un bambino? E' già nella tua pancia?>>. 
La mia ragazza arrossisce, mentre sua zia sgrida i due nanerottoli dicendogli che non sono domande da fare. Onestamente spero facciano lo stesso con Isa e Lorenzo, giusto per vederli un po' sotto pressione.

Eppure, nonostante i mille altri momenti deliranti, io non ho nessun dubbio. 

Sono qui per lei che mi ha stregato completamente. Come nessun'altra ha mai fatto prima. Lei e solo lei.

No OtherWhere stories live. Discover now