Capitolo 34

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<<Mi spieghi cos'è successo? Sei sparita con Gianluca e sei tornata con Andrew. E con i suoi pantaloni>>, continua a chiedermi Isa mentre rientriamo in casa. Che palle, stupido tempismo.

<<Te l'ho detto. Gianluca è dovuto andare via e Andrew si è offerto di accompagnarmi. Ma sono inciampata e ho distrutto le calze, così sono andata da lui e mi ha prestato i pantaloni>>, dico cercando di eludere ulteriori domande.

<<Ti ha prestato i suoi pantaloni>>, borbotta pensierosa.

<<Sì, lo so. E' stato gentile... siamo andati da McDonald's insieme, per questo si è fatto tardi>>, aggiungo continuando ad ostentare la mia nonchalance.

<<Ti ha portato da McDonald's>>, ripete come se stesse metabolizzando le informazioni.

<<Esatto>>.

Inaspettatamente, dopo qualche istante di silenzio, Isa inizia a saltellare felice accompagnando il suo strano balletto con degli urletti. Io, invece, dall'alto dei miei stabilissimi tacchi rimango immobile ben ancorata al terreno, anche quando lei prova a trascinarmi nel suo delirio.

<<Lo sapevo>>, continua a ripetere.

Quasi mi dispiace mettere un freno alla sua felicità, ma non posso permettere che si faccia strane idee. Come ha detto Andrew.

<<No, Isa. E' stato gentile e basta. Non è successo niente>>.

<<Ma a te piace! E forse tu piaci a lui. Anzi, sono sicura che gli piaci!>>, continua a ripetere felice.

E io giuro che ce la metto tutta per far finta che questa sua idea non sarebbe favolosa: <<Io ed Andrew siamo due persone incompatibili>>.

<<Ma per favore! Tu hai solo paura>>.

Potrebbe aver ragione. Ha sicuramente ragione. E lo so anch'io. Ho paura di buttarmi! Prima Francesco il fedifrago, poi Gianluca, il ragazzo solare dal passato oscuro. Come biasimarmi? Tutte persone con cui, almeno apparentemente, un po' di compatibilità c'era. Nel caso di Andrew non è così. Non c'è nemmeno una compatibilità apparente, solo un'inspiegabile attrazione da parte mia.

<<E Gianluca? Cosa gli è successo?>>, mi chiede lei ricordandosi improvvisamente del suo dipendente.

Non ho ancora deciso se raccontare quanto accaduto con lui, ma è anche vero che Isa merita di sapere: <<E' dovuto andare via. Sai, Andrew mi ha raccontato alcuni dettagli del suo divorzio e...forse non è proprio la persona che pensavamo>>.

Lei capisce immediatamente che non posso e non voglio darle ulteriori dettagli, quindi si limita ad annuire: <<Capisco, vediamo nei prossimi giorni>>.

La saluto e mi preparo per andare a letto, butto via le calze distrutte e piego con cura la tuta di Andrew. Dovrò lavargliela e riconsegnargliela, credo sia giusto. Ed è un vero peccato perché adesso ha il profumo del coreano, lo stesso profumo inebriante che ho sentito quando mi ha abbracciata.
Qui siamo proprio alla follia. Delirare così per un ragazzo. Dai bellissimi occhi a mandorla. E un sorriso rarissimo. Per fortuna posso pensare a lui per scacciare qualsiasi domanda su Gianluca. So che non potrò evitarlo per sempre, ma per ora non ci voglio pensare. Mi vergogno della mia stupidità. Accecata da un sorriso solare.
Mi rigiro nel letto più volte prima di addormentarmi e, quando mi risveglio al mattino, ho l'impressione di non aver chiuso occhio.
<<Allora, sputa il rospo>>, grida Michela, seduta sul mio letto, <<Isa è su di giri per te ed Andrew. Hai leccato i suoi bellissimi pettorali? Giuro che se non mi dai i dettagli ti riempio di cuscinate>>.
Io guardo involontariamente verso l'alto in cerca di un'illuminazione divina.
<<Ma come ti vengono certe idee?>>, le rispondo con un sospiro.
<<È quello che farei io. Allora? Orgasmo da paura? È per questo che sospiri?>>, esclama esaltata.
<<Ti prego, Miki. Non ci siamo neanche baciati>>, le rispondo uccidendo completamente i suoi ormoni impazziti. Anche perché, vorrei ricordarlo anche a me stessa, ieri sono uscita con Gianluca ed è lui che ho baciato. E questo mi fa sentire a disagio con me.
La sua delusione è chiara. E anche se non lo fosse, le sue parole non lascerebbero molti dubbi:<<Che delusione. Volevo sapere dei suoi muscoli, tutti quanti. Isa mi ha detto che avevi su i suoi pantaloni>>.
<<Infatti è così. Sono caduta, ho rotto le calze e mi ha prestato i pantaloni>>.
<<Quindi eri a casa sua>>.
All'improvviso non riesco più a resistere e mi ritrovo a chiedere alla mia cinica e schietta sorellina la domanda che mi ronza nel cervello da ieri: <<Secondo te, cosa vuol dire quando un ragazzo ti accarezza la guancia o ti spettina i capelli?>>.
<<Vuol dire che ti vuole portare a letto e fare faville>>.
Faccio roteare ancora gli occhi verso l'alto, sconsolata. La verità è che sotto sotto ci spero eccome. Ho una cotta per lui da mesi, è inutile negarlo. Un'inspiegabile ed insensata cotta.

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