Capitolo 14

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Oggi, finalmente, mi vedo con Ross. E' da più di una settimana che aspetto di raccontarle dell'incontro con Francesco e la sua bella Ginevra, e non vedo l'ora di riportarle tutto, parola per parola, per sentire cosa ne pensa.

Ci siamo accordate per ritrovarci fuori dall'ospedale e quando arrivo non posso fare a meno di notare un'altra persona che avrei preferito non incontrare. Sta parlando al telefono e sembra piuttosto irritato. Per un'istante valuto l'idea di allontanarmi e farmi raggiungere da Ross da qualche altra parte, ma poi mi rendo conto che non ho nessun motivo per scappare.
Quando riattacca e si accorge della mia presenza, non si degna nemmeno di salutarmi e con un tono freddo e scocciato mi dice: <<Mi stai seguendo?>>.

Io alzo lo sguardo al cielo facendo roteare gli occhi.
<<Ovviamente no. Non sarai un po' troppo egocentrico? Non siamo in un film e io di sicuro non sono la tua stalker>>. Stupido coreano. Questo inizio di serata non promette affatto bene.

Lui fa scattare il suo sopracciglio e capisco subito che è ancora scettico.

<<Non ti sto seguendo, sto aspettando un'amica che lavora qui. E stiamo per andare in un locale qui vicino. Cavolo, certo che tu sei sempre gentile eh>>, replico giustificandomi.

<<Scusa, forse sono nervoso>>, risponde passandosi una mano tra i capelli perfetti. Sospira infastidito e poi riprende a parlare: <<Come stai? Mi dispiace per quella sera, non volevo offenderti>>.

Sono stranamente a disagio e i suoi occhi a mandorla che mi fissano così intensamente non aiutano.

<<Lo so, scusa. Ero irritata>>, rispondo con un sorriso triste, <<Stai aspettando Lorenzo?>>.

Lui annuisce. Da quella bocca escono poche parole e la cosa incredibile è che per lo più si tratta di qualcosa di sgarbato.

<<Che programmi avete?>>, riprendo gentilmente cercando di portare avanti una conversazione cordiale.

<<Vuoi seguirmi anche lì?>>, dice con un mezzo sorriso, <<Andiamo al giapponese. Lorenzo è fissato con il sushi>>. Parla con un tono infastidito, ma affettuoso, come un padre che asseconda i capricci del figlio. Non appena nella mia mente balena la malsana immagine di Andrew e Lorenzo in versione padre-figlio, mi sfugge una risata che cerco di coprire con un colpo di tosse.

So che se n'è accorto, ma decide di ignorare il mio gesto: <<Voi, invece?>>.

Presa dall'entusiasmo condivido i nostri progetti con Andrew e gli racconto del nuovo ristorante messicano e della maratona "Ritorno al Futuro" che abbiamo in programma per il dopocena.

<<Ah Marty McFly>>, sospiro innamorata prima di inorridire ricordandomi che sto parlando con il coreano bisbetico.

Andrew fa un sorrisetto divertito e non posso fare a meno di arrossire.

<<Non mi dirai che sei innamorata di un personaggio di un film degli anni Ottanta!>>, mi prende in giro lasciandosi andare in un sorriso perplesso. Incredibile, ha anche dei denti perfetti. Un vero spreco.

<<Ma che c'è da ridere!>>, rispondo irritata prima di abbassare lo sguardo indirizzandolo verso la punta dei miei stivaletti nuovi, troppo imbarazzata dalla mia cotta adolescenziale per il giovane Michael J. Fox.

<<Ehi, non volevo offenderti>>. Il tono della sua voce è talmente preoccupato che le mie spalle iniziano a tremare per colpa della risata che cerco di trattenere. Non posso crederci che ha pensato che io mi sia offesa per così poco. Lui, l'odioso coreano che non è mai stato gentile. Questo tono di voce non gli si addice affatto.
<<Stai piangendo?>>, mi chiede appoggiando delicatamente una mano sul mio braccio. Non appena  alzo la testa e incrocio i suoi occhi che mi scrutano da una distanza troppo ravvicinata, sento ancora quella brutta sensazione alla bocca dello stomaco.

No OtherWhere stories live. Discover now