Capitolo 22

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<<Sei sveglia?>>, domanda una voce lontana.

Apro l'occhio destro per guardami attorno e noto che Andrew Choi è in piedi accanto a me. Cavolo, speravo si trattasse di un incubo. E invece no, sono ancora qui sdraiata sul divanetto. L'istinto mi spinge a richiudere l'occhio e fingere di dormire. Il ricordo di cos'è successo ieri sera mi manda nel panico. Avrei dovuto puntare la sveglia e scappare via nel cuore della notte. Certo, è anche vero che dopo la vomitata intensa ero piuttosto sconvolta...

<<Fai finta di dormire? Ho visto che hai aperto un occhio>>, dice divertito. Sento il suo sguardo addosso a me e sono decisamente a disagio. Non mi svegliavo con un uomo in camera da mesi! 

Stringo di più gli occhi. Una parte di me si chiede se sia il caso di fingere di russare per rendere il tutto più credibile. Ma forse ho già fatto abbastanza figure nelle ultime ventiquattr'ore.

<<Va bene, dormi pure. Io vado a fare la doccia>>, mi informa allontanandosi. Ma quando sento il fruscio dei vestiti non posso resistere e riapro l'occhio per sbirciare. Andrew si sta per sfilare la maglia del pigiama e mi basta vedere quel mezzo centimetro di addominali e il bordo dei boxer neri che sbuca fuori dai pantaloni per sentirmi avvampare. L'astinenza coatta ha effetti collaterali notevoli.

<<Lo sapevo che non stavi dormendo!>>, esclama il coreano ricoprendo il suo stomaco.

Io richiudo gli occhi rapidamente. 

<<Ehi, è inutile, ti ho beccata>>, continua a ripetere. E così sono costretta a riaprirli. Mi stiracchio e fingo di sbadigliare come se mi fossi appena svegliata.

<<Buongiorno>>, dico a fatica.

<<Mmmh... guardona>>, borbotta divertito.

<<Non sono una guardona! Ho sentito dei rumori strani e d'istinto ho aperto gli occhi>>, mi giustifico spostando la coperta e sedendomi di scatto. Mi sento come quando ero piccola e la mamma mi beccava  mangiare la Nutella a cucchiaiate. 

<<Vedi che eri sveglia! Vorrei proprio sapere perché stavi fingendo di dormire>>.

Beh, vediamo...forse perché ho vomitato nel tuo bagno e la vergogna potrebbe uccidermi?

<<Allora?>>, insiste incrociando le braccia, <<Come ti senti questa mattina?>>.

Che imbarazzo. C'è un modo per dimenticare il mio spettacolo in perfetto stile Esorcista?

<<Sto meglio. Mi sa che è stata un'indigestione... forse il freddo>>, dico cercando di ridere per nascondere l'imbarazzo.

Ma Andrew non mi sta prendendo in giro e i suoi occhi scuri mi guardano preoccupati. 

<<L'importante è che tu ti sia ripresa. Dormito bene sul divano?>>.

<<Mi prendi in giro? Sono tutta incriccata! Avrei preferito un letto>>, borbotto. 

<<Sì, lo so, avrei dovuto cederti il mio, ma sai com'è, non ci sarei stato sul divano>>, dice allargando le braccia come a sottolineare la sua evidente altezza. Credo mi superi di più di venti centimetri. 

<<Che gentiluomo! Comunque grazie...e, beh, sì...ecco...mi dispiace per la scena pessima di ieri>>, aggiungo imbarazzata. 

Il coreano mi guarda serio, ma dopo un po' il suo sorriso appena accennato si trasforma in una risata. Ma come osa! Con che coraggio osa prendermi in giro dopo tutto quello che ho passato. Mi alzo in piedi e marcio indignata in direzione della porta. Sono già pentita di averlo ringraziato. 

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