8.

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Mia's point of view

La domenica mi svegliai con un forte mal di testa, stranamente non feci colazione e mi limitai a restare piegata sui libri tutta la mattinata. Telefonai Karen per spiegarle tutto l'accaduto da venerdi a sabato, dall'uscita con Michael alle intenzioni sconce di Chris. Le sue unice parole furono "davvero?" e "Non me l'aspettavo" in realtà anch'io ne ero rimasta sconcertata, Chris mi era sempre piaciuto dal liceo, l'avevo considerato un bravo ragazzo un po' troppo sicuro di se ma comunque di buona compagnia,  poi però aveva fatto cedere tutte le mie certezze sul suo conto. Ciò di cui ero sicuramente certa era che il mio rapporto con Michael si stava intensificando, ma nulla di cui preoccuparsi, o almeno così pensavo.
La invitai per una serata pizza e diet coke, magari passando un po di tempo con la mia migliore amica il pensiero di Chris e di Michael assieme sarebbe sfumato, ci sperai.
Non sentì Michael tutto il pomeriggio d'altronde era sposato e aveva dunque una moglie di cui prendersi cura, ma da qualcosa avevo intuito che le cose non stavano andando come in realtà dovessero andare, aveva lo sguardo spesso pensieroso triste e quasi mai mi parlava di quella presunta "Annie".

«Ehi J, cosa stai facendo?» chiesi a mio fratello, saltellando giù per le scale.

«Oh, Lil è fuori con delle amiche quindi non voglio farla stancare quando torna..» parlottò intendo ad aggiustare casa e prendendo il panno per la polvere.

«Wow, un giorno spero di avere un marito come te guarda!» esclamai, dandogli un bacio sulla guancia.

«Lo spero anch'io sai?!»

«Ah, fra non molto dovrebbe arrivare Karen, non mettermi in imbarazzo mi raccomando» lo avvertì, puntangoli l'indice contro e chiudendo gli occhi in due piccole fessure.

«Io ti ho messa in imbarazzo? Scusa, e quando?» aprì le braccia con fare teatrale.

«Vediamo.. quella volta che hai definito un mio amico "teppista psicotico" soltanto perchè aveva qualche piercing e dei tatuaggi, o e..ci siamo: quella volta che hai praticamente detto avanti a tutti i miei amici che a 10 anni facevo ancora la pipì a letto, e poi tutte le volte che ti comporti da fratello iperprotettivo, insomma devo continuare?» misi le braccia conserte, pavoneggiandomi di come riuscì a tenergli testa.

«Io, be' volevo soltanto.. oh, okay va bene, forse sono stato alcune volte inopportuno..»

«Jaime!!» strillai, sbarrando le palpebre.

«D'accordo.. molte volte sono stato fuori luogo, contenta?» e scoppiammo a ridere insieme, dopo di che bussò il campanello.

«Karen, finalmente!!» Esordí ancora prima che potessi del tutto spalancare la porta, di fatto la persona dietro di essa si rivelò diversa dalle mie aspettative.

«Ehm..da quando in qua ho l'aspetto della tua amica?» Michael si grattò intimidito la nuca, trattenendo un sorriso imbarazzato.

«Perdonami Michael, è che.. non pensavo che saresti passato» risi anch'io e con la spalla mi adagiai allo stipite di legno grigiastro.

«Si hai ragione, sono passato senza avvisare» ridacchiò fra se e se, in quel momento con quel tocco di camicia bianca e un velo di timidezza sul viso mi parve più affascinante del solito.

Passarono alcuni minuti, nei quali non smisi neanche un secondo di vagare sul suo viso e sulle guance rosee e rasate.

«Allora.. uhm, mi fai entrare?» sbattei le palpebre velocemente e mi colpì scherzosamente la fronte.

«Oh si certo che scema, entra»

«Jaime!!» chiamai mio fratello dall'ingresso, aspettando che accogliesse il suo amico di vecchia data.

TWENTY Where stories live. Discover now