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Michael's point of view

Un mese dopo...

Era il 12 dicembre quando finalmente riposi sul parquet l'ultimo scatolone nel mio nuovo appartamento a Queen Anne, si a quel quartiere mi ci ero affezionato. Misi le mani ai fianchi e tirando un grosso sospiro mi guardai attorno: pareti nuove, tappetti nuovi e soprattutto un nuovo capitolo della mia vita.

FlashBack

Ero esterreffatto dall'assenza di quella ragazza, di lei nessuna traccia non mi aveva più scritto ne telefonato. Sapevo che risedeva a New York da sua zia, nelle settimane seguenti ebbi la sensazione di impazzire gestire quella situazione in modo limpido e razionale, era diventanti impossibile per me ormai. Senza una plausibile ragione, quella mattina sobbalzai dal letto qualcosa scattò furiosamente dentro di me, il cuore mi pulsava forte una lacrima scorse lungo la mia guancia: stavo male, non volevo più quella vita volevo uscire da quella prigione in cui mia moglie mi aveva intrappolato. Si, le avevo promesso che mai l'avrei lasciata onestamente anch'io ero scosso da quella rivelazione ma quanto potevo resistere ancora? Annie aveva abortito mio figlio, lei non me l'aveva detto capitolo chiuso. Non ero insensibile ero solo stanco di non far valere mai la mia opinione, ero in collera con mio figlio avrei voluto conoscerlo, ero in collera con mia moglie perché aveva lasciato che quel sentimento di perdizione prendesse il sopravvento sul nostro matrimonio. Probabilmente Annie l'avevo amata, altrimenti cinque anni fa non l'avrei di certo sposata, ma quel sentimento, focoso e impossibile da gestire che provavo per Mia mi costringeva a pensare che probabilmente non avevamo mai amato davvero. Mia mi scombussolava, mi faceva ridere mi faceva ammattire, il suo viso volevo averlo accanto al mattino quando mi svegliavo: Mia aveva fatto venire fuori lati di me che non sapevo di avere. Mi sollevai scattosamente dal letto raggiunsi la cucina e udì mia moglie canticchiare allegramente, aveva gli occhi vispi e lucenti stava preparando la colazione come se niente fosse, come se il nostro matrimonio non fosse appeso a un filo, dentro di me effettivamente nulla era più lo stesso. Io amavo un'altra donna, amavo quella ragazzina dagli occhi dolci e vispi, dai capelli ramati e dalla spensieratezza capce di donarmi. La parole di Grace risuonavano della mia testa senza sosta fino ad espandersi in qualsiasi luogo io occupassi, avevo pensato molto alle sue parole avevo pensato alle parole di Bruce e di Travis, ne valeva della mia felicità. Quella mattina ero deciso come mai lo ero stato prima di allora, parlai con Annie nel modo più garbato e gentile che conoscessi, infondo era stata mia moglie per ben cinque anni e la mia fidanzata da molto di più, ma era arrivata l'ora di cambiare e di essere coraggiosi almeno una volta nella vita.

«Annie, possiamo parlare?»

«Si dimmi, ho appena infornato il pollo allo spiedo, per pranzo. Croccante come piace a te!» esclamò entusiasta, strofinandosi le mani con un panno umido.

«Si, ehm , siediti» le indicai il divano mentre io restai in piedi.

«Allora?» sorrise, un po' mi dispiacque doverle rovinare quel buon umore ma dovevo pensare anche al mio, di umore.

«Ok, tutto questo..» mimai noi due, la casa.

«Deve finire» stavo perdendo il controllo.

«Che? Non capisco» rise divertita. Mi strofinai il mento, stavo sbagliando approccio.

«Oddio.. ok, me la rendi molto più dura di quanto già non sia»

«Michael parla, mi stai spaventando» mi affiancai a lei sul divano, le afferrai le mani.

«Va bene ascolta, è importante ciò che sto per dirti: sono arrivato ad una conclusione, adesso, è non penso di tirarmi indietro.
Abbiamo passato molti momenti bella della nostra vita ci siamo amati, e so.. che hai sofferto, so che abbiamo litigato disgustosamente, so che tu hai affrontato questo grande dolore da sola e mi assumo tutte le colpe di non essermene accorti ma.. sappi che comunque andranno le cose io ti aiuterò sempre e sarò a tua disposizione» il suo lo sguardo cambiò rapidamente, quel sorriso come previsto le morì in volto. La faccia si contrasse in una smorfia di rabbia mista al dolore e alla confusione.

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