16.

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Michael's point of view

Una della serate più belle dall'inizio del mio matrimonio sino a quel momento. Era orribile definirlo in quel modo ma mi sentivo in trappola e quando ero con Mia riuscivo a trovare la chiave per uscirne, a godermi un po la vita mettendo da parte la solita monotonia.
Ridere, ridere, e ridere ancora. Così mi faceva sentire Mia, libero di tutto, libero di sorridere, di essere me stesso e di fare tutto ciò che in quel momento mi passasse per la mente.
La serata si era svolta nel migliore dei modi, non passavo più cosi tanto tempo insieme ai miei amici che quasi me ne ero dimenticato della meravigliosa sensazione che si prova nell'essere un uomo libero dagli impegni, doveri, soltanto consapevole dei propri piaceri e desideri.
Erano le due passate quando uscimmo dal Daniel's e Jamie mi raggiunse affannato, era rimasto indietro con Steph mentre io ero davanti a chiacchierare con Mia un po' brilla e cercando di tenerla su con un braccio.

«Mike, dovremmo chiamare le nostre signore non ti pare? Almeno per sapere se sono rientrate» abbozzai un finto sorriso e feci cenno con la testa. Estrassi il cellullare dalla tasca dei miei jeans e composi il numero di Annie. Dopo due squilli poi rispose.

«Michael, alla buon'ora.» potei percepire un forte malumore dalla sua voce.

«Come stai? Sei rientrata?» ignorai il suo umoraccio.

«Si, da un bel po» rispose fredda.

«E Lil? Sai se è rientrata anche lei?» guardai Jamie e lui guardò me in attesa della mia risposta.

«Si siamo rientrate insieme e farebbe meglio a chiamarla, Lily era molto preoccupata e lo ero anche io siccome ti ho chiamato un milione di volte e rispondeva la segreteria sia a te che a Jamie» esitai, guardai in volto il mio amico che sghignazzava con il resto del gruppo.

«Oh ehm..» mi unì ai rumorosi schiamazzi e risate, poi tornai serio. Forse avevo bevuto un po' troppo anch'io.

«Scusa, nel club non prendeva perciò..» Jamie fu vittima di una ridarella acuta e interminabile, aveva bevuto più di tutti gli diedi una pacca sulla spalla invitandolo a far silenzio.

«Ma che succede?» si spazientì Annie, udendo rumore dall'altra cornetta.

«Nulla, è tutto apposto sto tornando tu riposati devi essere molto stanca»

«Si in effetti, be' non torno a dormire ti aspetto»

«Oh.. okay a dopo» sorrisi e lei agganciò. Il gruppo cadde in un boato di risate, io compreso.

«Siete nei guai fratelli» risero fortemente George e Steph, piegandosi in due e tenendosi la pancia con le mani.

«Smettetela, non siete molto divertenti..» irruppi, cercando di non ridere.

«Forza andiamo, che ho bisogno di una pasticca a casa..» si lamentò la piccola Mia, e ci incamminammo.

«Tu ragazzina, non avresti dovuto bere cosi tanto» la rimproverò Jamie alzando l'indice, nonostante fosse il più ubriaco di tutti.

«Non chiudi mai quella boccaccia» rispose acida sua sorella, con una smorfia di disgusto sulla faccia. A quel punto tutti avanzarono il passo di nuovo, io e Mia rimanemmo indietro, molto indietro.

«Sono cosi stanca.. mi fanno malissimo i piedi» esordì, appoggiandosi alla parete di una saracinesca massaggiandosi le caviglie.

«Un ultimo sforzo dai!» le presi il braccio minuti e la incitai a camminare poi di colpo mi puntò con gli occhi.

«Perchè hai mentito ad Annie?» mi sembrò di impallidire, deglutì a fatica ma la sua voce velata di sincerità mi fece sorridere mentalmente.

«Be' perché.. non voglio avere problemi, lei è un tipo un po' suscettibile» abbozzai un sorriso, recuperando Mia sotto il mio braccio, cercando di avanzare il passo più veloce possibile.

TWENTY Where stories live. Discover now