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Mia's point of view

Mi sistemai per bene sul capo il berretto di lana per poi salire i gradini grigi e in marmo del nuovo appartamento di Michael.

«Signorina Mia che piacere vederla!» esclamò una voce, che riconobbi subito dal tenore e dall'accento.

«Salve Signor Dave, come sta?» gli sorrisi ampiamente raggiungendolo sul retro della casa dove si trovava una grande piscina a forma di fagiolo e un giardino abbastanza curato.

«Direi bene se non penso all'immenso lavoro da fare un questo giardino» si grattò la nuca, e incominciò a guardarsi intorno.

«Le piace la nuova casa?» chiesi all'anziano uomo, incrociando le braccia al petto.

«Si, mi piace però molto di più l'idea che il signor Reed abbia lasciato perdere quella donna.. era davvero acida» una piccola risatina scappò dalla mia bocca, fino a coprirmela con una mano.

«Annie non le stava simpatica?» chiesi.

«Nha.. per niente. Aveva da ridere su tutto.. Ahh meglio che mi dia una mossa o non finirò più» concluse allentandosi di poco.

«Ci vediamo Mia» mi sorrise calorosamente mentre io ricambiai con affetto.

«Mi ha fatto piacere incontrlara signor Dave» ricambiai, con una punta d'imbarazzo.

«Anche a me cara, anche a me» ribadì voltandosi nella mia direzione, ci scambiammo ulteriori sorrisi fino a salutarci definitvamente.

L'appartamento era proprio come me l'immaginavo, la stanza era dominata dall'immancabile scala nera e lucida a chiocciola - a Michael piaceva molto quel tipo di design - delle poltrone color crema e un sofà dello stesso colore per finire un voluminoso tappeto grigio perla fra il divano e il tavolino di vetro tondo, a sostituire il parquet vi era un pavimento bianco e lucidissimo quasi mi ci potei specchiare dentro. Tenni le braccia conserte mentre osservavo l'ambiente circostante che profumanva di fiori di lavanda, fino a quando non udí dei passi lontani che pian pian si fecero sempre più percettibili. Mi ritrovai dinanazi ad una donna, che mi spiazzò completamente, ne rimasi estasiata ma allo stesso tempo confusa e incredula. La donna era rimasta anch'essa immobile teneva sulle braccia una bacinella celeste con dentro alcuni indumenti da lavare. Aveva capelli corti e corvini e un paio di occhi lucenti e verdi quasi oserei dire come.. i miei.

«Salve sono Leticia la nuova domestica, le serve qualcosa?» parlò gentilmente, io mi schiari la gola per poterle rispondere.

«Salve, mi scusi per l'intrusione ma.. aspettavo il Signor Reed» risposi con lo stesso garbo di quella donna. La donna mi sorrise, prima però mi squadrò dalla testa ai piedi.

«Si, è nel suo ufficio» concluse, per poi pormi un cenno gentile e recarsi probabilmente in lavanderia.

«Aspetti!» strillai, lei si voltò di colpo.

Quella donna aveva in se qualcosa che avevo decisemente già visto, la osservai assottigliandogli occhi.

«E' soltanto che.. no niente» infine mi scusai con un gesto di cortesia.

«E lei invece come si chiama?» sembrò ripensarci, si voltò nuovamente verso la mia figura.

«Mi chiamo Mia» la donna spalancò di colpo gli occhi, fino poi a ricomporsi e schiarirsi la voce.

«Un bellissimo nome» terminò, con passo lento sparí al di là di una porta di legno chiaro quella che presunsi una lavanderia sottostante.

Quell'incontro mi aveva spiazzata, neanch'io riuscì a capir come mai quella donna aveva attratto così tanto la mia attenzione, era una semplice domestica, svolgeva il suo lavoro. Probabilmente fantasticavo un po' troppo, per certi versi assomigliavo ancora ad una bambina sempre con la mente altrove e i sogni colmi di speranza.
Ancora con i penseri in subbuglio voltai il capo a destra e a sinistra nella spernza di scorgere l'ufficio di Michael. Quell'appartamento non era enorme come la villa precedente ma sicuramente più ampia della mia. Prima ancora che potessi inoltrami nel largo corridoio tappezzato di finestre che davano al giardino, finalmente intravidi il suo corpo spuntare dal piano di sopra, scendeva velocemente le scale ed aveva un completo da uomo bianco e in nero, affiscianante come del resto lo era sempre stato, pensai. Lui mi sorrise immediatamnete contagiando così anche me. Quando mi fu dinanzi mi carezzò il braccio con una morbidezza innata, poi continuò col baciarmi la guancia.

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