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Mia's point of view

«Si Mike credo sia un'ottima idea, per l'azienda intendo. Si mi piacerebbe ma dovrei parlarne con il mio capo prima» quando udì quel nome, ebbi una morsa allo stomaco. Mio fratello era in salotto ed io intenta a far colazione sul tavolo bianco della cucina assieme a Lily. Erano passati due giorni, dalla festa di Karen, dallo scontro avuto dinanzi alla mia porta di casa. Sospirai a quel ricordo, guardando con insistenza fuori dalla finestra. Le foglie si schiantavano sul suolo, il venticello faceva smuovere i rami degli alberi e le nuvole coprivano il cielo. Stava arrivando l'autunno, ed da lì a breve sarei dovuta partire per New York, per sostenere il provino alla Juilliard. Nel contempo però, dovevo ricominciare a studiare e a preparami per gli esami di economia.

«Tesoro, sembri turbata è tutto okay?»

«Mh?» saettai lo sguardo verso Lil, distogliendo lo sguardo dalla finestra.

«Sei strana, è successo qualcosa?»

«Uhm no, anzi sto benissimo» sorseggiai il latte dalla tazza, fingendomi il più normale possibile.

«Io non me la bevo, sai? Ho capito tutto» quasi quella bevanda mi andò di traverso, mi pulì con un tovagliolo, per poi aggrottare le fronte.

«In che senso?!»

«Nel senso che.. ho visto come guardi Michael, Mia e credimi sto mentendo a tuo fratello quanto te, dicendoti questo» non le risposi, mi limitai a fissare nuovamente fuori dalla finestra alla mia destra.

«Non capiresti» confessai.

«Forse. Ma, sappi che tuo fratello prima o poi se ne accorgerà, è diventato troppo evidente» la sua mano candida e smaltata di blu strinse la mia leggermente fredda.

«Lo so, ma non possiamo farci nulla. Ci abbiamo provato, sul serio, io ci ho provato ma..è inutile» sospirai pestemente ed abbassai lo sguardo.

«Mi ricordo di quando eri piccola, ora invece.. sei qui davanti a me e sei una donna che parla di sentimenti» gli occhi le divennero lucidi.

«Non posso dirti di lasciar perdere se è ciò che ti rende felice. Ma sta attenta, okay?» le feci un cenno per poi andarle incontro e abbracciarla forte.

«Ti voglio bene»

«Anch' io tesoro, tanto»

Michael's point of view

Un buon profumino di pollo alla fiorentina giunse alle mie narici, mi avvicinai alla cucina ove mia moglie stava preparando con cura e classe il pranzo.

«Ha un buon odore» affermai, e lei sorrise lievemente.

«Già» la tavola era ben apprecchiata, quel giorno sarei dovuto andare in ufficio nel pomeriggio, quando però il suono del campenello mi fece aggrottare le sopracciglia.

«E chi sarà adesso?» mi lisciai la camicia e mi diressi alla porta bianca nell'ingresso. Non appena girai la maniglia una figura alta e grossa mi abbracciò di soprassalto.

«Mike!!!Non ci vediamo da un po!» esclamò l'uomo, quando mi staccai riconobbi la mascella squadrata e i capelli neri lisci.

«Bruce!! Che piacere vederti, come mai sei qui?» egli portava con se una valigia ed era vestito di tutto punto. Gli feci spazio per farlo accomodare, salutò mia moglie con un cenno e poi dalla tasca interiore della sua giacca estrasse una busta bianca.

«Congratulazioni amico» me la porse, io la scartai velocemente giungendo poi al foglio piegato che aprì successivamente.

"Caro Signor Reed  è con grande onore e dedizione che le conferiamo il premio per il miglior imprenditore dell'anno, congratulazioni"

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