22.

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Michael's point of view

Quella sera mi ero davvero spaventato nel vedere il ginocchio sbucciato e la caviglia slogata di Mia, e potrebbe sembrare stupido, ma nel momento in cui l'ho vista precipitare da quella bicicletta qualcosa mi ha spinto a venirle incontro, a cercare in qualche modo di alleviare la sua ferita anche se per un semplice graffio. Mia si stava insidiando dentro di me, e senza che me ne accorgessi Annie invece si stava allontanando sempre di piu dalla mia vita.
Massaggiarle la caviglia, strofinanare le mie dita sulla sua pelle delicata mi fece una strana sensazione di calore i brividi mi percorsero su lungo la schiena come un adolescente alle prime cotte. Io però non ero un adolescente, bensì un uomo di trentanove anni.

«Fra un po saremo arrivati..» sperai di tranquillizzarla, sotto lo sguardo preoccupato delle sue amiche.

«Brucia..» si lamentò lei.

«Lo so, ma adesso arriviamo tranquilla» le carezzai la guancia, ma non appena mi sentì stranamente osservato delle sue amiche ritrassi la mano, ricomponendomi.

Dopo circa dieci minuti arrivammo in Hotel, Travis parcheggiò e noi passeggeri ci avviamo verso l'entrata. Tenni Mia per la schiena facendole appoggiare un braccio intorno al mio collo.

«Salve, volevo chiederle dove posso trovare il bagno con la cassetta del pronto soccorso» parlai affannato, alla reception.

«Michael.. Reed?» rispose sbalordita la ragazza con la cravatta ben stretta e la giacca rosso scuro ben abbottonata. Sbuffai seccato.

«Si, sono io ma adesso non è importante mi dica dov'è il bagno per favore» quella sgarbatezza fece parte delle rarissime e insolite volte in cui tentavo di essere più autorevole e meno accondiscendente anche se non mi riusciva molto bene, la ragazza guardò Mia e poi guardò me ancora sbalordita.

«Si.. ehm, mi scusi vada in fondo dove c'è la porta per l'ingresso alla piscina e al solarium, poi a sinistra..» mi indicò con il dito la strada.

«Va bene, grazie mille»

«Le tue fan non sanno mai quand'è il momento» biascicò Mia, ancora lamentandosi dal bruciore, io sorrisi per smorzare la cosa.

«E' vero sono proprio invadenti»

«Mike, noi aspettiamo qui» si rivolse Bruce.

«D'accordo»

«Vuoi che ti facciamo compagnia?» chiese Karen alla sua amica ferita.

«No.. tranquille è tutto okay» rispose lei amorevolemente.

«Va bene allora.. Michael l'accompagni tu di sopra?» mi chiese Karen.

«Si, state tranquille»

«A dopo..» così le sue amiche scomparvero nella porta blindata dell'ascensore recandosi nelle loro stanze, probabilmente.

«Vieni, andiamo» tentò di alzarsi, tenendosi al mio avambraccio con entrambe le mani.

«Ce l'ha faccio..» sibilò un po zoppiccando, oltrepassammo la porta dove trovammo un enorme piscina quadrata e ai delimitata da una fila di ombrelloni e lettini, data l'ora di cena non vi era praticamente nessuno. L'esterno era molto ben curato, palme alte e composizioni di piante davano proprio l'impressione di un ambiente naturale e ed estivo.

«Aspettami qui, mh?» la feci accomodare su uno dei lettini per il sole, io mi recai nella porta del bagno dalla reception indicata. Scavai sulle varie mensole poi finalmente trovai una busta del ghiaccio e una cassetta rossa con una croce bianca.

TWENTY Where stories live. Discover now