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Michael's point of view

Non avevo altre particolari sorprese in serbo per il compleanno di Mia, semplicemente l'avrei portata a cena in un ristorante raffinato ed elegante. Ero nel West Seattle nel viale di casa Johnson, dovevo essere sicuro che per Jamie fosse tutto sistemato, la situazione era già complicata e se avessi fatto qualcosa senza il "permesso" di suo fratello maggiore di certo non avrebbe aiutato le cose. Meglio prevenire che curare, pensai ciò mentre bussai il campanello. Il candido viso di Lily incorniciato dai capelli corvini apparve davanti ai miei occhi, aveva un sorriso smagliante come al solito.

«Mike, non m'avevi detto che passavi, entra!» esclamò la donna, contenta di vedermi.

«Grazie ehm..  c'è Jamie?» chiesi gentilmente, mentre oltrepassai la soglia ritrovandomi poi in salotto.

«Ora non è in casa ma sono le 5 credo che fra poco torni. Ti va qualcosa da bere?» era il mese di aprile il tempo era abbastanza buono, soleggiato.

«Si volentieri»

«Ti porto un bicchiere di vino allora» le sorrisi per ringraziarla.

Mi sedetti sul bracciolo del divano rosso, impaziente presi ad osservarmi intorno, mi domandai poi se la ragazza fosse in casa dedotti che fosse uscita datone il troppo silenzio. Poi la figura slanciata ed il passo felpato di Lil distrasse i miei pensieri, cortesemente mi porse un calice di vino rosso l'afferrai.

«Allora? Ci sono novità Reed Corporation?» aveva preso del vino anche per lei e lo stava sorseggiando restando in piedi accanto allo stipite dell'arco del salotto.

«Si be', fra poco entreremo in affari con la Cina non te l'ha detto Jamie? Ho coinvolto anche lui, è in gamba. Mi serve una braccio destro»

«Wow è grandioso!! Complimenti. Jamie non me ne aveva parlato, ma sono contenta, è bello essere che.. voi siate ancora amici dopo tanto tempo» disse, malinconica.

Calai lo sguardo, incapace di guardarla in volto. Non ero poi un così un buono amico, se di nascosto frequentavo sua sorella perfino di vent' anni meno di me.

La mia amica notò la mia espressione, pensierosa mi osservò per qualche secondo per poi passare all'argomento successivo.

«E.. con Mia come va?» una scossa m'attraversò tutto il corpo, mi sentì  immediatamente agiato.

«Che.. che vuoi dire?» mi schiarì la gola, allargandomi un po' la cravatta scura.

«Siete molto amici, lei ci tiene a te e.. per un periodo avete avuto qualche disguido» corrugò le sopracciglia confusa.

«Oh si, ma adesso va tutto bene» sorrisi appena.

«E la sorpresa? Le è piaciuta?» vidi gli occhi di lei illuminarsi subito dopo.

«Si, ne è stata molto felice non ti ha fatto ascoltare il demo?»

«Ancora no, stamattina è uscita con Karen e Carol deve ancora tornare» spiegò , guardando l'orologio argentato al suo polso piccolo.

«Vorrei portarla a cena stasera» confessai, strofinandomi le mani.

Lil assunse uno sguardo preoccupato, era assente quasi indecisa se parlare o meno, corrugai le sopracciglia mentre la donna continuava a stare in silenzio.

«Ascolta Mike, ti conosco e conosco anche Mia. Non sono un'idiota.. so bene che c'è qualcosa fra di voi» il suo tono non era severo, ne tanto meno di rimprovero bensì preoccupato e amareggiato.

Esitai prima di rispondere, volevo fidarmi ma d'altronde era la moglie del mio migliore amico, se glielo avesse detto? Poi i suoi occhi mi ispirarono fiuducia, sicurezza, voleva che parlassi.

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