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Michael's point of view

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Michael's point of view

Mentre furioso scendevo le scale a chiocciola con in mano le prove delle menzogne di Jamie, mi scontrai con quella figura. Amanda o Leticia oramai non contava più, importava soltanto sapere una volta e per tutte la verità.

«Mi scusi, ho dimenticato la borsa, salgo su a prenderla e poi vado via» rimasi immobile, sembravo una statua di pietra.

«Signor Reed.. va tutto bene?» essere brutale non era di certo nelle mie corde, tuttavia non era mia madre ma in un certo qual modo Amanda mi era stata vicino e sapere che lei era lì davanti a me viva e vegeta, mi rendeva felice infondo.

L'osservai per minuti interminabili, quando il suo sguardo cadde sulla foto e sulle lettere, avanzò il passo per poter parlare anche se i suoi occhi consapevoli di tutto dicevano già ogni cosa.

«Posso.. posso spiegarti» mi fiondai su quella donna abbracciandola così forte da probabilmente romperle le ossa. La donna per un attimo esitò poi però con affetto ricambiò il gesto.

«Oh Amanda..» sibilai, mi sarei dovuto infuriare con quella donna, aveva mentito a Mia per tutto quel tempo, a tutti noi, ma al momento prendermela con Jamie e trovarmi con il coltello dalla parte del manico mi sembrò la cosa più giusta da fare.

La felicità di rivedere quella donna e sapere che in realtà fosse viva e sorridente prese ormai il sopravvento su ogni cosa. Non avevo il diritto di incolpare quella donna, ma il mio migliore amico si, tanto giustiziero quanto bugiardo. Mi staccai, asciugandomi le piccole lacrime a gli angoli degli occhi.

«Mi dispiace non aver detto la verità ma sai.. è stato tutto così complicato che..» sussurrò la donna con il timore  di non essere compresa.

«Non mi devi spiegare nulla, adesso è con Jamie che devo parlare» oltrepassai la donna dopo averle strofinato delicatamente il braccio, recuperai la mia giacca, le chiavi e pensai alle parole giuste per poter incastrare e smascherare il mio migliore amico una volta e per tutte.

Bussai almeno cinque volte il campanello, impaziente di avere davanti la faccia rivoltante di quel che consideravo mio amico.

«Chi diavolo è adesso!» borbottò lui dall'altro lato della porta.

Quando quest'ultima fu aperta l'espressione sul suo viso cambiò del tutto, provava ribrezzo per me come io d'altronde lo provavo per lui. Senza chiederne il permesso mi addentrai in casa sua piazzandomi al centro del salotto.

«Che ci fai qui? Mi sembra di essere stato chiaro l'altro giorno o ne vuoi ancora? Mia sorella non l'avrei mai, e adesso vattene» dalla tasca recuperai le prove che avevo trovato, gliele sventolai dinanzi al viso dopo aver assunto un espressione soddisfazione quando delusa.

«Non provare a mentire o a nasconderti dietro una maschera Jamie: so tutta la verità, a me? Dici a me di essere un lurido traditore, be' mi dispiace notizia dell'ultimo minuto, tu non sei da meno» ringhiai a poca distanza dal suo viso ormai contratto.

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