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Michael's point of view

«Si tratta di qualche giorno Annie, non ti chiedo nient'altro» tenevo stretta la cornetta all'orecchio, la mia segretaria mi porgeva dinanzi alcuni documenti che con una firma veloce rilegavo dal sto opposto.

«Michael non puoi chiedermi questo, sarebbe assurdo, ma ti ascolti quando parli?» sbuffai, nella speranza di trovare una soluzione dell'ultimo minuto per poterla convincere.

«Per favore Annie.. conosci molto bene mia madre, lo faccio soltanto per lei. Te lo prometto si tratta soltanto di stavolta» quasi me ne vergognai nell'usare quel tono così supplichevole e disperato, quando avrei potuto in maniera adulta chiarire le cose con mia madre, invece avevo deciso di tener il doppio gioco.

Ci fu un breve silenzio, un sospiro seccato e poi di nuovo la voce di Annie.

«D'accordo Mike, ma.. ti costerà caro lo giuro»

«Quanto?» disgustosamente sbagliato e fuori luogo, ma oramai c'ero entrato dentro e da quel tipo faccende non si tornava più indietro.

***

Durante la settimana prima di Natale raccontai a mia madre che Annie con molta urgenza aveva dovuto raggiungere la sua famiglia a Portland, così riuscì a calzare al meglio quella situazione.
Di mia sorpresa la cena di Natale arrivò in un batter d'occhio e quella sera  per la prima volta decisi di inaugurare il mio nuovo appartamento nel migliore dei modi, con la festa più dolce e meravigliosa dell'anno. Mi ricordai però di non aver ancora comprato un regalo per la piccola Mia, poi un lampo di genio attraversò la mia menteri portandomi a quel pomeriggio quando gli occhi lucenti di lei si posarono su un gioiello in acciaio composto da due cuori intrecciati. Uscì in anticipo dal mio ufficio così da recarmi in centro per poter comprare il gioiello scelto. Salì sul Suv nero di Travis che partì, inserendo la prima, non appena mi scorse sul sediolino posteriore.

«Dove andiamo Signor Reed?»

«In centro Travis per favore, devo..comprare un regalo» non ero più nella pelle,  mi strofinai le mani per poterle riscaldare e con la mente mi diressi al viso di Mia quando avrebbe visto e scartato il mio regalo.

«Per chi? Se posso chiedere» esitai, ma poi mi rilassai sotto la voce accogliente del mio autista.

«Per Mia» sorrisi, leggermente imbarazzato.

«A quanto pare lei, sembra essere molto felice non è vero signore?»

«Si Trev, lo sono davvero» risposi, rilasciando un sospiro di sollievo.

«Sono molto fiero di lei, non la vedevo cosi da anni» confessò il ragazzo, quasi come se avesse voluto togliersi un sassolino dalle scarpe.

Non risposi, mi limitai a lasciare quella frase in sospeso, d'altronde non era nient'altro che la pura verità.

Il gioiello era stato perfettamente impacchettato da una carta regalo natailizia rossa e bianca, quando la commessa gentilmente lo ripose nella busta color panna, sorrisi e scortato da Travis ci dirigemmo fuori dal negozio, salutando cordialmente. Ero felice di aver comprato qualcosa che la giovane ragazza non avrebbe mai potuto immaginato di ricevere. Rientrai a casa presto quella sera, dopo aver fatto altre compere per i miei parenti e amici, il giorno dopo ci sarebbe stata la vigilia di Natale ma qualcosa mi fece pensare che probabilmente casa mia non era ancora adoravate come si deve,  non c'era ancora nulla che la definisse "natalizia".

Quando rientrai a casa, pigiai la mia ventiquattrore su un mensola bassa accanto alla porta tolsi il cappotto pesante assieme alla sciarpa marrone e adagiai tutto sull'appendi abiti, subito mi beai nel calore emanato dal camino e dal suo fuoco vivo. Udì delle leggere risate dalla cucina, corrugai le sopracciglia ma mi rilassai subito dopo quando intravidi sia Mia che Leticia chiacchierare allegramente.

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