38.

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Mia's point of view

Rientrai in casa, sconcertata dalle ultime parole uscite dalla bocca di Michael.

Cosa gli stavo facendo?

Cosa stava combinando lui a me

In realtà, questo non lo sapevo neanch'io. Ero rimasta lì, in silenzio e incapace di ribattere, avevo un gran lingua lunga ma quando era il momento di parlare spesso e volentieri tacevo.
Chiusi la porta alle mie spalle strizzando gli occhi e respirando a pieni polmoni: le cose non potevo continuare così non di certo, era palese l'interesse che si stava innescando fra noi, ma io avevo diciannove anni e lui era sposato con vent'anni di differenza dalla sottoscritta.

«Mia!» esclamò mio fratello, non appena mi vide. Era passata un'ora e mezza, e mio fratello era tornato dal suo viaggio di nozze.

«Hey» riuscì a malapena a dire, abbracciai la figura alta di Jamie poi feci lostesso con Lil.

«Va tutto bene?» mio fratello aveva una specie di sensore nei miei riguardi, gli bastava fissarmi per un secondo negli occhi per capire ogni cosa.

«Si va.. tutto bene perchè?» cercai di sorridere e di apparire il più normale possibile, mascherando la cosa.

«Mmh curiosità.. lo sai mi preoccupo sempre pe te sorellina» strinsi le labbra in un sorriso sottile, per poi rivolgermi a sua moglie.

«Com'è andato il viaggio?»

«Benone, Jamie non ha fatto altro che lamentarsi tutto il tempo ma per il resto tutto a gonfie vele, ho saputo che sei stata da Michael» all'udire del suo nome il cuore mancò di un battito.

«Si.. cioè sono tornata tardi da una festa e lui si è offerto di farmi restare, sai com'è non voleva lasciarmi tutta sola qui» scrollai le spalle con noncuranza.

«Bene, dopo lo chiamerò per ringraziarlo spero tu ti sia comportata bene specialmente con.. Annie» enfatizzò quest'ultime.

«Si, certo» sollevai le braccia in segno di resa.

«Menomale, e.. come l'hai trovata?» intervenne Lil.

«Scostante direi» sorrisi, per poi lasciarli soli in salotto a discutere del più e del meno, corsi su per le scale avevo ancora voglia di restare sola e di concentrarmi su quello che stava accadendo realmente dentro di me e la presenza di mio fratello non faceva altro che complicarmi le cose. Come una furia, chiusi a chiave la mia camera, afferrando la chitarra posizionandomi accanto alla finestra. Canticchiai, giusto quel po per farmi cullare dalle note più profonde e sincere.

***

Nei giorni seguenti cercai di concentrarmi sull'ultimo esame che si sarebbe tenuto di li a breve. Di Michael nessuna traccia, da quella mattina in auto in cui aveva messo a nudo i suoi pensieri. Ero soprappensiero quando Jamie senza neanche bussare si precipitò in camera mia.

«Mia c'è Michael a telefono dice che vuole parlati» mi mancò per qualche secondo il respiro, quando udì il suo nome. Erano passati giorni ormai che ci ignoravamo, sentire la sua voce mi scaturì un cumolo di emozioni all'altezza del petto. Afferrai tremante il cellulare dalle dita sottili di mio fratello ed adagiai la cronetta all'orecchio.

«Ciao.. scusa se non mi sono fatto sentire ma avevo parecchio da fare adesso finalmente mi sono preso una pausa.. e perciò pensavo di darti una mano con l'esame» la sua voce fu musica per le mie orecchie, senza rendermene conto sorrisi come un emerita idiota ma quando vidi la figura di mio fratello adagiata alla porta nell'attesa del suo cellulare, il sorriso mi morì sul volto.

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