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Michael's point of view

Rientrai in casa, esausto della lunga giornata trascorsa fra conferenza, riunioni e briefing. Scorsi Annie intenta a stirare alcune delle mie camice bianche alle quali porgeva uno sguardo assorto e pensieroso. Mi avvicinai con cautela, schiarendomi la gola.

«Ciao, come sta tua madre?» lei sollevo lo sguardo, leggermente sorpresa.

«Meglio, si dovrà operare quindi dovrò passare un po' di tempo con lei in queste ultime settimane» sorrise appena, ebbi una morsa allo stomaco quando ripensai alla relazione "clandestina" che avevo con la sorella del mio migliore amico, infondo avevo reso reali le sue paure e le sue gelosie.

«Potrei venire a farti compagnia, insomma se non ho da fare con il lavoro» nei suoi occhi comparve un barlume di speranza e ne rimasi intenerito.

«Si, sarebbe bello» le sorrisi, abbassando lo sguardo.

«Ha chiamato Jamie, ci ha invitati a casa sua domani dice di avere una sopresa per te» aggiunse mia moglie, scrollando le spalle. Corrugai la fronte, incuriosito.

«E non ti ha detto di cosa si tratta?»

«Mh no, mi ha detto di non tardare e di essere lì per le 7»

***

Le sette del giorno dopo non tardarono ad arrivare, così mi sistemai per bene il collo alto del mio dolcevita leggermente pesante, lisciai i pantaloni grigi e allacciai le scarpe. Inserì la mia giacca nera qualche minuto prima di uscire mentre Annie finì di infilarsi gli orecchini in perle.

«Sei pronta?» annuì la donna, un po' mi sentivo agitato all'idea di dover stare in presenza della persona con cui avevo condiviso il giorno prima emozioni intime, colei che prepotentemente reputavo essere "la mia ragazza" seppure fossi ancora un uomo legalmente sposato. Non potevo sfiorarla ne parlarle diversamente dovevamo comportarci da buono e civili amici, tornare indietro non era affatto facile fra noi oramai bolliva l'irrefrenabile voglia di continuare a conoscerci amorosamente. Tirai un lungo sospiro fino ad inserire la chiave nel nottoilno e partire spedito accelerando di volta in volta. Parcheggiai la mia auto al solito posto, inserì le chiavi all'interno della mia giacca pesante e bussammo educatamente al campanello: la figura di Jamie apparve sulla soglia sorridente subito dopo.

«Eccovi vi stavamo aspettando!» esclamò e afferrò dalle mie mani la bottiglia di vino rosso che per cortesia glie avevamo portato.

Varcammo la soglia, osservai l'ambiguo atteggiamento del mio migliore amico nonostante subito dopo rivedere quella ragazza risultasse essere il mio unico chiodo fisso.

«Allora? Mi vuoi dire oppure no questa cos'è questa sopresa?» iniziai a spazientirmi.

Quando arrivai sotto l'arco che annunciava il salotto, Jamie volse lo sguardo in quella direzione tenendo le braccia dietro la schiena e rivolgendomi un sorriso che tentava di nascondere, mi voltai nella sua stessa direzione e non potevo credere a ciò che i miei occhi stavano guardando.

«Grace.. » sussurai fra me e me, la donna anziana sorridente mi venne incontro io non potei fare a meno di stringerla in un caloroso abbraccio. Erano passati troppi anni, dall'ultima volta che vidi e ascoltai la voce di quella donna. Entrambi i miei nonni morirono quando ero molto piccolo e quelli paterni non li avevo mai neanche conosciuti, Grace era riuscita a colmare quell'enome vuoto presente dentro di me da bambino.

«Sono davvero felice di rivederti» parlai, immerso fra le sue braccia.

«Anche io tesoro, ma se ora non ti molli finirò col morire soffocata» la solita burlona, pensai. Le persone li presenti risero a fiori di labbra, dietro la figura della anziana donna vi era la giovane ragazza che non smise di fissarmi neanche un secondo, i suoi occhi parlavano dicevano tutto.

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