82

1.8K 44 4
                                    



Mia's point of view

«Perfetto! Sei contento ora? Spiegami perchè ti sei comportato in quel modo» minacciai mio fratello, dopo aver udito il forte rumore della porta sbattere violentemente.

«Mi sono comportato in quel modo perchè devi smetterla Mia, ti avevo avvisata ho lasciato che Mike venisse qui stasera ma non mi sembra di aver detto avvicinati ad un palmo dal suo naso!» strillò a sua volta, Lil cercò di spiccicare qualche parola ma venne immediatamente smontata da mio fratello.

«No Lily ti ho già detto stanne fuori» sbraitò.

Eravamo ancora in cucina, se la rabbia avesse preso il sopravvento avrei spaccato interra tutti i piatti di porcellana che vi erano nella credenza.

«E no, adesso taci Jamie. Non ti permetto di trattarmi così sono pur sempre tua moglie e tengo molto a Mia, non è questo il modo per far valere le tue idee» sbottò sua moglie, e ne fui grata nell'essere venuta in mio soccorso.

«A me non importa di far valere le mie idee Lily, Mia è mia sorella mentre Michael è il mio migliore amico.. mi fa ribrezzo solo a pensarci» la smorfia di disgusto che gli si presentò sul viso bastò a ferirmi ancora di più.

Ebbi una stretta allo stomaco, aveva ragione, noi stavamo insieme, e da un bel po anche, ma non era di certo quello il modo il giusto di rimproverarmi.

«Ma, mi parli proprio tu Jamie? Tu che mi riempi di menzogne dalla mattina alla sera» urlai, volevo dirgli tutto ogni cosa, del pettine, della lettera e della cartolina nel suo ufficio. Egli si agitò, tant'è che abbassò il suo tono di voce ed iniziò a strofinarsi la barba appena cresciuta.

«Che vorresti dire con questo? Io non ti mento affatto» concluse, puntandomi il dito contro.

«Ah no? E dimmi di chi è quella cartolina nel cassetto della tua scrivania? È una persona che vorrebbe un'altra chance, dimmi chi è» pretesi, mettendo le braccia conserte con fare di sfida.

Lil iniziò ad essere preoccupata, tant'è che calò lo sguardo in netta difficoltà. Mio fratello prese a ridere istericamente, quasi sull'orlo di una crisi.

«Cartolina? Ma che dici, e poi come ti sei permessa di frugare fra le mie cose, sei un insolente» strillò, ed io sobbalzai.

«Questa» recuperai il mio cellulare e gli mostrai la foto, spiattellandogliela in volto.

«Non so di cosa parli, è di un vecchio amico» tagliò corto, camminando verso il salotto, non mi diedi per vinta assolutamente, così senza dir nulla corsi in camera e recuperai il pettine argentato e misterioso che avevo ricevuto.

Lil era in pre dal panico era seduta sul divano ora, con la testa fra le mani, mio fratello invece si limitava a girovagare a destra e poi a sinistra.

«E di questo? Ne vogliamo parlare? L'ho ricevuto per posta al mio compleanno qui c'è una frase e sul pettine c'è inciso il mio nome, Michael dice che è mio di quando ero una bambina, insomma Jamie dimmi che diavolo sta succedendo» ringhiai, sbattendogli la scatola fra le mani, il ragazzo in silenzio si adoperò per aprirla ne rimase sbigottito tant'è che dovette ingoiare una grossa porzione di saliva prima di poter proferire parola.

«Chi te lo ha mandato questo?» parlò a bassa voce, probabilmente troppo bassa.

«E quello che sto chiedendo a te» risposi a tono, incrociando le braccia.

Egli lesse il biglietto, stringeva il pacco fra le mani e si mordeva il labbro inferiore poi, uno scatto di rabbia. Scaraventò lo scatolo a terra, ne distrusse il biglietto e lanciò il pettine contro la credenza del salotto, i vetri si ruppero in mille pezzi.

TWENTY Where stories live. Discover now