17.

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Mia's point of view

Quel mercoledì pomeriggio mi svegliai di soprassalto, quasi spaventata. Guardai l'orario e la lezione sarebbe iniziata di li a poco, cosi mi scaraventai giù dal letto e iniziai a preparami. Feci una doccia veloce ed indossai un paio di jeans alti, scarpette e una semplicissima t-shirt nera.
Mi guardai allo specchio, osservando il mio volto struccato al naturale per qualche minuto. Dopo di chè, passai sulle ciglia del mascara e sulla labbra un po di burrocacao. Presi in spalla la mia chitarra avvolta nel fodero nero e scesi frettolosamente le scale.

«Dove vai cosi di fretta?» Jamie era indaffarato al computer e controllava di tanto in tanto dei fogli. Si era sistemato in salotto anziché nel suo studio.

«Vado a lezione, Simon mi ha chiamata lunedì quindi devo andarci..» si tolse gli occhiali da vista e si girò verso di me.

«In questi giorni non ci sei andata?»

«No.. cioè me ne ero completamente dimenticata, ho studiato parecchio questa settimana lo sai»

«Be' Mia ti invito ad andarci, non ti pago le lezioni per vederti sdraita qui a casa o a fare chissà che cosa» mi avvicinai e gli baciai la guancia.

«Non farmi sempre la predica mh? Ora vado che altrimneti faccio tardi» gli sorrisi e varcai la porta per raggiungere il mio scooter in garage, ma di quest'ultimo neanche l'ombra.

«Dove cavolo è finito??» parlai fra me e me ad alta voce, iniziai a preoccuparmi così chiamai mio fratello.

«Pronto?» esordí lui.

«Jamie dove cavolo è finito il mio scooter??» di primo impatto pensai che lo avesse portato via per qualcosa che avevo fatto, le solite ed esagerate punizioni di mio fratello.

«Ma dove sei?»

«Sono qui in gargae non farmi perdere tempo, allora sai dov'è?» picchiettai in terra il piede, sempre più nervosa.

«Calmati Mia, mi ero scordato di dirti che la preso in prestito Lil per andare in ufficio perchè la sua auto è dal meccanico» tirai un lungo sosprio di sollievo.

«Potevi almeno dirmelo!!» sbottai irritata, non per Lil ma per Jamie che avrebbe potuto avvisarmi così da non lasciarmi a piedi.

«Non farne una tragedia ho scordato di dirtelo per via del lavoro, vuoi un passaggio?»

«No lascia perdere, ci vado in autobus» seccata riagganciai senza udire altro.

Aspettai ben 15 minuti sotto la fermata del bus, che finalmente di lì a poco arrivò. Infilai le mie cuffie e salì a bordo di quel mezzo lento e puzzolente.
Arrivai con qualche minuto di ritardo, salì la scalinata centrale frettolosamente e mi diressi in aula dove si trovava Simon e il resto del miei compagni. La Regal era davvero un'ottima scuola, Jamie aveva girato mari e monti per potermi iscrivere ad una delle migliori accademie di Seattle, volevo diventare una cantante e provare ad entrare alla Juilliard, se mi avessero preso avrei lasciato la Madison.

«Ciao, scusami per il ritardo!» annunciai sorridendo, quando varcai l'aula Simon era intento a insegnare ad un bambino le basi per il pianoforte.

«Mia, bentornata» quando si accorse della mia presenza il mio insegnante mi sorrise
accogliendomi calorosamente.

«Grazie, sei sempre gentile anche quando non dovresti» rise, ed io lo seguì a ruota.

«Stiamo preparando un Festival estivo e ci chiedevamo quando saresti venuta per poterci dare conferma.. la tua voce è fondamentale» affiancai Simon che camminò con una pila di fogli in mano, dirigendoci verso il gruppo di ragazzi.

TWENTY Where stories live. Discover now