31.

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Mia's point of view

Quella domenica, non feci altro che starmene li sul divano a cercare qualche serie interessante da iniziare, ma con scarsi risultati. Suonai un po' la mia chitarra, altre parole mi vennero in mente per la canzone che stavo scrivendo, tutto filò così tremendamente liscio non feci altro che guardare l'orologio appeso al muro sperando che le ore passassero infretta. 

Il giorno dopo mi sarei recata all'università per poter studiare all'ultimo esame che arretrato, poi via alle fest in spiaggia, ai falò e alle uscite con Michael senza alcun impegno.
Mi svegliai più presto del solito, decisi di indossare dei pantaloncini grigi un po sportivi e una maglietta bianca. Infilai le mie solite scarpette e tirai i capelli indietro con un ferma capelli nero.
Una volta pronta, scesi di sotto per la colazione. Varcai la soglia, e vidi soltato mio fratello seduto a capotavola leggendo il suo solito giornale con davanti a se un pacco abbastanza grande annodato di nastrini dorati.

«Cosa sono questi?» storsi il naso, Jamie alzò lo sguardo sollevando i suoi occhiali da vista sul naso.

«Li ha portati.. » con un cenno, indicò l'arco della porta dove una figura che ormai conoscevo bene fece il suo ingresso. Michael era li vestito di tutto punto come al solito, con le mani poggiate ai fianchi, senza pensarci due volti gli sorrisi e mi precipitai al suo collo per abbracciarlo. Ridacchiò imbarazzato al di là della mia spalla.

«Che ci fai qui?» ero ancora con il capo posizonato aldilà della sua spalla. Lui esitò un po, prima di stringermi, come del resto fece prima del viaggio a Nizza.

Eccoci ritornati alla cruda realtà

«Sono venuto a trovare Jamie, e poi dovevamo discutere di alcune cose» disse, una volta staccati dall'abbraccio.

«Oh, e fai colazione con noi?» ero pimpante sorridente e contenta. Come avrei potuto inziare le giornata migliore di cosi? Michael riusciva sempre a rendere tutto cosi dannatamente speciale.

«Ti preparo il caffè allora» gli scostai la sedia e lui si sedette facendo una smorfia strana poi si rivosle a Jamie a bassa voce.

«Ma è sempre così vivace la mattina?»  sghignazzarono i due uomini.

«Non sempre, ma la tua presenza aiuta molto» io ero intenta a sistemare la cialda nell'apposito contenitore aspettando che si scaldasse.

Lo so a cosa state pensando, ebbene sì non sapevo preparare il caffè con l'apposita macchinetta, preferivo il metodo più sbrigativo in compenso però cucinavo degli ottimi maccheroni al formaggio filante

Sorrisi fingendomi disinteressata alla loro conversazione, Michael scartocciò il vassoio che aveva portato e ne uscirono dei cornetti belli grossi, dorati e decorati da pezzetti di zucchero.

«Allora: due sono alla crema, altri due al cioccolato e uno al pistacchio"- annunciò Michael arrotolando la carta in una pallottola.

«Io prendo quello al cioccolato!» esclamai alzando la mano, nel frattempoi i caffè erano pronti. Ci sedemmo tutti e tre in cucina, apprecchiai la tavola con del latte e del succo d'arancia e posizonai al centro il piccolo vassoio con le tazzine per il caffè.

«Hai dato quegli esami arretrati poi?» esprdi Jamie strozzando quel silenzio insopportabile.

«Potevi inventrarti un argomento migliore?» sbuffai, il tutto sotto lo sgurdo divertito di Michael.

«No, adesso rispondimi»

«Si comunque, dovrei sostenere l'ultimo esame tra qualche giorno..» dissi noncurante, sorseggiando un po' di caffè.

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