25.

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Michael's point of view

Quella sera mangiammo proprio bene, tutto come doveva essere tutto al posto giusto. Mi sentivo in pace con me stesso, che sia per il posto incantato in cui eravamo o semplicemente pensai fosse Mia a farmi quell'effetto.

«Devo dire che è squisito.. davvero!» esclamò con la bocca piena. Sorseggiando un po di vino bianco.

«Ti piace? Per fortuna, o altrimenti Bruce ne avrebbe pagato con me le conseguenze» ridemmo entrambi, un po' della bevanda le fuoriuscì dalla bocca e si asciugo il restante con il dorso della mano. Era cosi spontanea, in quel luogo così meraviglioso ed elegante, non mi importava delle maniere poco delicate della ragazza che avevo accanto. Ero stanco di sentirmi dire come dovevo comportarmi o come dovevo essere in base a dov'ero. Volevo soltanto sentirmi libero di poter fare e dire qualsiasi cosa mi passasse per la mente.

«Cavolo, il vino è finito ti spiace se bevo?» indicò il mio calice ancora pieno, lo fissai e poi la guardai intensamente. Mai, Annie avrebbe compiuto un gesto del genere era cattiva educazione per lei, ma per quella ragazza invece era soltato un semplice gesto di estrema confidenza, ed io volevo ricambiare.

«Certo che puoi!» risposi sorridendo. I piatti erano vuoti, Mia aveva quasi pulito il suo così arrivò il cameriere e li portò via.

«Ti va se ordinamo un dolce?» imitai i suoi gesti, poggiando i gomiti sulla tovaglia bianca.

«Si mi va, cosa preferisci?» continuò, con un paio di occhi vispi e pimpanti.

«Ma', non saprei.. una delizia a limone?» Proposi, strofinandomi il mento con le dita. Strabuzzò gli occhi, e un grosso sorriso si allargò sul suo viso perfino applaudì con le mani.

«Certo, è il mio dolce preferito!!» esclamò divertita.

«Non ci crederai ma è anche il mio» uno sguardo d'intesa, qualche sorriso e poi ordinai.

«Quando torni a Seattle?» chiese.

«Venerdì mattina»

«Anch'io.. è davvero assurdo tutto questo» rise a fior di labbra.

«Be', è il destino» sorrisi, lei fece lo stesso. Finalmente arrivò la nostra delizia a limone, ne ordinammo soltanto una per via delle nostre pance già molto piene.

«La ringrazio» mi rivolsi al cameriere il quale mi sorrise garbatamente. Mia afferrò la piccola forchetta e l'affondò nella deliziosa crema. La portò alle labbra, assaporandone il dolce gusto. La guardai senza mai staccare gli occhi dai suoi dalle sue movenze lente, le sue labbra erano rosee, carnose al punto giusto. Strofinai le mani sudate suoi miei pantaloni cercando di calmare quei pensieri insolti che stavano fiorendo per quella ragazzina, baciarla ardentemente era uno di quei pensieri.

«È tutto squisito qui, promuoverò questo posto come il mio preferito, ho deciso» affermò con umorismo per poi guardandosi intorno. Non potei fare altro che sorridere, avevo fatto un buon lavoro.

«Il nostro, posto preferito che ne dici?» quelle iridi luminose e frizzanti mi offuscarono la mente.

«Si.. il nostro posto preferito» le sorrisi sinceramente, confermando a me stesso che quella ragazzina dai capelli ramata stava realmente diventando qualcosa di più.



Mia's point of view

Quella sera, a mia insaputa, il cibo era squisito come mai l'avevo assaggiato. Il posto era incantato, illuminato da luci dorate e bianche, tutto sottolineava che la presenza di Michael scateva in me qualcosa di pù delle tipiche vampate e farfalle allo stomaco.

TWENTY Where stories live. Discover now