Capitolo 16: Rivelare un segreto

34 7 5
                                    

<<Come te la cavi con il paranormale, Spartaco?>>
Glielo domando dopo aver dato il primo morso all'hamburger, la bocca mezza piena, mentre lui mette in moto la Panda.
Fissandolo.
Non voglio perdere neppure una sfumatura della sua espressione, della sua reazione.
Spartaco aggrotta le sopracciglia folte, socchiude le labbra e inclina la testa. Credo che significhi qualcosa come "Vai avanti".
<Lungomare del Vento. Sai dov'è?>>
<<Sì, so dov'è. Ma non penso proprio che...>>
<<Vai, per favore. Ti racconto strada facendo.>>
Lui allarga le braccia, scuote la testa.
<<E va bene>> dice, partendo. <<Ma sappi che se scopro che sei una squilibrata, dovrò dire a mia nipote di rivedere il suo giro di frequentazioni. Parlare con quello smidollato di mio fratello. Spiegargli che sua figlia Rebecca frequenta giri strani. E che non...>>
<<Io posso leggere il futuro della gente, Spartaco.>>
Lo dico continuando a divorare l'hamburger. E penso che il Bierkeller 1999 sarà anche una bettola, ma la cucina non è niente male. Con la bocca mezza piena, proseguo, contemplando l'espressione stordita dello zio di Rebecca.<<Per essere precisa, non posso leggere il futuro di tutti. Soltanto delle persone che moriranno esattamente un anno dopo la mia percezione.>>
Altro boccone.
<<Di una morte violenta>>, aggiungo.
Mi lecco le dita, sporche di salsa.
Prendo la Coca, mando giù un lungo sorso. sollevo le sopracciglia, continuando a fissarlo.
<<Violenta come... un omicidio. Ad esempio.>>
Un ultimo morso e l'hamburger è andato. Eccezionale.
Sento un'euforia vibrante esplodermi dentro. Una sensazione straordinaria di leggerezza. Se escludiamo Nadia, alla quale ho dovuto spiegare che cosa ho visto per cercare di aiutarla, questa è la prima volta nella vita in cui racconto a qualcuno che non sa nulla di me ciò che...
Ciò che sono.
Spartaco guida in silenzio. Tossisce un paio di volte. Si gratta il capo. Poi la barba. Lancia uno sguardo al suo hamburger, appoggiato in mezzo ai due sedili. Scuote la testa.
<<Non mangi?>> gli chiedo, dopo aver mandato giù un altro sorso di Coca.
<<No. Mi è passato l'appetito.>>
Sorrido. Tiro su i capelli, legandoli in una piccola coda.
Sospiro.
<<Sei... uh... tipo... arrabbiato con me?>>
Lui esita per qualche istante.
Poi inizia a parlare. Lentamente.
<<Vedi... ho incontrato un sacco di gente, nel corso della mia... carriera, se vogliamo definirla così. E ti assicuro che mi sono imbattuto in una marea di squilibrati. E tendo a non reagire...troppo bene.>>
Lo guardo, annuendo.
<<Per cui, ragazzina, ti conviene sbrigarti a spiegarmi dove stiamo andando. Perché...>>
<<C'è una donna. Si chiama Nadia. L'ho vista morire ammazzata nella vasca da bagno di una camera d'albergo.>> Guardo l'ora sul telefono, poi riprendo: <<dovrebbe accadere tra meno di un giorno. In una visione successiva, ho scoperto che il suo assassino l'ha portata sul Lungomare del Vento.>>
Spartaco mi osserva per un istante, poi torna a concentrarsi sulla strada.
<<Hai detto di leggere ciò che accadrà. Mentre adesso stai parlando di visioni.>>
<<Si, beh, le visioni hanno stupito anche me. Sono una novità, per quanto ne so.>>
<<Oh. Ma certo. Ma certo.>>
<<Non mi credi, eh?>>
Spartaco rallenta, poi accosta.
<<Stammi a sentire, ragazzina.>>
<<Verdiana. Mi chiamo Verdiana, ok?>>
<<Va bene. Verdiana.>> Mi esamina con attenzione prima di proseguire. Come se fossi una specie di extraterrestre. <<Ho... voglio dire, mi sembri una tizia a posto. È tutta colpa di internet. Lo ripeto continuamente a José. Internet ti fotterà il cervello, figliolo.>>
<<Chi è José?>>
<<Mio figlio. Ma...>> solleva la mano, come per cambiare discorso. <<Lasciamo perdere. Facciamo così, Verdiana. Adesso giro l'auto e torno indietro. Ti riaccompagno a casa, e fingo di non aver sentito nulla di quanto mi hai raccontato, ok? Ma se mi accorgo che mia nipote dovesse uscirsene con stramberie simili, allora...>>
<<Andiamo al Lungomare, Spartaco. Mettimi alla prova. Una chance, non ti chiedo altro.>>
<<Verdiana...>>
<<Una chance. E se non troviamo nulla, ti dimentichi di me.>>
Socchiude le labbra. Sta per dire qualcosa, ma non gliene do il tempo. So che non avrò un'altra occasione.
<<Per favore. So che è assurdo. E non ne ho mai parlato con nessuno.>>
<<Senti, io non...>>
<<Ho visto mia madre morire quando avevo tre anni. Un anno prima che accadesse. Questo è il primo ricordo che ho della mia infanzia.>>
Spartaco mi guarda e rimane in silenzio.
Mi volto dall'altra parte. Verso il finestrino. Poi torno a posare gli occhi nei suoi.
<<La donna che spero di trovare al Lungomare del Vento, Nadia...>> Mi interrompo. Soltanto adesso realizzo davvero per la prima volta il peso di quanto sto per dire.
<<Nadia verrà uccisa nello stesso modo in cui è stata uccisa mia madre. Sono trascorsi quindici anni da allora. E il suo assassino non è mai stato preso.>>

Verdiana leggeva il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora