Capitolo 39: Il destino ci ha fatto incontrare

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Quando Spartaco ferma la Panda davanti al cancello di casa mia è notte fonda.
Spegne il motore, ed io mi appoggio con la testa al sedile. Abbasso del tutto il finestrino, lasciando scivolare il gomito fuori.
Non devo preoccuparmi di rientrare a un'ora decente, dal momento che mio padre non tornerà fino alla prossima settimana.
So di non essere ancora pronta a rientrare, perché dopo l'incontro che abbiamo avuto con Nadia, né io né lui abbiamo parlato molto.
Durante il tragitto dall'albergo alla mia abitazione siamo rimasti quasi in assoluto silenzio.
Le parole di Nadia mi hanno scavato una voragine dentro. E sento che per Spartaco dev'essere stato lo stesso.
L'ho osservato, mentre lei raccontava. Ho guardato i suoi occhi, con attenzione. Il modo in cui la seguiva. In cui stava addosso ad ogni sua singola parola.
Spartaco freme per questa storia. Tanto quanto me. Ne sono convinta.
<<Bene>> dice, finalmente.
<<Bene>> rispondo.
<<Che cosa pensi di Nadia?>> mi domanda, voltandosi verso di me.
<<Le credo.>> Glielo dico in fretta, senza ombra di esitazione nella voce. Perché so che è così. Non dubito di lei. Ha parlato di Torino, e nell'ultima visione che ho avuto c'era Piazza Castello. Non può trattarsi di un caso.
<Beh, Verdiana... prima di incontrare te, non mi sono mai trovato a dover affrontare esperienze di questo... tipo.>>
Annuisco. Capisco ciò che prova.
<<Spartaco>> rispondo, posando lo sguardo sulla strada buia di fronte a noi, <<nell'ultima visione che ho avuto c'era Piazza Castello. E mia madre è nata e cresciuta a Torino. Non può essere un caso. Non sono coincidenze.>>
Lui annuisce. È pensieroso, inquieto, turbato.
Non so come comportarmi, a questo punto. Tutto ciò che so è che non voglio coinvolgere mio padre. Significherebbe metterlo in pericolo, ed è l'ultima cosa che ho in mente. Tuttavia, sento che se ho una possibilità di scoprire la verità sull'omicidio di mia madre, il momento di prendere una decisione è proprio questo.
<<Potrebbe essere molto pericoloso, Verdiana. Anzi, lo sarà di certo. Tu... ne rimarrai fuori.>>
Scandisce le parole lentamente, dando loro il peso che meritano. Per me sono come macigni.
<<Mi metterò in moto>> riprende. <<Intendo rimboccarmi le maniche e andare fino a Torino. Scoprirò qualcosa su tua madre e sull'uomo che ha aggredito Nadia e ucciso la ragazza cinese al motel. Te lo prometto.>>
Mi guarda con una serietà che non ho mai scorto in lui prima d'ora.
Fatico a sostenere la forza dei suoi occhi. Ma non intendo cedere. Neppure di un millimetro.
<<Spartaco>> dico, senza dargli il tempo di aggiungere altro, <<non mi tirerò indietro. Non ho intenzione di farmi da parte. Sono disposta ad andare avanti da sola. Torino non è lontana.>>
Esito per un momento, bloccandomi. Penso a com'è stata la mia vita durante gli ultimi anni. L'adolescenza, soprattutto i primi anni, con il "dono" e tutte le sue conseguenze. Gli incubi. Il vuoto per l'assenza di mia madre.
<<Sono disposta a rischiare tutto. Non mi importa come andrà a finire. Credo che ci sia un senso, se mi sta capitando questo.>>
<<Che cosa vuoi dire?>>
Scuoto la testa. Mi porto le mani sugli occhi. Li chiudo per un attimo, poi li riapro e torno a guardare la strada fuori dal finestrino, evitando lo sguardo di Spartaco.
<<Ciò che penso è che... non lo so. Che... ci sia una sorta di... significato. È difficile spiegartelo. La mia capacità particolare, il mio "dono", come lo ha definito papà... si è evoluto, durante questi ultimi giorni. Non ho mai avuto visioni che non riguardassero strettamente la morte di qualcuno, prima. E invece, adesso sta capitando. Ho visto frammenti del maggio 2009, Spartaco... maggio 2009 a Torino. Mi segui?>>
<Sì. Almeno credo. Vai avanti.>>
<<Insomma, mia madre... è morta un mese più tardi. Giugno 2009. Non è una coincidenza. Non può esserlo. E se a questo uniamo le parole di Nadia su ciò che ha visto... beh, tutto sembra condurre a Torino.>>
<<Appunto. Ed è lì che intendo andare.>>
Allungo un braccio verso il suo, sfiorandoglielo. Finalmente trovo il coraggio di guardarlo negli occhi. Stringo la presa, senza farlo apposta, e lui mi osserva, stupito.
<<Se riuscirò a trovare delle risposte su quanto è capitato a mia madre, forse troverò una traccia importante da seguire per comprendere ciò che sta succedendo adesso, Spartaco. L'omicidio della prostituta cinese e l'omicidio che Nadia ci ha raccontato di aver visto prima che accadesse o mentre stava accadendo, a Torino. Senza contare l'aggressione che ha subito. Avrebbe potuto essere una vittima anche lei, proprio come mia mamma.>>
<<Ma, Verdiana, tu non...>>
<<Domani mattina telefonerò a papà. E gli domanderò se ricorda qualcosa sul maggio del 2009, quando mamma andò a Torino, agli Mtv Days, dove si esibiva la cover band dei Nirvana.>>
<<Non lo so. Io...>>
<<Se dovesse ricordare qualcosa, qualsiasi cosa, potrebbe essere di grande aiuto.>>
<<Sì>> risponde infine, dopo un momento di silenzio. <<Credo che quanto è successo a tua madre... abbia avuto origine a Torino. Parlare con tuo padre potrebbe essere utile. Ma non voglio che tu...>>
<<Ho già deciso, Spartaco.>> Lascio la presa dal suo braccio e appoggio la mano sulla portiera, pronta a scendere.
Prima di farlo, mi giro un'ultima volta verso di lui.
<<Sai che cosa credo, Spartaco?>>
<<Che cosa?>> domanda, rassegnato.
<<Che sia stata mia madre ad aver mutato il mio dono.>>
Mi osserva senza dire niente. Ed è uno sguardo intenso, profondo. So che ha capito ciò che sto cercando di dirgli. E ne sono felice.
<<Penso che lei mi stia mandando dei segnali. Perché venga fatta giustizia.>>
Lui non risponde. Tuttavia, annuisce. E i suoi occhi scrutano a fondo nei miei. 
<<E forse>> concludo, aprendo la portiera, <<è per questo che ho incontrato te.>>

Verdiana leggeva il futuroحيث تعيش القصص. اكتشف الآن